Singin’ in the Rain (1952): il pioniere dei musical

di Emanuele Fornito
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Trama

Nella transizione da muto a sonoro, un attore hollywoodiano si ritrova a fare i conti con quella che fu una nuova faccia assunta dall’industria cinematografica statunitense, tra difficoltà, scontri e nuovi amori.

Recensione di Singin’ in the rain

Tra i musical più celebri ed apprezzati, Singin’ in the Rain è riuscito, nel corso degli anni, a far sognare intere generazioni, ispirando diversi registi contemporanei: il film, d’altronde, non può che avere questo effetto, anche per chi non è amante del genere.

singin' in the rain
Una scena tratta dal film

La storia è di classica matrice hollywoodiana: i fatti si svolgono durante uno dei momenti storici più importanti per Hollywood, ovvero il passaggio dal cinema muto al sonoro, che ha rivoluzionato totalmente il modo di fare cinema. Una rivoluzione unita all’amore che nasce tra i due protagonisti Don (Gene Kelly) e Kathy (Debby Reynolds), i quali si incontrano per caso e finiranno per lottare l’uno per l’altro in una Hollywood fatta di competizioni quasi estreme. E’ infatti la star del cinema muto Lina Lemont (Jean Hagen) a porre i bastoni tra le ruote alla donna: innanzitutto poiché la Lemont possiede una voce acutissima che, con l’avvento del sonoro, rende l’attrice inadeguata; vi è poi l’amore che la donna prova per Don, un sentimento non corrisposto che vive soltanto nelle pagine di riviste di gossip.

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Dall’altra parte vi è invece Kathy, talentuosa e dotata di una fantastica voce, oltre che la donna davvero amata dall’amatissimo attore. E saranno proprio Kathy e Don, con l’aiuto del creativo musicista Cosmo Brown (Donald O’Connor) ed il produttore R.F. Simpson (Millard Mitchell) a portare in sala idee sempre nuove per cavalcare l’onda del sonoro, creatasi grazie al rivoluzionario film The Jazz Singer della Warner.

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Attraverso una sorta di metacinematografia, il film diviene dunque un musical nel musical, andando ad esplorare quelle che furono le numerose difficoltà che l’industria fu costretta ad affrontare: sono ormai iconiche le comiche scene in cui si tenta di posizionare correttamente il microfono di scena, o quelle in cui gli attori cercano di imparare la dizione, o ancora quelle in cui Cosmo cerca di risollevare l’animo dell’amico Don. Ed è proprio un’equilibrata comicità, unita alla forza del comparto sonoro e della scenografia a costituire il punto di forza del film, il quale ha tutte le carte in regola per inserirsi nella schiera dei film “immortali”: d’altronde, a distanza di ben 71 anni, Singin’ in the Rain ha dimostrato di saper tenere testa alla prova del tempo.

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Infatti, le iconiche scene girate dai protagonisti che cantano e ballano su sfondi dai colori meravigliosi, racchiudono in sé l’essenza del film stesso: la musica e l’amore riescono a dare emozioni così forti da farci dimenticare per un attimo il limite tra sogno e realtà, ed è quello che fa anche il cinema. E’ per questo motivo che Gene Kelly canterà Singin in the Rain, ballando sotto la pioggia nella celeberrima scena, ancora per tanti anni a venire, facendo sognare molte altre generazioni.

Scritto da Emanuele Fornito


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