La parola “gaslighting” è stata ufficialmente definita la parola dell’anno. Questo fenomeno, specie negli ultimi anni, sta acquisendo sempre più valore nel vocabolario della stampa e in quello sociale della Gen Z, ma a moltissimi non è chiaro il suo significato e come riconoscerlo.
La parola gaslighting deriva dal verbo “to gaslight” e come spiega Treccani:
“Sono una serie di comportamenti manipolatori – come fornire false informazioni o negare ciò che si è appena affermato – volontariamente attivati per minare la fiducia di base della vittima, la cui memoria e giudizi di realtà saranno sconvolti con grave pregiudizio per l’equilibrio mentale“.
Chi è che attua il Gaslighting?
Il Gaslighter spesso è assolutamente consapevole di ciò che fa. Le sue azioni sono infatti calcolate e mirate proprio a confondere e delegittimare l’oppresso, così che possa trarne vantaggio.
Ma non sempre è così: ci sono casi dove si può agire inconsapevolmente in questo modo, ma – traendone benefici – si continua a farlo.
Quindi chiunque ne sia colpevole, non è comunque per nessuna ragione giustificato.
Un esempio di persona che può mettere in atto il gaslighting è il narcisista patologico: caratteristica di chi soffre di narcisismo è proprio la manipolazione.
I soggetti con questo disturbo cercano di colmare la loro “povertà” relazionale con il gaslighting, inventando una realtà a loro congruente che lenisce la sofferenza.
Chi soffre di Gaslighting?
Non ci sono persone predisposte a subire il gaslighting. Anche le persone più intelligenti ed acculturate possono soffrirne poiché spesso a farlo sono persone molto vicine come un partner, gli amici o la propria famiglia.
Come riconoscerlo e prevenirlo?
Gli effetti a lungo termine causati da questo fenomeno possono essere la corrosione dell’autostima e la perdita di fiducia in se stessi e della realtà, alterando la sanità mentale.
Inoltre ciò può compromettere rapporti futuri.
Esistono però numerosi segnali per capire di star subendo del gaslighting, ecco alcuni esempi:
- Raccontare bugie senza rimorso o vergogna: questo tipo di azione è volta a destabilizzare l’individuo che ne è vittima.
- La negazione di azioni da loro fatte nonostante delle prove contrarie: questo può portare una persona a dubitare di sé stesso e di mettere in discussione i fatti. Più viene ripetuta questa azione, più si crede alla loro versione ed essere sottomessi a essi.
- Il totale cambio di comportamento periodico nei confronti della vittima: un giorno la trattano male, il giorno dopo si hanno le azioni opposte. Questo col tempo può far crollare la concezione della realtà della vittima.
- La ricerca della vittoria in ogni discussione: nonostante abbiano torto, la loro grande capacità nel sviare i discorsi fa vincere ogni discussione contro la vittima che finisce per autocolpevolizzarsi ed essere sempre più succubi.
Come si esce da situazioni del genere?
Prima di tutto bisogna essere consapevoli di star subendo questo fenomeno. Successivamente ci si deve allontanare dai gaslighter e intraprendere un percorso di riacquisizione di fiducia, in casi gravi, sarebbe meglio contattare un terapeuta.
Per far sì che non dilaghi, è dovere di tutti fare sensibilizzazione su questo fenomeno che andando avanti col tempo sta colpendo sempre più persone che non sanno neanche l’esistenza di questa problematica.
“Quando si è vittima di questo abuso, si ignora la propria voce interiore e l’istinto.”
Scritto da: Alessio Pio Pierro
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