Vivere su una crociera? II racconto di Etra Palma

di Gaia Vetrano
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 14 Min.

Immagina avere vent’anni e vivere le tue giornate su una crociera in mezzo al mare.

Il sole ti bagna la pelle, il vento ti scompiglia i capelli e il tuo unico pensiero è come impiegare al meglio la tua giovinezza.

Per qualcuno è semplicemente un sogno, per altri un modo per distrarsi dalla faticosa routine con una breve vacanza. Ma c’è chi, come Etra Palma, che sulla crociera ci vive e ci lavora.

Etra, che non è altro che il nome d’arte di Alessio, ha ventitré anni e viene da Trieste. Proprio mentre ci racconta della sua esperienza si trova su una crociera: è il suo sesto contratto a bordo come animatore delle Costa Crociere. Ormai da quattro anni, da quando ha finito le superiori, la sua casa galleggia.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di scambiare quattro chiacchiere con lui che, tra sole e mare, ci ha raccontato la sua quotidianità e le difficoltà che il suo lavoro posso comportare.

Di seguito vi proponiamo le domande che gli abbiamo posto.

Lavorare come animatore richiede senza dubbio molta passione. Quando è sbocciato l’amore?

Da quando sono bambino mi è sempre piaciuto intrattenere gli altri e in particolare mi divertivo quando tenevo in mano un microfono. Sono da sempre appassionato al canto e al ballo, e ho avuto spesso occasioni per stare su un palco.

Ogni bambino quando gli viene posta la domanda “Cosa vuoi fare da grande?” risponde con fare sognante. Tu avresti mai risposto l’animatore? Ti saresti mai immaginato dove sei ora?

In parte direi di . Come ho anticipato anche nella domanda precedente ho sempre provato un grande amore per la musica, che è a tutti gli effetti un tipo di intrattenimento. Sicuramente non mi sarei mai immaginato come presentatore di un’attività o di una festa. O addirittura a parlare con centinaia di sconosciuti, in quanto ero comunque un bambino molto timido.

Lo Stato ti ha mai aiutato? È facile lavorare come animatore in Italia?

Per quanto possa non sembrare, non è un’attività semplice, per questo è fondamentale che ci sia la passione. Senza questa non riusciremmo ad affrontare le molte ore di lavoro e gli immensi sforzi fisici e mentali richiesti. Inoltre, a oggi il lavoro in mare è ancora considerato un “tabù”. Però in molte regioni d’Italia e non solo vi sono molti corsi di formazione. Inoltre per legge abbiamo diritto alla disoccupazione per i mesi che stiamo a terra.

Alla luce delle difficoltà che affronti, hai mai pensato a un piano B?

A dirla tutta, inizialmente fare l’animatore era il mio piano B. Speravo di poter fare il cantante a bordo così da far conoscere la mia musica a tutti i miei passeggeri. Devo dire che in parte ha funzionato perché le mie canzoni ora sono la colonna sonora di alcune vacanze in crociera. C’è sempre in mente l’idea che debba essere necessario avere un piano di riserva. In ogni caso, c’è sempre la possibilità di salire di livello e coprire posizioni più importanti, come il direttore di crociera.

Pensi che tutti possano svolgere questo tipo di compito?

No, non è da tutti. Il lavoro in mare non è soltanto la mansione che si ricopre durante i mesi a bodo ma occupa tutta la mia vita. La crociera diventa la tua casa dove ti divertirai, sfogherai e a volte piangerai. Inoltre, penso sia necessario conoscere l’inglese e avere un forte spirito di adattamento.

Ci hai già raccontato da dove nasce l’amore per l’intrattenimento. Perché invece hai scelto di lavorare sulle crociere?

Oltre ad amare il mare, ho sempre adorato l’idea di potermi addormentare in una città e svegliarmi da un’altra parte. Poi a 17 anni ho avuto la possibilità di salire su una Costa crociera come passeggero per una vacanza. da quel momento mi sono innamorato di questo mondo.

Viene prima l’amore per l’intrattenimento o per il mare?

Onestamente non saprei scegliere. Sono due cose che viaggiano in vie diverse. Si può vivere il mare senza l’intrattenimento, e passare le notti sdraiato a guardare le stelle.

Se dovessi scegliere una delle due a cui rinunciare per forza quale sarebbe? Perché?

Penso il mare. La vita senza intrattenimento non è niente. Ridere, sorridere, divertirsi. Sono queste le emozioni che ci tengono in vita.

Proprio in questi giorni ti sei imbarcato nuovamente. Ci hai già detto che lavorare in barca è una mansione che richiede grandi sforzi fisici. Qual è la tua giornata tipo?

È difficile raccontare una giornata tipo perché non abbiamo mai dei compiti prestabiliti. Ogni giorno è diverso, in più lavoriamo a turni: a volte sono impegnato solo mattina e sera. In certe occasioni è richiesta la mia presenza sempre. Generalmente la mattina aiutiamo i passeggeri a uscire dalla nave, chi individualmente chi in escursione. A volte dobbiamo gestirne l’imbarco di nuovi o lo sbarco definitivo. Poi ci riuniamo in ufficio per sistemare le decorazioni, le attività o le feste di quella giornata. Poi siamo liberi di uscire: possiamo fare i turisti e visitare la terra ferma. Nel pomeriggio siamo di nuovo sulla nave per ultimare gli eventi pomeridiani e serali. I giorni più difficili sono quelli di navigazione, perché tutti i passeggeri sono a bordo e lavoriamo tutto il tempo.

Quanto tempo stai in crociera durante l’anno?

