Nudità, Instagram e tabù: la paura di essere nudi

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 7 Min.

Da Adamo ed Eva ai capezzoli sui social: perché abbiamo paura di essere nudi? E come nasce il tabù della nudità nella nostra società?

C’era un tempo in cui degli ominidi si aggiravo sulla terra coperti solo dai loro peli, erano nudi, eppure non lo sapevano. Uomini, donne e bambini non indossavano alcun indumento, né sentivano il bisogno di farlo, né provavano pudore nel vedere esposte le loro “vergogne” di fronte agli altri. 

In seguito, qualcosa è cambiato: questi ominidi si sono evoluti e hanno iniziato ad indossare pelli di animali e foglie per proteggersi dal freddo e dalle intemperie. Da quel momento, la nudità è stata nascosta, segregata, confinata a rari momenti di intimità. 

Negli ultimi decenni però la nudità è tornata prepotentemente nelle nostre vite, dal porno, al nudo sui social: che cosa è accaduto? 

La nudità ai tempi dell’Eden

Tentazione di Adamo ed Eva nudità

Per noi occidentali l’inizio della storia della nudità possiamo rintracciarlo nelle figure di Adamo ed Eva. Essi vivevano nel giardino dell’Eden completamente nudi, così come “mamma” (in questo caso il dio biblico) li ha fatti. 

Per loro era semplice vivere in questo stato, del resto la nudità non esisteva. Essa, infatti, nasce soltanto quando gli uomini hanno iniziato a coprirsi uscendo dal loro stato di natura. I due personaggi biblici si trovavano dunque nella stessa situazione di tutti gli altri animali, per i quali la nudità è una condizione naturale. Essendo sempre nudi, essi non lo erano mai veramente.

Nudità e (è) cultura

«Vanno ignudi, uomini e donne, come le loro madri li hanno partoriti» …«Questo re e tutti gli altri andavano nudi come la loro madre li aveva fatti, e così anche le donne, senza alcuna traccia di vergogna». 

Cristoforo Colombo, 16 dicembre 1492

Nel corso della storia la nudità ha trovato diversi spazi dove poter essere espressa. La sua presenza varia da cultura a cultura, e, se da alcune veniva considerata un tabù, da altre era socialmente accettata

Oggi potremmo pensare che questo pudore faccia parte della natura umana, e che sia una caratteristica fondante dell’individuo, eppure la diffusa presenza della nudità in diverse culture del mondo ci porta a considerarla nell’ottica del relativismo culturale.

La presenza della nudità, infatti, va dall’antica Greca, dove gli atleti si allenavano nudi nel gymnasion (il cui significato è proprio “luogo per essere nudi”), ai nativi americani, fino ad alcune tribù africane. In tutti questi popoli il nudo era accettato, e per alcuni di essi era addirittura considerato stravagante l’opposto, ovvero vestirsi.

Dal cristianesimo alla morale borghese

Il ritorno al nudo nel Rinascimento - nudità

In origine, nel cristianesimo la nudità simboleggiava l’innocenza e la purezza perduta dall’uomo dopo la cacciata dall’Eden. In seguito, si affermò una visione della nudità come portatrice di tentazioni che portò al suo nascondimento. Questa visione rimase immutata fino al Rinascimento, quando, specialmente nell’arte, avvenne una riscoperta del nudo.

A seguito della Controriforma e della nascita del puritanesimo, però, la morale cristiana si fece sempre più stringente, e la condanna del nudo resterà tale fino al ‘900, quando alcune spinte progressiste porteranno al cambiamento del ruolo del nudo nella dimensione sociale.

Dall’800 al ‘900, si può parlare di un senso comune di moralità sviluppatosi fra la borghesia urbana che rifugge lo scandalo, e fa della “pruderie” una virtù da esaltare. Vengono allora condannate tutte le manifestazioni pubbliche di nudità e si cerca di nascondere ogni parte del corpo tramite i vestiti.

Dal ‘900 a oggi

Quadro canvas Tre donne nude - Erotici - Persone - Quadri nudità

Nel corso del ‘900 il progressivo aumento delle parti del corpo esposte è stato un fenomeno costante. Un importante fattore di questo cambiamento sono stati i movimenti femministi e la rivoluzione sessuale degli anni ’60 e ’70.

In questo periodo, infatti, le regole sociali riguardanti la sessualità e la nudità sono state profondamente modificate. Ciò ha portato ad una generale accettazione di relazioni non eterosessuali e del nudo in diversi gradi.

Grazie ai movimenti femministi è stato riconosciuto alle donne il diritto ad una sessualità libera, e ciò ha portato ad un cambiamento nel modo in cui ci si rapporta al nudo. Esso non è più simbolo di innocenza o portatore di tentazione, ma è l’espressione del diritto di ogni individuo a vivere la sessualità in maniera libera ed esaltazione del corpo.

Nudità e società

Egon Schiele - Nudo Maschile | Stampe e Poster - L'Affiche Illustrée poster cornici - nudità

Da questa breve analisi sul nudo possiamo concludere che l’essere umano non è stato sempre scandalizzato dalla nudità.

Se ciò avviene è per determinate condizioni sociali e culturali per cui nascondere i genitali o altre parti del corpo diventa una prassi necessaria per ragioni pratiche o teoriche.

Quello che però è avvenuto nella nostra società è stato universalizzare queste cause contingenti, ascrivendole dunque a una certa “natura umana“. Abbiamo bannato il nudo dalla nostra vita escludendolo dalla sfera pubblica, come se esso potesse turbare le menti di persone particolarmente sensibili (nella storia le donne e i bambini).

Negli ultimi anni però si sta verificando una lenta ma progressiva inversione di tendenza. I capezzoli femminili sono sempre più tollerati dalla società anche in pubblico, mentre leggeri, ma comunque significativi, passi avanti si stanno facendo anche sul corpo maschile.

Non è dunque vietato immaginare un futuro dove il corpo umano si riappropri totalmente della sua dignità e non sia temuto anche al di fuori di internet.

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