Oppenheimer di Christopher Nolan | Recensione

di Nina D'Amato
12 Min.

Oppenheimer è la trasposizione cinematografica della vita di un uomo divenuto il Prometeo dell’epoca contemporanea. Christopher Nolan, con questo film, raggiunge il massimo apice della sua carriera da regista innalzandosi all’Olimpo dei più grandi registi di tutti i tempi.

La pellicola affonda le sue radici nel libro vincitore del premio Pulitzer American: Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin.

Oppenheimer: la grande macchina di Nolan

Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan. È girato sia in IMAX® 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX® in bianco e nero.

dal set di oppenheimer
OPPENHEIMER, written and directed by Christopher Nolan

Rapporto: 2,20:1 (IMAX 15mm); 1,43:1 (IMAX 70mm); 1,90:1 IMAX Digitale e IMAX Laser. Il film è stato ripreso utilizzando una combinazione di pellicola IMAX 70mm (la pellicola standard è di 35mm) a 15 perforazioni e pellicola 70mm a 5 perforazioni (Widescreen). Le riprese sono durate 57 giorni. Gli effetti speciali del film sono realizzati sulle regole classiche, senza perciò utilizzo eccessivo di CGI. La scelta della pellicola IMAX conferisce una qualità senza eguali arrivando a 18K di risoluzione.

Nolan dunque si affida ad una lavorazione analogica, molto più dispendiosa in termini di tempo e denaro, basti pensare che un minuto di girato corrisponde a 100 metri di pellicola e per ogni cambio bisogna interrompere le riprese per circa 20 minuti.

La scelta di questo formato è data dalla necessità di ottenere una risoluzione maggiore, miglior qualità di dettagli e profondità di colori, senza contare la magia del vibrato e della filigrana della pellicola analogica. Si contano 9 diverse bobine per oltre 200 chili di pellicola.

Uno scorcio nella mente di un genio visionario

 J. Robert Oppenheimer, il fisico teorico che ha guidato il Progetto Manhattan, un programma segreto per la realizzazione di armi nucleari. Il film mostra come Oppenheimer abbia collaborato con altri scienziati, come Niels Bohr, Ernest Lawrence e Edward Teller, per sviluppare la prima bomba atomica, che fu poi sganciata su Hiroshima e Nagasaki. Inoltre, viene esplorata anche la vita privata di Oppenheimer, il suo rapporto con la moglie Katherine e le sue crisi morali ed esistenziali di fronte alle implicazioni della sua invenzione.

Trama Oppenheimer

L’ultima epopea cinematografica di Nolan racchiude, nelle sue tre ore, una tecnica cinematografica senza eguali. Il regista di Interstellar è al suo primo film biografico e lo fa scegliendo un soggetto che sposa a pieno la sua poetica e il suo stile.

Fin dalla prima inquadratura, questo magistrale lavoro incanta lo spettatore e lo trascina all’interno delle vicende. I primi piani, i silenzi, la musica crescente, tutto sembra voler convergere verso un’unica, spettacolare ed eccelsa scena.

Ancora una volta, Nolan opta per la non linearità temporale: passato e futuro si alternano mescolandosi con scene che viaggiano nello spazio e nel tempo. In questa opera la fisica si fonde perfettamente con l’umanità, l’etica morale e il genio dei personaggi che ricoprono la scena.

scena del film di oppenheimer
Cillian Murphy durante una scena deli film di Oppenheimer

Nolan utilizza, per quasi tutto il film – concentrandosi soprattutto verso la terza parte della pellicola – i flashback/flashforward per spaziare tra azione e conseguenze. La scelta del coloring varia dai toni freddi – punto di vista di Oppenheimer – all’utilizzo del bianco e nero – cambio di narrazione a favore dalla prospettiva di Strauss – entrambi volti a scandire gli archi temporali nella narrazione. Tuttavia anche in questo il regista di Inception vira verso una preferenza stilistica molto più personale utilizzando il B/N per evidenziare le sequenze che si svolgono in una linea narrativa futura, creando confusione nello spettatore.

La sceneggiatura, sapientemente curata e scandita in modo ritmato, non lascia nulla al caso. L’alternanza di visioni e scene che ritraggono la vita privata e accademica del distruttore di mondi offrono una chiara esposizione dei fatti. A differenza della struttura compositiva classica dei biopic, quella di Nolan sfugge ai dogmi preesistenti e opta per una narrazione iniziale molto più introduttiva conferendo all’opera una dimensione più drammatica.

Un moderno Prometeo a metà tra la gloria e il tormento

cillian murphy
Scena dal film Oppenheimer | Cillian Murphy

Il lavoro di Nolan, pertanto, punta ad essere cinema di percezione. Il sound design che alterna una colonna sonora avvolgente, incalzante, curata da Ludwig Göransson, a vuoti riempiti da suoni tonfi e naturali armonie della scienza porta lo spettatore all’interno delle vicende. L’intenso crescere del film, man mano che si susseguono le scene, si ha una sensazione di attesa sempre più soffocante.