Il contratto per noi europei si chiama 5+/-. Vuol dire che si può fare un massimo di sei mesi in barca e un minimo di quattro. In ogni caso, le compagnie sono flessibili e disposte a soddisfare le richieste di un crew Member. Contando poi le ferie, in media sto a bordo tra gli otto e i dieci mesi all’anno.

Come ci hai già raccontato, il tuo lavoro ti dà la possibilità di visitare i posti dove la nave approda. Quali sono i luoghi più belli dove sei stato?

Finora le crociere più belle in cui sono stato sono quella ai Caraibi e quella in Repubblica Domenicana. In una settimana o due sono i momenti più belli, perché ti rechi in isole sperdute con paesaggi da togliere il fiato. Non vediamo l’ora che i giorni di navigazione finiscano per farci una bella gita.

La crociera è sicuramente una bella esperienza, ancor di più se vissuta da turista. Eppure, c’è sempre un po’ di paura legata a questo mezzo. Cosa consiglieresti a tutti coloro che hanno il desiderio di partire in crociera ma il terrore del mare?

Il mare non fa paura. Sulle navi lavorano persone veramente qualificate che sanno gestire anche le tempeste. In più, se ci sono problemi, ci si può fermare in un porto per qualche notte in più. Facciamo un sacco di esercitazioni ogni settimana per l’abbandono nave, oppure simuliamo incendi, per tenerci pronti in ogni evenienza. Inoltre non si tratta di una barchetta di pescatori, ma di un’imponente e sicura imbarcazione. Non c’è nulla di precario da temere.

Quando non sei in crociera, continui a fare l’animatore?

Tornato a casa preferisco il relax. Però rimango una persona molto attiva ed energica. Adoro divertirmi e sono l’anima del gruppo. Per questo mi piace andare alle feste, soprattutto se mi viene data la possibilità di sedermi quando voglio. Non ballo se non ne ho voglia. Di certo non voglio avere dei limiti o degli obblighi imposti.

C’è qualcosa che rimpiangi del tuo lavoro?

L’unica cosa di cui mi pento è che avrei tanto voluto andare in dei villaggi turistici durante la mia ultima estate prima dei diciotto anni. Ho perso un’occasione che mi avrebbe senz’altro fatto crescere.

Qualcuno ti conosce per il tuo profilo TikTok. Per quanto riguarda i social, quando ha iniziato il tuo percorso? Lo ritieni effettivamente un secondo lavoro?

Ho iniziato a usare TikTok in quarantena. Pubblicavo prettamente video in cui cantavo. Per esempio “CaNΖoniDaViaGGio” è andata virale e da questa è nata una playlist su Spotify che consiglio. Ora uso sia TikTok che Instagram per raccontare la mia vita in nave e sto avendo un bel riscontro: ricevo ogni giorno richieste di persone che vorrebbero lavorare sulle crociere e che mi chiedono di sapere di più al riguardo.

Impieghi molto del tuo tempo per realizzare dei video per il tuo profilo?

Sì, purtroppo ho capito che la determinazione è tutto. Non ti nego che a volte è difficile mantenere un ritmo quando si è a bordo.

L’idea di documentare il tuo lavoro con dei vlog nasce per il desiderio di informare il mondo riguardo alla tua categoria o più semplicemente dal tuo bisogno personale di tener traccia di ciò che fai come se fosse un diario di bordo virtuale?

Tutti e due. Ho incominciato principalmente perché molte persone mi facevano domande riguardo al mio lavoro e ho pensato di spiegarglielo attraverso dei video. Poi mi sono reso conto che stavo documentando quello che stavo realmente vivendo, le mie esperienze, le mie giornate. Mi piace anche l’idea che altri crew Member si possano rivedere in me, nei video.

Cosa consiglieresti a tutti coloro che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?

Di provare, di buttarsi. senza paura. Se lo si vuole, almeno una volta nella vita si dovrebbe tenetare perché è una esperienza unica, anche semplicemente per una vacanza. Personalmente penso sia meglio ora che si è ancora “piccoli”, che non si ha una stabilità e si sta ancora crescendo, perché è una grande scuola.

Quanto la tua vita è cambiata grazie al tuo lavoro?

Una marea. Ho imparato a sconfiggere la mia timidezza, a essere più estroverso e sono maturato tanto: a 18 anni è come se fossi andato via di casa, iniziando di colpo a dover pensare con una testa più da grande e ad “allacciarmi” le scarpe da solo.

Vivere per lavorare o lavorare per vivere? Quanto la tua vita rispecchia questa frase? Tra le due cosa scegli?

Io credo che fare il lavoro che ti piace sia la cosa più bella al mondo. Purtroppo siamo in un mondo in cui bisogna lavorare sempre, giorno dopo giorno, e quindi è giusto scegliere quello che veramente ci piace. Io ho fatto così, ho scelto di non seguire l’università, ma mi sono arricchito molto. Parlo bene o male cinque lingue, ho conosciuto un sacco di persone e ho viaggiato tanto.

Prospettive per il futuro?

Dopo tanti anni da animatore sto lavorando sodo per potermi meritare la posizione da capo animatore. Vorrei essere uno degli animatori più giovani a diventare capo. Però in cuor mio il piano A resterà sempre fare l’artista. Mi piacerebbe continuare a coltivare la passione che ho per la musica e il mio sogno è di poterne fare un lavoro vero e proprio!

Grazie mille Etra per la disponibilità che ci hai augurato. Possiamo solo che augurarti di riuscire nel tuo sogno!

Scritto da Gaia Vetrano


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