Pornografia: una definizione che cambia nel tempo e nello spazio

di Maugeri Costanza
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

La pornografia esiste fin dall’alba dei tempi. Ed è fin dall’alba dei tempi che smuove negli esseri umani sentimenti governati da un gioco di forze opposte: vergogna e scandalo, ma anche controversi interesse ed eccitazione sessuale.

La definizione di pornografia, però, così come ogni altro fenomeno, è cambiata nel tempo e nello spazio, trovando – spesso – dimora nell’angolo taciuto della narrazione storiografica

Ma partiamo dalla base, andiamo a consultare il significato che ci fornisce l’Enciclopedia Treccani

[dal fr. pornographie, der. di pornographe «pornografo»]. – 1. Trattazione o rappresentazione (attraverso scritti, disegni, fotografie, film, spettacoli, ecc.) di soggetti o immagini ritenuti osceni, fatta con lo scopo di stimolare eroticamente il lettore o lo spettatore

La definizione enciclopedica, peò, ha un limite poichè a cambiare nel tempo e nello spazio non è quest’ultima, ma, ad esempio, il contenuto visivo che rientra in essa. E, per tale motivo, può apparire piuttosto sfuggente. Anche perchè vi è un altro concetto da tenere a mente: l‘erotismo. Che, a differenza della pornografia, non è necessariamente esplicito, anzi, si gioca spesso sull’illusione e sull’implicito. E, inoltre, è molto più complesso perchè può nascere e nutrirsi dal e del sentimento amoroso.

 Rappresentazione artistica, più o meno consapevole, di scene, situazioni, ecc. in cui si fa riferimento, non necessariamente esplicito, a parti o aspetti del corpo capaci di evocare il piacere amoroso-

Pornografia: tra relativismo e storia

Una raffigurazione di un tempio di Khajuraho

Pensiamo, ad esempio, a Khajuraho, la città indiana celebre per le raffigurazioni sessualmente esplicite che ricoprono le pareti dei suoi templi. Nel XIX secolo i viaggiatori europei si scandalizzarono di fronte ad esse. Oggi, con molta probabilità, ci provocherebbero, a stento, una risatina, niente più.

O ancora pensiamo a quelle società in cui potere politico e religioso coincidono. Nelle quali film che sui nostri canali sarebbero trasmessi senza alcun problema, lì, sarebbero oggetto di censura, forse, proprio per pornografia. Questa differenza è da attribuire a un dato incontrovertibile: la sessualità, soprattutto quando considerata esplicita, – e tutto ciò che le ruota intorno – fa vacillare un sistema complesso e secolare di valori morali che tendono – quasi visivamente – verso l’interno che all’esterno.

O, ancora, facciamo un passo indietro al mondo classico, pensiamo, ad esempio, al mos maiorum romano che condannava tutto ciò potesse minare la rispettabilità e l’onore – in particolar modo – della figura femminile. Eppure, in quella stessa società era presentissimo l‘elemento dionisiaco: non mancavano orge, prostituzione e perversioni sessuali. Anzi. Nelle taverne e nei locali delle classi sociali più indigenti erano letteralmente esposti. Sui muri di Pompei ed Ercolano si possono vedere i listini prezzi delle prostitute. Nei luoghi di culto era praticata anche la cosiddetta prostituzione sacra, inserita, quindi, all’interno di un rituale religioso. Una pratica che sottolinea, ancora una volta, il relativismo di ciò che consideriamo pornografico e che condanniamo – se lo condanniamo – come tale.

La stampa, un mezzo “pornografico”

Sia in Asia che in Europa l’invenzione della stampa – 1500 e 1600 – favorì un incremento della circolazione di contenuti pornografici ed erotici. Le shunga, in Giappone, immagini realizzate con stampa stilografica circolarono così tanto che il Governo prese dei severi provvedimenti per limitare il fenomeno. In Europa, invece, non furono poche le opere considerate pornografiche accompagnate spesso da didascalie umoristiche e romantiche riprese dal mondo classico. Che avevano non solo lo scopo – principale – che si può immaginare, ma anche d’intrattenimento.

Pornografia oggi: i pericoli di un’illimitata accessibilità

La concezione di pornografia attuale affonda le sue radici nell’Illuminismo. Anche se – da allora – è cambiata radicalmente. I social media e, in generale, internet hanno aumentato esponenzialmente – e quasi illimitatamente – la disponibilità e l’accessibilità di e a contenuti pornografici di qualsiasi tipo. Pensiamo, ad esempio, a Pornhub e alla possibilità di trovare in pochi minuti – se non secondi – il contenuto pornografico più adatto a noi.

D’altra parte, però, l’idea di rapporto sessuale subisce così una distorsione. Immaginiamo un ragazzino o una ragazzina di 12anni, ma anche di 15 o 17 anni che entra in contatto con questi contenuti senza alcuna supervisione, senza avere accesso ad un’adeguata educazione sessuale – affettiva nei luoghi formativi. Cosa penserà, se non che quella sia la realtà? Per questo, ad oggi, è essenziale promuovere un’educazione sessuo – affettiva nelle scuole che coincida con quella digitale. Un altro pericolo, sempre più presente, è, infatti, la condivisione non consensuale di materiale pornografico. L’esplicitazione del consenso, così come la comunicazione verbale – e non – fondamentale nel rapporto sessuale spesso non è contemplata – o in misura trascurabile – nei contenuti pornografici. Essi rappresentano, invece, gli elementi che rendono il sesso un luogo di condivisione, rispetto, libertà e parità.


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