Il Bacha Bazi, che significa “giocare con i bambini”, noto anche come bacchá (dal persiano bachen, “bambino”, “ragazzo”) o bacha bi-reesh (“ragazzino imberbe”), consiste in una forma di schiavitù puramente sessuale che coinvolge i ragazzi dai 9 ai 18 anni circa. Questo è un vero e proprio business in Afghanistan: dapprima essi affrontano una specie di periodo di formazione, poi vengono costretti ad indossare abiti femminili e a ballare danze sensuali.
Ma come avviene questa selezione?
Per puro scopo edonistico, i ricchi signori (spesso i pashtun) comprano questi ragazzi , promettendo alle famiglie – generalmente molto povere – soldi, alimenti o terre, oppure li rapiscono direttamente. Alcuni dei pashtun tengono diversi bacha e li usano come status symbol, un’esibizione delle loro ricchezze. Tuttavia, al compimento dei diciannove anni o al comparire dei primi peli della barba non serviranno più. Verranno lasciati liberi perché continuino con le loro vite, ma il danno psicologico causato da anni di abusi sessuali e isolamento renderà estremamente difficile il loro reinserimento nella società.

Un’altra cosa preoccupante, oltre alla pratica della cultura stessa, è il fatto che tutti ne siano a conoscenza, ma nessuno agisca. Un documentario realizzato da PBS Frontline, “The Dancing Boys of Afghanistan“, fa un excursus agghiacciante e preciso della situazione. Un giornalista afgano con accesso all’interno di un anello di sfruttamento sessuale che opera in provincia di Takhar, nel nord dell’Afghanistan, indaga su questa pratica illegale, parlando con i ragazzi e i loro padroni e documentando come le autorità afghane, che dovrebbero fermare questi crimini, siano talvolta loro stessi complici nella pratica e partecipanti in prima fila alle cerimonie danzanti.
Come vengono trattati i ragazzi?
Secondo l’Afghanistan Independent Human Rights Commission (AIHRC), le vittime vengono spesso picchiate: lesioni che provocano emorragie interne, protrusione di intestini, lesioni alla gola, arti fratturati, denti rotti, strangolamento e, in alcuni casi, persino la morte. Non sorprende che l’AIHRC abbia scoperto che l’81% delle vittime vuole abbandonare la cosiddetta “professione“.
Un infimo tentativo di sostituire la presenza delle donne alle quali non è permesso ballare in pubblico (e che però vengono maltrattate ugualmente) e una pratica sì illegale ma che trova ancora i suoi rudimenti nelle antiche tradizioni locali e che per questo è largamente accettata.
Le origini del Bacha Bazi
Questa pratica non è da considerarsi molto recente: già dall’Ottocento un certo numero di viaggiatori europei hanno riportato la loro testimonianza a riguardo. Attraversando il Turkestan nel 1872/73 l’esploratore e diplomatico Eugene Shuyler osservò che “qui ragazzini maschi e giovani appositamente formati ed istruiti assumono il ruolo che in altri paesi hanno le danzatrici femmine. Tali danze non giungevano mai all’indecenza, anche se a volte potevano assumere un tono molto provocante… Questi batchas o ragazzi-ballerini sono un istituto riconosciuto in tutto il territorio dell’Asia centrale, mentre nel Khanato di Kokand questi balli pubblici già da alcuni anni sono stati proibiti. A Tashkent la tradizione ha fiorito fino a quando una grave epidemia di colera ha convinto i mullah che il Bacha Bazi violava i precetti coranici“.
Anche il conte Pahlen contribuì alla testimonianza, nel 1908/09, importante soprattutto per capire le dinamiche della cultura:

Sdraiati su cuscini e tappeti si fuma il narghilè… Come l’orchestra inizia a suonare entrano i batches, giovani maschi appositamente addestrati per eseguire un particolare insieme di danze. A piedi nudi e abbigliati come donne, con lunghe e vivaci camicie di seta che arrivano alle ginocchia e pantaloni stretti fissati attorno alle caviglie, le braccia e le mani brillano piene di anelli e braccialetti. Portano i capelli lunghi fino a raggiungere le spalle, anche se la parte anteriore del capo è rasata. Le unghie delle mani e dei piedi sono dipinte di rosso mentre le sopracciglia sono di un nero corvino. Le danze sono costituire da contorsioni sensuali di tutto il corpo il quale ritmicamente si muove avanti e indietro e con le braccia alzate in un movimento tremante. Gli occhi degli astanti brillano d’ammirazione ed il tutto si conclude coi ballerini che cadono esausti a terra.
Ai tempi della guerra civile afghana i talebani dichiararono illegale il bacha bazi, perché incompatibile con la legge della Sharia. Dal 1993 fino all’invasione americana del 2001 la pratica era punibile con la morte, ma tornò poi di nuovo di moda con il declino del regime talebano nel 2002, quando non furono più applicate dure punizioni. Il governo afghano non è stato in grado, insomma, né tanto meno disposto, ad affrontare il problema. Dal 2017, il codice penale afghano riconosce la pratica del Bacha Bazi come illegale e la punisce da sette anni fino alla pena capitale: però, di fatto, la corruzione è talmente dilagante che nulla sta in piedi.

Il Bacha Bazi, oltre che per le leggi afghane, è illegale secondo i protocolli internazionali sulla tutela dei bambini, come ad esempio nella Convenzione universale sui diritti dell’infanzia e in altre convenzioni sui diritti umani che l’Afghanistan ha ratificato. L’articolo 34 della Convenzione universale sui diritti del fanciullo evidenzia l’obbligo, degli Stati parti di agire contro lo sfruttamento e abuso sessuale dei minori.
Scritto da Giorgia Lelii
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