Ogni 3 giorni in Italia una donna se l’è cercata: i dati del 25 novembre

da un murales di Chiara Loca, realizzato all'Università degli Studi di Milano-Bicocca

di Sofia Ciatti
8 Min.

Victim blaming: colpevolizzazione della vittima

“Se l’è cercata”, “l’avrà sicuramente provocato”, “chissà com’era vestita”, “alle donne serie non succede”.

Secondo l’Istat (rilevazione del 2019), è estremamente radicato in Italia il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza subita.

Questo fenomeno ha un nome: victim blaming, colpevolizzazione della vittima, ovvero quella tendenza psicologica per cui, chi ha subito il torto, è parzialmente o interamente colpevole. Tale processo induce la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi.

Nel caso di una donna che subisce violenza, nel momento in cui ha luogo la sua colpevolizzazione, lei diventa vittima due volte.

Un esempio di victim blaming? L’ha offerto, circa un anno fa, una delle conduttrici tv più in vista, Barbara Palombelli.

Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati, oppure c’è stato un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza”.

Queste le sue parole in merito al tema dei femminicidi, pronunciate nel corso della trasmissione Forum, su Rete 4, andata in onda il 16 settembre 2021.

Violenza sulle donne

La violenza sessuale: i numeri

Il 39,3% degli italiani ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo desidera.
Si attesta intorno al 24% la cifra di chi afferma che le donne possono provocare violenza sessuale con il loro modo di vestire.
Il 15,1%, inoltre, è dell’opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di stupefacenti sia in parte corresponsabile.
Per quasi il 21% della popolazione italiana spesso le accuse di violenza sessuale sono false; per il 7,2% “di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono no ma in realtà intendono sì”, per il 6,2% “le donne serie non vengono violentate”.
In più, il 2% della popolazione italiana è dell’idea che non si possa definire violenza un uomo che costringe la propria partner ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.

Violenza
Fonte: Istat

La violenza sessuale: altri numeri

Circa il 32% delle donne italiane ha subito molestie almeno una volta nella vita, ma a denunciare è solo una minima parte di loro.
Inoltre, il 12,8% delle vittime dichiara di non sapere dell’esistenza dei centri antiviolenza e solo il 35,4% di chi ha subito violenza da un partner ritiene di essere vittima di reato.
Dati Istat riportano che, tra le 6000 chiamate arrivate al 1522 durante il lockdown del 2020, 65 vittime hanno affermato che la propria famiglia le giudicherebbe male e non offrirebbe alcun supporto se denunciassero la violenza perpetrata ai loro danni.
È elevata la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita (il 28,1% nel caso di violenze da partner, il 25,5% per quelle da non partner), di chi non denuncia (i tassi di denuncia riguardano il 12,2% delle violenza da partner e il 6% di quelle da non partner), di chi non cerca aiuto; sono pochissime le donne che si rivolgono ad un centro antiviolenza o, in generale, ad un servizio specializzato (rispettivamente il 3,7% nel caso di violenza nella coppia e l’1% per quelle al di fuori).

Violenza
Violenza contro le donne: i dati italiani /Il Giorno

Chi, quando, dove, perché

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (schiaffi, calci, pugni) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).
In più, il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute: in particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.
Nel 40% dei casi in cui la violenza è stata perpetrata in pubblico, nessuno, nonostante ne sia stato testimone, è intervenuto.

Violenza

Non solo violenza sessuale

La violenza assume diverse forme: esiste quella fisica, che, nel caso di una donna, si tramuta ben presto in una violenza di tipo sessuale, ma esiste anche la violenza sociale, lavorativa, economica.
Esiste contestualmente la violenza psicologica, spesso più dolorosa di quella fisica, nonostante non siano visibili graffi, lividi o contusioni sul corpo.
La violenza psicologica, in particolare, si esplica su più piani.

Gaslighting, perspecticide, breadcrumbing

Ti stai inventando tutto”, “Sei l’unica persona con cui ho questi problemi”, “Sei troppo suscettibile”, “Nessuno può amarti come me”. Queste sono le tipiche frasi di chi pratica il gaslighting, una forma di manipolazione psicologica che conduce l’altra persona a dubitare di se stessa, della sua percezione della realtà, facendo leva sulle sue debolezze.
Esiste poi una strategia con cui il manipolatore modifica le abitudini o il modo di essere e fare della vittima, portandola a sentirsi inadeguata e riuscendo così a tenerla sotto controllo, esattamente come un burattino.
Si tratta di un annullamento, un’uccisione della propria personalità (perspecticide), che può condurre la vittima a cambiare i propri ideali politici, religiosi, sociali pur di compiacere il carnefice.
Un altro comportamento tossico è indicato dal termine breadcrumbing, letteralmente “spargere briciole”: chi perpetra tale violenza, lancia segnali ambigui con la volontà di verificare se è ancora vivo l’interesse della vittima nei suoi confronti, in modo tale da poter uscire ed entrare a piacimento dalla vita di quest’ultima.

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Se hai bisogno di aiuto, chiama il 1522: è gratuito, attivo 24 ore su 24 e accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Scritto da Sofia Ciatti


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