Reato di “raduni pericolosi”: le polemiche sul nuovo decreto

di Francesco Alessandro Balducci
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Lo scorso lunedì il Governo Meloni leader Giorgia Meloni, ha presentato un decreto legge, contenente alcuni nuovi provvedimenti. Tra questi, spicca il decreto che introduce, all’articolo numero 5, il reato di “invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica“.

La formulazione non parla esplicitamente di rave party o simili. Però ha fatto immediatamente scalpore, perchè sembra un provvedimento ad hoc, come reazione ai fatti avvenuti a Modena. Ma sia Giorgia Meloni, sia il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, hanno fatto riferimento ai fatti di Modena.

Il decreto non cita concretamente i “rave party“, anche perchè sarebbe difficile definirli. Si tratta generalmente di feste di musica techno organizzate senza permesso in luoghi pubblici. Ma il timore maggiore è che la norma venga applicata a raduni e manifestazioni, che con i rave party non hanno niente a che fare, per esempio le proteste studentesche.

La discussione delle forze politiche

Andrea Orlando del PD, in passato Ministro della Giustizia, è stato uno dei primi esponenti dell’opposizione ad annunciare incomprensioni sul decreto. “Bisogna leggere con molta attenzione la norma anti-rave. Al netto delle pene spropositate, potrebbe non valere solo per rave“. Enrico Letta ha rincarato la dose, evidenziando come, secondo lui, con questo decreto non si vada a colpire i rave party, ma la libertà dei cittadini.

La risposta di Piantedosi si delinea come un tentativo di calmare le acque. Il Ministro dell’Interno, infatti, ha spiegato che il decreto intende colpire effettivamente i rave party. Ma la giurista Vitalba Azzolini ha risposto mettendo ulteriormente in evidenza le imprecisioni all’interno di esso. Secondo Azzolini, il decreto fornisce alle forze dell’ordine la libertà di esercitare un potere di sgombero molto discrezionale. “Non fornisce criteri per definire la pericolosità. Oggi potrà essere sgomberata qualunque occupazione non autorizzata. Pure quella del liceo, se l’autorità reputa ex ante, in modo discrezionale, che potrebbe risultare pericolosa“.

Piantedosi ha sottolineato che un provvedimento del genere era già in previsione da tempo. Ed il rave a Modena ha solo, in un certo qual modo, accellerato i tempi d’azione. In tutto questo però, è sembrato passare sotto traccia il raduno di Predappio in occasione del centenario della Marcia su Roma. Passi il fatto che l’apologia di fascismo è già di per sè un reato, non è chiaro se manifestazioni del genere possano rientrare o meno tra i comportamenti punibili.

Cosa si rischia

Il reato sarà inserito nel Codice Penale, all’articolo 434-bis. La pena prevede da tre a sei anni di reclusione e una multa da 1.000 a 10mila euro per chi organizza o promuove il raduno. Per chi partecipa invece la pena potrebbe essere più bassa. Anche in questo caso, si evidenzia la profonda imprecisione nell’identificare pene e colpe ben precise.

Il reato prevede anche la “confisca elle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato“. Quanto pronunciato da Piantedosi, in questo senso, sembra far riferimento ai mezzi di trasporto e agli oggetti, elettronici e analogici, generalmente utilizzati nei rave. Ma, anche in questo caso, il testo è molto vago.

Il decreto legge deve essere convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni, ma vista la maggioranza di cui gode il governo non ci dovrebbero essere grosse sorprese, a meno di ripensamenti a seguito delle ultime polemiche.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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