Il piano di Giorgia Meloni per l’Africa

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

La presidente del Consiglio presenterà a novembre il “Piano Mattei” per l’Africa e intanto dialoga con i leader africani e del Golfo

L’Africa ricopre un ruolo sempre più importante nello scacchiere politico del Mediterraneo a causa dei flussi migratori e delle sue riserve di combustibili fossili.

Ne è consapevole la presidente Giorgia Meloni, la quale oggi ha partecipato alla Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni di Roma, dove si sono riuniti i leader degli stati del Nord Africa, del Golfo, del Sahel, del Corno d’Africa e degli statti Ue di primo approdo.

La presidente è già da mesi attiva sul fronte africano, e starebbe lavorando ad una serie di iniziative che riguardano questi paesi. Si tratta del cosiddetto “Piano Mattei“, definito dalla presidente come un «modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area subsahariana».

Sulle orme di Enrico Mattei

La strategia del governo per l’Africa prende il nome da Enrico Mattei, fondatore dell’Ente nazionale idrocarburi (Eni). Mattei fece prosperare l’azienda puntando sulla collaborazione con con i paesi produttori di petrolio del Nord Africa e del Medio Oriente, rendendo l’Eni una delle più grandi compagnie petrolifere al mondo.

Ciò portò Eni ad entrare in concorrenza con le “Sette sorelle“, le sette compagnie petrolifere più potenti dell’epoca: le statunitensi Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil of California e Gulf oil, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e la britannica British petroleum.

Le fortune di Mattei terminarono il 27 ottobre del 1962, quando il suo aereo diretto verso l’aereoporto di Linate precipitò nelle campagne causando la morte dell’imprenditore. Le cause dell’incidente non sono mai state chiarite, ma non mancano le teorie sulla natura delittuosa dell’incidente.

Cosa sappiamo del piano

Il piano di Giorgia Meloni per l'Africa

L’idea di elaborare un “piano” o “formula Mattei” è stata esplicitata dalla presidente fin dalla campagna elettorale del 2022. L’obiettivo sarebbe quello di rendere l’Italia il «centro strategico ed economico nel Mediterraneo, seguendo le strade dell’indipendenza energetica e della reciproca collaborazione tra gli Stati del mondo». 

In particolare, come spiegato da Meloni stessa, ciò farebbe parte di una strategia per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico dell’Italia in modo da diventare indipendenti dalla Russia.

Per questo scopo, Meloni negli ultimi mesi ha partecipato a numerosi incontri con i vertici dei paesi africani insieme ai vertici di Eni.

Grazie a questi colloqui si è arrivati alla sigla di accordi con Tunisia, Libia e Algeria in diversi ambiti. Dalla costruzione di 200 chilometri di infrastrutture di interconnessione con la Tunisia, agli accordi per nuove forniture di gas dalla Libia e dall’Algeria.

A riguardo, il ceo di Eni, Claudio Descalzi, ha dichiarato che le nuove forniture permetteranno all’Italia di essere totalmente indipendente dalla Russia a partire dall‘inverno 2024-2025.

Inoltre, il surplus di gas proveniente da questi paesi africani, ma anche dall’Azerbaijan e dal Mediterraneo orientale, permetterebbe all’Italia di diventare un hub europeo dell’approvigionamento energetico.

La conferenza alla Farnesina

Il piano di Giorgia Meloni per l'Africa

Quest’oggi a Roma si è tenuta la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, nella quale la presidente Meloni e il ministro degli Esteri Tajani hanno ribadito le intenzioni italiane nei confronti dei paesi africani e del Medio Oriente.

L’evento rappresenta uno dei tasselli del Piano Mattei, e si pone l’obiettivo di «avviare un percorso internazionale per attuare misure concrete per la crescita e lo sviluppo del Mediterraneo allargato e l’Africa».

Al centro dell’incontro, ovviamente, le migrazioni, le quali vedono l’Italia impegnata in prima linea come uno dei paesi di primo approdo. Su questo aspetto si è espressa Giorgia Meloni, sottolineando che sul «tema del contrasto all’immigrazione illegale […] la nostra priorità dovrebbe essere quella di rafforzare la collaborazione tra le nostre forze di Polizia».

Inoltre, la presidente ritiene che «sarebbe utile un coordinamento tra le nostre strutture di intelligence perché […] parliamo sempre degli scafisti, ma lo scafista è l’ultimo anello di una catena sempre più lunga in queste organizzazioni».

«Italia ed Europa hanno bisogno di immigrazione ma non possiamo dare il segnale che verrà premiato chi entra illegalmente. Se da una parte siamo aperti a far entrare persone ma poi non ci occupiamo del destino che avranno nelle nostre nazioni non è solidarietà», ha aggiunto Meloni.

Oltre le migrazioni

Le migrazioni, però, non sono state l’unico tema trattato.

Come sottolineato da Antonio Tajani, «i grandi problemi che ci troviamo di fronte non sono soltanto quelli migratori perché dobbiamo risolvere la questione migratoria alla radice. Dobbiamo confrontarci sulla grande questione del cambiamento climatico, della lotta al terrorismo, delle malattie, perché poi spesso i grandi trafficanti di essere umani sono gli stessi che trafficano in armi e in droga».

Fonti: Ansa, Il Sole 24 Ore, Sky tg24, Pagella politica, Wall Street Italia

Scritto da Mirko Aufiero


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