Niente di nuovo sul fronte occidentale: candidato a 9 Academy

di Nina D'Amato
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Niente di nuovo sul fronte occidentale un film che racconta la Germania del 1917. Il giovane Paul Baumer galvanizzato dal discorso del suo docente, decide di arruolarsi insieme ad un gruppo di suoi amici, mentendo riguardo la sua età. La realtà della guerra però, smantella quasi immediatamente la loro esuberanza.

Implacabilmente brutale Niente di nuovo sul fronte occidentale è una produzione di valore che racconta la Grande Guerra senza filtri. È una pellicola che porta lo spettatore a vivere la storia, attraverso gli occhi dei fanti tedeschi al fronte, utilizzando una chiave di lettura diversa dal solito. La trasposizione mostra in modo crudo e senza parafrasare come, indipendentemente dallo schieramento politico, il terrore delle trincee accomuna ogni soldato.

Il film cerca di rievocare in modo più accurato possibile i fatti storici. Ci troviamo nel corso delle ultime fasi della Prima Guerra Mondiale nel 1917, durante  l’offensiva dei cento giorni condotta dalla triplice intesa che ha portato all’armistizio della Germania. La guerra statica che ha caratterizzato il primo conflitto mondiale viene messa in scena con grande tecnica, ciò che emerge fin da subito è la diligenza della fotografia di questo film curata da James Friend. Con ben 9 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes e 14 candidature a BAFTA è uno dei film più accreditati dalla critica.

Dal romanzo di Erich Maria Remarque

Un film potente, uno squarcio sulla follia della guerra. Una pellicola che privilegia l’aspetto umano della vicenda storica. Dal romanzo autobiografico di Erich Maria Remarque, quella prodotta da Netflix, è la terza trasposizione dell’omonimo libro. L’adattamento cinematografico più celebre, All’ovest niente di nuovo di Lewis Milestone, è stato realizzato nel 1930, mentre la più recente è stata affidata a Delbert Mann e risale al 1979.

La regia è di Edward Berger, un cineasta tedesco, che riesce a trasmettere la forte carica di denuncia alla guerra del romanzo di Renarque pur discostandosi notevolmente dai fatti narrati. Berger racconta un pezzo di storia rievocando il senso di staticità che ha contraddistinto la Grande Guerra senza conferire alcun eroismo alla vicenda.

Dal testo originale, infatti, il regista prende unicamente spunto. La sceneggiatura di questo film inserisce al suo interno le vicende politiche che decretarono la fine del conflitto. Ciò concede alla pellicola una duplice visione dei fatti. L’aria fangosa mista a morte e polvere da sparo che si respira al fronte è in netto contrasto con il caldo accogliente delle sale politiche.

La scena storicamente accurata del capo della delegazione tedesca che firma l’armistizio di Compiègne viene inserita da Berger. L’uomo reggere sulle proprie spalle il dilemma tra necessità di mettere fine alla carneficina e riluttanza nell’accettare condizioni di resa imposte dalla controparte francese. La vittoria ormai naufragata sarà la debolezza del generale Friedrich che imporrà ai suoi soldati una resistenza finale.

Un film che racconta la vita al fronte

Il fronte occidentale è ricordato per essere stato teatro di una carneficina. Oltre tre milioni di morti e avanzamenti pressoché nulli da ambedue le parti coinvolte. Al fronte i protagonisti hanno dovuto affrontare una realtà che ha demolito le alte aspettative e il forte entusiasmo che li ha spinti ad arruolarsi.

Le riprese a campi larghi, al termine delle scene più esagitate, rendono a pieno la situazione nel totale. Un forte impatto visivo di quelle che sono le conseguenze di una guerra. Durante le scene di combattimenti, la maestria di Berger, ci offre scene pulite che al contempo trasmettono lo stato d’animo, le azioni e il caos di quei momenti. Per tutta la durata del film permane uno stato di angoscia nello spettatore. Il trucco, i paesaggi suggestivi della periferia francese e i colori freddi e cupi fanno da cornice ad un teatro dell’orrore.

Tecnicamente preciso, make-up, costumi e scenografie cercando di ricostruire fedelmente una delle pagine più oscure della storia dell’umanità. La quiete dei paesaggi devastati dagli scontri, le scene dei boschi innevati a simboleggiare l’estraniarsi della natura alle cause di conflitto, rendono la visione ancora più suggestiva.

La Prima Guerra Mondiale ha visto, quasi al termine, i dispiegamenti dei mezzi corazzati e in Niente di nuovo sul fronte occidentale racconta il senso di potenza e brutalità che quest’arma ha agli occhi dell’esercito che finora quel momento era composto unicamente da fanti. Durante tutta la durata del film possiamo vedere un’alternanza di metafore e parallelismi.Possiamo percepire lo stato psicologico e le speranze di sopravvivenza dei commilitoni che man mano vanno deteriorandosi.

In conclusione

Un’opera solida quella di Berger, forse non adatta a tutti per la violenza trattata in modo così realistico. Lo sguardo dei fanti tedeschi alla vista della morte che aleggia nelle trincee resta impresso nella mente dello spettatore. Immersivo, anche per quanto riguarda la colonna sonora che accompagna tutto il film. Angosciante, tecnicamente sorprendente, è un film che guarda in faccia alla realtà senza romanzarla. Se potete recuperatelo, uno dei migliori film bellici degli ultimi anni.

Scritto da Nina D’Amato


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati