La Pepsi riuscì a sfondare la cortina di ferro durante la Guerra fredda … voi lo sapevate? Ecco la storia!

Fu alla fine degli anni ’50, in un mondo sempre a un passo dal conflitto generale, che la Pepsi approdò in territorio sovietico. La storia, sebbene vera, sembra pura fantasia!
Nel 1959 il Presidente degli Stati Uniti Eisenhower, alla Casa Bianca già da sei anni, decise che fosse arrivato il momento di far vedere ai sovietici lo stile di vita statunitense. Perché non mostrare all’URSS i benefici del capitalismo, d’altronde? E perché non farlo organizzando e inaugurando l’Esposizione nazionale americana proprio a Mosca?
Fu questa la decisione del governo Eisenhower, che mandò in missione di rappresentanza il Vice Presidente Nixon. All’American National Exhibition parteciparono oltre 450 aziende americane, tutte estranee ai sovietici. Tra General Motors, la Disney e IBM figurava anche la Pepsi, che ebbe un ruolo chiave in un particolare incontro tra Nixon e Kruscev, allora Primo Segretario del PCUS.
Pepsi, Nixon e Kruscev

Durante l’esposizione avvenne l’incontro tra Nixon e Kruscev, i quali finirono per discutere durante davanti alle esposizioni di cucine. Il “kitchen debate” fu così impetuoso che Kruscev ne uscì provato e affannato. La posizione dei due? Davanti lo stand della Pepsi, posto in cui un abile Kendall (Vicepresidente del marchio) propose al leader dell’URSS un bicchiere della bevanda.
Fu uno dei momenti più importanti dell’intera esibizione e una vittoria senza precedenti per l’industria americana, nonché per Kendall, che si giocava il tutto e per tutto con l’amministrazione senior della Pepsi.
Immortalato il momento e messo in mano un bicchiere di Pepsi a Kruscev, come portare la Pepsi in territorio sovietico? A Kendall è riconosciuto il ruolo di colui che rese la Pepsi il primo bene di consumo americano distribuito nell’Unione Sovietica … ma come ci riuscì?
Rublo o baratto?

Divenuto CEO della Pepsi, Kendall decise che l’esportazione della Pepsi nell’Unione Sovietica dovesse diventare realtà. Kendall sfruttò Nixon, ormai nel 1972 Presidente degli Stati Uniti, con cui cercò di stipulare accordi commerciali con l’impero sovietico.
L’unica questione da risolvere alla stipula dell’accordo fu quella del pagamento. Come poteva l’URSS, che non aveva accesso a moneta straniera, pagare in rublo se questo non poteva essere scambiato nel mercato internazionale? La risposta fu il baratto.
La vodka venne barattata per la Pepsi, la quale divenne primo importatore esclusivo della bevanda russa. L’accordo durò fino al 1987 quando, giunto al termine, si diede il via ad una nuova negoziazione. I problemi rimasero comunque gli stessi, soprattutto dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan e il crollo della richiesta di Vodka negli Stati Uniti.
Pepsi sesta potenza militare al mondo

Ebbene sì, dalla vodka si è passati alle navi da guerra. L’accordo concluso nel 1989 prevedeva la cessione alla Pepsi di 17 sottomarini, un incrociatore, una fregata e un cacciatorpediniere. Sebbene acquisito ormai lo status di potenza militare più grande del mondo, tale record venne mantenuto dalla Pepsi per poche settimane. Le navi diesel non partirono mai e vennero vendute ad una compagnia svedese, che le smantellò e ne riciclò l’acciaio.
L’impero Pepsi in terra sovietica ebbe vita breve, nonostante l’accordo del 1989 aveva durata fino al 2000. Con la dissoluzione dell’URSS e l’apertura al libero mercato, la Pepsi perse terreno, finendo per scontrarsi con la Coca Cola, ormai arrivata anche nei territori dell’ex URSS.
Scritto da Emanuele Lo Giudice
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