Urla, insulti e maledizioni contro gli altri automobilisti: un fenomeno diffuso nelle strade di tutto il mondo. Perché guidare ci fa diventare così aggressivi?
Ammettiamolo, a tutti noi è capitato di trovarci almeno una volta in auto con un parente o un amico che mentre guida non risparmia insulti e imprecazioni. Potremmo pensare che ciò derivi dalla personalità di quella persona o che sia un’abitudine tutta italiana, ma non è così.
La “road rage”
L’aumento di aggressività quando si è alla guida è un fenomeno che si verifica in ogni parte del mondo, ed è stato classificato col termine “road rage“. Nello specifico, con questa definizione si fa riferimento ad un comportamento aggressivo assunto dagli automobilisti che può includere urla, insulti, minacce fisiche o comportamenti spericolati alla guida.
La road rage in alcuni casi può portare a scontri verbali, danneggiamento dei veicoli altrui e colluttazioni. Nei casi più gravi, invece, si arriva fino a scontri con armi bianche o da sparo, da cui emergono feriti e morti.
Gli studi
A causa della vastità del fenomeno in Italia, la questione è diventata oggetto di studio per gli psicologi. Secondo l’Osservatorio dell’ASAPS, infatti, nel 2021 sono state registrate 160 aggressioni fisiche tra automobilisti nelle quali sono morte 4 persone e 184 sono rimaste ferite.

Sulla road rage si è espressa Rita Ciceri, direttrice dell’Unità di ricerca in Psicologia del traffico dell’Università Cattolica di Milano:
“Al volante si scatena un’aggressività tale da comportare atteggiamenti che non si assumerebbero mai in altri contesti, anche nei soggetti non irosi. L’auto dà l’idea di una corazza, facendoci sentire protetti e portati ad affrontare il prossimo con meno timore: così, compiamo azioni che fuori dall’abitacolo non facciamo, come dire parolacce o fare gestacci e accettiamo più facilmente le provocazioni”.
Inoltre, aggiunge Rita Ciceri, prevenire queste situazioni non è affatto facile, ma ci sono alcuni consigli che sarebbe meglio rispettare:
“Mai sottovalutare la collera in auto, nemmeno la propria, per non provocare quella altrui. Non accettare provocazioni. Fare attenzione anche i piccoli gesti: c’è chi si arrabbia per poco. Infine, cercare di disarmare l’aggressore con le parole, mostrando che il gesto che lo ha irritato non è stato volontario.”
Scritto da Mirko Aufiero
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