Il Tempo della vita tra le dita

di Alessia Agosta
7 Min.

Non è mai facile accettare la fine di qualcosa, e lo è ancora meno accettare che la vita e il tempo scorrono inesorabili davanti ai nostri occhi. O meglio, tra le nostre dita, senza che ce ne accorgiamo.
Nei momenti di sconforto, i ricordi possono salvare le persone.

Tempo

Il concetto di tempo affascina da sempre l’uomo, e credo si possano individuare anche diversi tipi di tempo, in base all’interpretazione che gli si può dare.
Non serve fare mistero delle conseguenze che lo scorrere del tempo porta nella vita delle persone: alcuni sostengono che lenisca le ferite, altri, invece, che le riapra. Il tempo che fluisce, a volte, non è altro che una coperta che nasconde dietro di sé l’orgoglio delle persone.
Spesso per non prendere in mano una situazione scomoda, si incolpa il tempo: “è passato troppo tempo, si sarà sicuramente dimenticata di me”. Ma è il tempo che passa, o tu che lo lasci passare invano?
È così, attraverso i ricordi, che il “tempo banale” diventa Tempo della vita.

Ricordi…

Mi piace definirlo così, perché il tempo diventa Tempo solo quando gli diamo importanza, lo rendiamo ricco di ricordi. La parola “ricordo” deriva dal latino re- indietro e cor- cuore. Richiamare al cuore, poiché il cuore veniva considerato come la sede della memoria.
A pensarci bene, in un’accezione che molti riterrebbero cinica ma che in realtà è un possibile modo di vedere la vita e darle la giusta importanza, il presente non esiste, perché è già passato. Quello che stavate facendo cinque minuti fa, per quanto sia un passato vicino, pur sempre passato è.
Ecco che il Tempo acquisisce valore solo dalle memorie, poiché mentre viviamo un bellissimo momento, non è già più presente, ma sta assumendo la forma più primordiale di ricordo.
Rendere il tempo prezioso serve per avere, in un futuro, un momento che si può rivivere solo attraverso le immagini della nostra mente e le sensazioni.
Sono molti gli psicoterapeuti che considerano curativo creare molti ricordi, specie in una società sempre online come la nostra, dove tutto è troppo veloce per poter essere trasformato in storia. 
Senza dimenticare il famoso studio dell’Università di Louisville, in cui gli scienziati hanno appreso che il cervello, subito dopo la morte, in circa 30 secondi rivive i ricordi più belli della vita del defunto.

foto ricordo

… o esperienze?

Mi è di difficile comprensione come mai le persone trattino il concetto di “ricordo” in negativo. Spesso si confonde il vivere di ricordi con il vivere con ricordi.
Ciò che è stato è stato, quindi tutte le situazioni negative che ci si ritrova a vivere possono solo che lasciare saggi insegnamenti, ma nulla di più. Cambiare il passato non si può.
Ma qui non si tratta di ricordo. Questa è un’esperienza che nel momento stesso in cui stava per diventare ricordo, è diventata insegnamento. Mi spiego meglio: se un’amica si comporta male, l’esperienza mi insegnerà a stare più in guardia riguardo un certo tipo di comportamenti e, per quanto si possa ricordare con affetto un’amicizia, ciò che più resta è la lezione che la situazione mi ha lasciato. Lo step-ricordo viene messo in secondo piano.
Quindi i ricordi sono solo positivi? Sì. E un milione di volte, sì. 

Serve felicità

Senza girarci attorno e raccontarsi favole, le esperienze negative lasciano un sapore amaro dentro di noi: a nessuno piace essere usato, tradito, messo all’angolo o in secondo piano. Per quanto possiamo trarne insegnamenti, sempre di brutte situazioni si tratta.
Nella vita serve felicità, essere contenti e grati per il solo fatto di potersi svegliare, ogni singolo giorno, e poter vedere il mondo che ci circonda. Questo discorso non vuole assolutamente cadere nel cliché “ama la natura” e blablablà, vorrei più che altro portare all’attenzione una cosa che molti si dimenticano nella quotidianità: siamo vivi; abbiamo i piedi poggiati sulla terraferma; siamo in salute; abbiamo due occhi che ci permettono di vedere ciò che ci circonda, le persone a cui teniamo, i colori; due orecchie con cui ascoltiamo la musica che ci mette di buon umore o che sfoga le nostre emozioni. Partire da questo tipo di riconoscimento ci renderà estremamente presenti in un presente che non esiste.
Creerà dei ricordi, dei momenti che ricorderemo con affetto.

ricordi del tempo

Il Tempo della vita

Scorre, avanza, fluisce, passa. Veloce, inesorabile, arrogante, senza voltarsi. Al tempo non interessa di noi, è anzi completamente slegato dalla nostra persona.
Siamo noi a doverlo rendere meritevole, ad avere un piccolo pezzo di tempo da chiamare Nostro tempo.
Un amico che ti presta la felpa se hai freddo, chi ti offre un passaggio perché sa che sei stanco, un pomeriggio nella natura, le camminate in montagna, un bagno al mare, il sole che scalda la pelle, ridere a crepapelle, cucinare il piatto preferito di una persona cara. E ancora. Sono tantissime le attività che creano ricordi, che in un momento di sconforto, in cui davanti troviamo solo un baratro scuro pronto ad accoglierci, ci fanno dire: “Però… come mi sono divertito quella volta”. Come scalda il cuore il sorriso sincero di un nostro amico o famigliare.
Questa è Vita
Questo è il genere di ricordi che rende il Tempo valido, importante.
Non ricordi a cui pensiamo durante una chiacchierata con gli amici, ma quelli che ci propone in automatico la nostra mente quando più ne sentiamo (inconsciamente) il bisogno.

Il Nostro tempo

Il tempo, allora, smette di passarci tra le dita e siamo noi, ora, ad impugnarlo. Ad avere una vita piena, colorata, rigogliosa. Perché siamo stati abbastanza bravi dal saper riconoscere la felicità nelle grandi cose. Sì, perché l’amicizia, l’amore, l’affetto, la felicità, non sono piccole cose, anzi.
Tutto ciò non significa organizzare ogni giorno qualcosa di memorabile, ma trovare nel quotidiano quel dettaglio, all’apparenza insignificante, che renderà pregevole il nostro passato e aggiungerà un pezzo al puzzle del Tempo della vita.


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