Ostia, caso agghiacciante: 15enne ripresa mentre viene stuprata, il fidanzato presente

di Giorgia Lelii
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C’è un video, un video che racconta, che immortala un momento intimo che l’ex fidanzato della vittima ha mostrato ai propri compagni di classe. «Mi hanno detto dei video, in uno si vede la mia faccia, non ti avevo autorizzato a diffonderlo, sei un pezzo di m… come i tuoi cugini», avrebbe detto lei in un messaggio all’ex.

La vicenda risale all’ottobre dell’anno scorso, ad Ostia: la prima volta, Caterina è stata violentata in un’auto da due fratelli di vent’anni, la seconda a casa del fidanzato, complice in entrambe le situazioni. Anzi, il ragazzo 16enne è stato persino testimone dello stupro, senza nemmeno alzare un dito per difendere colei che avrebbe dovuto meritarlo di più: i due fratelli, di 23 e 24 anni, boxer e calciatore e cugini del fidanzato, sono stati condannati agli arresti domiciliari e non al carcere per violenza sessuale di gruppo, mentre il ragazzo è indagato per favoreggiamento

Le indagini sono iniziate dopo qualche settimana dall’evento: a pochi giorni dall’inizio della relazione con il fidanzatino e la tragica vicenda, Caterina, affetta da disturbi psichici, è riuscita a raccontare tutto alla madre, tra le lacrime. La donna è accorsa subito al Distretto di Ostia, dove ha riferito l’accaduto alle autorità, che hanno avviato il codice rosso per i casi legati alle violenze sessuali su minorenni. Intanto, la 15enne è stata portata in ospedale per effettuare i dovuti accertamenti.

Nelle settimane successive, la ragazza è stata assistita da psicologi in un’audizione protetta, con soli investigatori presenti. Una volta interrogato, il fidanzato ha ammesso di aver assistito ad entrambe le violenze sessuali senza intervenire.

Nonostante non siano state diffuse parecchie informazioni riguardo agli avvenimenti, per il momento si escludono ragioni di soldi, cessione di stupefacenti o sfruttamento della prostituzione minorile: nei prossimi giorni, i due fratelli compariranno presso il gip (giudice delle indagini preliminari) per l’udienza di convalida del provvedimento di custodia, con prove schiaccianti in base alle testimonianze della ragazza e del suo “fidanzato”. Acquisiti gli indumenti indossati da tutti i giovani coinvolti nella drammatica vicenda, essi sono stati esaminati per individuare tracce di Dna, così come i telefoni cellulari, i supporti informatici (pc e tablet) ma anche un diario di Caterina: non si esclude che fra quelle pagine, come del resto fra i file di cui la polizia è entrata in possesso nel corso dei mesi di indagini, possano nascondersi anche altri indizi sulle responsabilità di chi ha abusato della minorenne.

La madre dei due indagati ha però accusato la vittima. «Non voglio giudicare nessuno, non conosco questa ragazza ma so che sta rovinando due ragazzi. Lei – è la ricostruzione della donna in un colloquio con l’edizione romana di Repubblica si era invaghita di loro sicuramente perché bravi e belli. Forse era una vendetta perché mio nipote l’ha lasciata. Vedo lo sguardo distrutto dei miei figli, chiusi dentro casa». I due fratelli sono incensurati: uno era stato perfino segnalato alla prefettura per consumo di cannabis.

Uno dei due fratelli, durante l’interrogatorio del Pm (Pubblico ministero), ha dichiarato che in quella casa nemmeno c’era; l’altro ha sostenuto di non aver mai sfiorato la ragazza. «I miei figli ancora devono avere modo di difendersi e già sono stati messi alla gogna per qualcosa che dimostreremo falso», dice la madre. «Ovviamente sono arrabbiata con la ragazza, ma penso che tanta è la colpa dei genitori e di chi l’aveva in cura». A eseguire i fermi la polizia, al termine di un’indagine coordinata dalla procura di Roma nella quale si ipotizza il reato di violenza sessuale. Secondo quanto si apprende, le violenze sarebbero avvenute in due distinti episodi e non sarebbe contestata la violenza sessuale di gruppo.

Si confida nel fatto che in questo caso la verità venga a galla e non rimanga bloccata nella fragile mente della vittima, che si spera non essere l’unica a portare questo profondo fardello con le sue sole forze. 

Scritto da Giorgia Lelii

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