Adesso sono diventato Morte, il distruttore di mondi

Oppenheimer

Christopher Nolan racconta la storia di un uomo che ha cambiato le sorti dell’umanità, ha rivoluzionato l’industria delle armi belliche cambiando definitivamente il modo di percepire le guerre, ma lo fa senza mai giudicare. Pone i personaggi della storia sotto un microscopio e ne analizza le ambizioni, l’intelletto, ma anche il lato più umano.

Le scene del film si susseguono lasciando che lo spettatore venga travolto dalla presa emotiva e sonora. Uno script così funzionale che attraverso i suoi dialoghi accresce il senso di angoscia, paura e disillusione mettendoci davanti la più spaventosa delle realtà: l’uomo.

Un’opera che ha poche scene di azione rispetto ai canonici film di Nolan, ma che mantiene comunque alta l’attenzione con un montaggio scandito e squassante, un susseguirsi di piani e sequenze brevi ed impattanti sia a livello visivo che emotivo. Il punto forte della composizione è proprio la pulizia tecnica, dalla fotografia alla scenografia curata nei minimi dettagli.

Il cast è composto da tante personalità la cui bravura è nota, ma tra tutti spiccano le due facce della stessa medaglia. Cillian Murphy ha consacrato la propria carriera con questo ruolo. Un personaggio che sembra essergli cucito addosso, la sua interpretazione magistrale, i primi piani, i movimenti e gli sguardi ci portano a dimenticare di star guardando un attore. Robert Downey Jr, dal suo canto, ci regala un esecuzione magnifica che lo distacca, una volta per tutte, dal personaggio Marvel a cui siamo abituati.

Spoiler | Oppenheimer

oppenheimer
Oppenheimer scena dal film

Per tutta la durata del film veniamo assorti da continui parallelismi, viviamo il dualismo di un uomo con aspirazioni sconfinate, costretto a destreggiarsi tra il privato e il progresso scientifico, tra etica e moralità. Un fisico che consegna nelle mani del mondo il potere di autodistruggersi. Nolan ci mette davanti ad una terrificante consapevolezza individuando come unico responsabile l’essere umano e non un solo uomo. Ci mostra, attraverso visioni scientifiche e primi piani, l’umanità e il turbamento del Prometeo moderno.

La scena più impattante dell’intera pellicola arriva con il Trinity Test. Tutta la maestria di Nolan è racchiusa in quella sequenza. Lo spettatore si sente inerme davanti all’imponenza prorompente di quel momento, la tensione è asfissiante, tangibile, irruenta. Il silenzio che attornia il momento dello scoppio, la luce forte che irradia sui volti degli attori, lo sguardo sconvolto di Robert Oppenheimer, la paura di essere giunti ad un punto di non ritorno sono dettagli che rendono la sequenza una delle più emozionanti e ben riuscite dell’intera pellicola. Il sonoro ha un ruolo cruciale, l’onda d’urto che tarda ad arrivare e investe lo spettatore con dei bassi ed una pulizia d’audio impeccabile. La sensazione di questa scena è quella di trovarsi lì.

cillian murphy
Scena dal film di Oppenheimer

Nolan affronta anche il processo di realizzazione, non solo della bomba, ma anche le conseguenze sull’integrità morale di J. Robert Oppenheimer. Durante il discorso, in seguito al rilascio delle bombe sulle due città giapponesi, il regista mette in scena il conflitto interiore di un uomo che sente il peso di vite innocenti spezzate.

Un eloquio filo-americano al team di Los Alamos, un’applauso di incitamento non udibile, ma sostituito da un suono ovattato e dalle voci dei civili innocenti che hanno perso la vita. La visione della luce intensa dell’esplosione e i corpi carbonizzati fanno da cornice ad un’attenta analisi introspettiva del personaggio che vive due realtà simultaneamente.

Sento le mie mani sporche di sangue

Oppenheimer

In conclusione

Un thriller storico-biografico, una pietra miliare pronta a diventare un cult fin dalla prima proiezione. Tecnicamente parlando, Oppenheimer, è tra le pellicole migliori mai realizzate. Se si ricerca il difetto lo si trova – forse – nella poca presenza esplicativa delle nozioni tecniche – come avvenuto per Interstellar – o nella superficialità di alcuni personaggi secondari.

Un gioco di potere, una corsa contro il tempo, uno scorcio sull’America a cavallo tra la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda narrata in una struttura complessa e ricca di dialoghi. Un film scorrevole che, nonostante sia storicamente accurato, è un biopic atipico, la sensazione è quella di star guardando qualcosa di onirico e al contempo spaventosamente realistico. Si racconta il punto più basso della storia americana e globale, un’analisi intima dei personaggi che hanno contribuito a cambiare le sorti dell’umanità.

Consiglio la visione del film al cinema per godere a pieno dell’innovazione tecnologica e dell’impatto sublime, tra piacere e terrore che la pellicola lascia allo spettatore. Non sono una gran fan della filmografia di Nolan, ma ho sempre pensato che l’unico che avrebbe potuto farmi cambiare idea in proposito era Nolan stesso e ragazzi, questo film è un capolavoro. 5/5

Di Carola Antonucci.


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