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Voto ai fuorisede, arriva il via libera dalla Camera

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È arrivato il primo sì dalla Camera per il voto “fuorisede” che permetterà di votare in un Comune diverso da quello di residenza

Martedì 4 luglio è arrivata l’approvazione dalla Camera, con 159 voti a favore, nessun voto contrario e 84 astensioni, della proposta di legge sul voto ai fuorisede, la quale passa ora in Senato.

La proposta delega il Governo ad adottare, entro 18 mesi dall’approvazione, decreti legislativi che disciplinino il voto in un Comune diverso da quello di residenza, fondamentale per garantire il diritto di voto a studenti e lavoratori fuori sede.

Come sarà il voto “fuorisede”

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La legge prevede che questa possibilità sia garantita agli elettori che si trovano in un Comune situato in una regione diversa da quella del Comune di residenza per motivi di studio, lavoro, cura e assistenza.

Inoltre, è prevista una rimodulazione delle tariffe agevolate per i trasporti che si applicano agli elettori che si recano a votare nei comuni di residenza.

La delega interesserà le elezioni europee e le consultazioni referendarie, ma non le elezioni politiche, rimaste escluse dal testo.

Le critiche dall’opposizione

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La proposta di legge non è stata esente da critiche da parte dell’opposizione. Una delle maggiori critiche riguarda le tempistiche: infatti, molto probabilmente la legge non produrrà effetti in tempo per le consultazioni europee del 2024.

«Con l’approvazione della legge delega sul voto ai fuori sede, le opposizioni unite hanno proposto un emendamento per stringere i tempi, in modo da impegnare il governo ad agire velocemente. La maggioranza ha preferito tenere 18 mesi. Quindi se siete fuori sede scordatevi le elezioni Europee 2024», tuona Carlo Calenda su Twitter.

Inoltre, dal Pd e dal M5s viene criticato l’uso considerato eccessivo di decreti governativi in questa legislatura e la decisione del Governo di trasformare la proposta di legge delle opposizioni in una legge delega.

La risposta della maggioranza

Non è tardata la risposta dalla maggioranza, la quale sostiene che la necessità di dare la delega al Governo nasca da una lacuna nel testo base, il quale non garantiva la segretezza del voto.

«Dopo decenni di chiacchiere e giri a vuoto su questo punto, è dovuto arrivare il governo di Giorgia Meloni per far diventare quelle chiacchiere realtà. Ci dispiace solo che le opposizioni al posto di votare a favore della delega oggi si astengano», ha commentato Fabio Roscani, deputato di FdI.

Fonti: Open, Il Fatto Quotidiano, Wired, Ansa, Agi

Scritto da Mirko Aufiero


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