La “strategia italiana” di Meloni per l’Africa

di Mirko Aufiero
4 Min.

Il 15 marzo la presidente Meloni ha dato il via alla prima Cabina di regia per il Piano Mattei per l’Africa a Palazzo Chigi. Si tratta di una grande sfida per Meloni, che su questo progetto ha investito tempo e capitale politico.

«Quello che ho in mente è che l’Italia può essere pioniera in questo nuovo approccio», dice Meloni. Un nuovo approccio basato su «rapporti di cooperazione con il continente africano».

Per la presidente si tratta di cambiare l’atteggiamento nelle relazioni con i Paesi africani, in modo da superare il passato approccio «predatorio» e «paternalistico».

Dalla Cabina di regia: «coinvolgere il Sistema Italia»

All’incontro a Roma ha partecipato una vasta gamma di soggetti – dai ministeri coinvolti ai rappresentanti di agenzie e aziende – in modo da «coinvolgere tutto il Sistema Italia», spiega Meloni.

Lo scopo è avere una piattaforma di coordinamento per le attività del governo nei confronti dei Paesi africani, per aggiornare e monitorare il Piano Mattei e approvare la relazione finale al Parlamento.

Durante l’incontro Meloni ha presentato quelle che secondo lei sono i punti di forza del Piano. Si parte dall’approccio, basato sulla consapevolezza delle potenzialità del continente africano.

«L’Africa è un continente che attualmente detiene il 60% di metalli e terre rare, il 60% di terre arabili, un continente in forte crescita demografica e quindi anche con un enorme potenziale di capitale umano», ricorda la presidente.

Il secondo punto riguarda invece la “condivisione“. Meloni la definisce una «cooperazione strutturale che diventa cooperazione di medio e lungo periodo nella capacità di costruire insieme risposte durature». Si tratta di dialogare con i Paesi coinvolti e stabilire insieme quali siano le priorità d’intervento «nell’ambito delle cose che l’Italia sa fare bene».

Infine, il terzo punto citato dalla presidente riguarda la “concretezza“, ossia sfruttare quella «apertura di credito» messa a disposizione dai Paesi africani.

Le aree d’intervento e i Paesi coinvolti

https://www.flickr.com/photos/neadhmokratia/50592702688 https://www.flickr.com/photos/neadhmokratia/ Africa Meloni

Dopo aver stabilito queste linee guida, sarà necessario passare ai fatti. Nell’incontro sono stati ribaditi i sei «pilastri» del Piano, già presentati al Vertice Italia-Africa: istruzione e formazione, sanità, acqua e igiene, agricoltura, energia e infrastrutture.

Tra i vari Paesi coinvolti, sarà con nove di essi che avranno inizio i progetti pensati dalla presidente. Si tratta di Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia.

Proprio in Egitto domenica Meloni incontrerà il presidente al-Sisi. La presidente italiana sarà accompagnata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, dai primi ministri belga, greco e cipriota e dal cancelliere austriaco Nehammer.

L’obiettivo è intensificare le relazioni tra Unione ed Egitto, portandole al livello di “partenariato globale e strategico“. Qualcosa di simile si era già visto con il memorandum firmato con la Tunisia, che aveva al centro la questione migratoria.

Il Memorandum of Understanding con l’Egitto riguarderà più settori, e in particolare «la collaborazione in ambito agricolo e di formazione». A questi si aggiungono anche una serie di intese per intensificare la «collaborazione nei settori della salute, del sostegno alle piccole e medie imprese e degli investimenti».


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