Nel cuore di una delle piste più famose del mondo, tra il rombo dei motori e lo scroscio degli applausi della marea rossa, si svolge uno spettacolo unico: il Gran Premio d’Italia. A Monza, a casa nostra.
Questo Gran Premio incarna l’essenza stessa dell’adrenalina, della competizione e dell’eccellenza tecnica. Ogni gara è stata una battaglia all’ultimo centimetro, in cui piloti provenienti da ogni angolo del globo si sono sfidati per conquistare la gloria nel regno della velocità, vincendo e ottenendo la fama che in pochi possono raggiungere. Vi raccontiamo forse uno dei Gran Premi più emozionanti e ricchi di storia. Ecco a voi, Monza.
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Monza è storia e la storia è ferrari
Nel mondo della Formula 1, Monza rappresenta una pietra angolare di storia, una storia con la “S” maiuscola capace di suscitare brividi di emozione. La prima edizione del Gran Premio d’Italia del 1950 va a Nino Farina che con la sua Alfa Romeo – oltre a conquistare la vittoria in casa – ottiene il primo mondiale di Formula 1 di sempre, entrando quindi nella storia di questo sport.
Si sa però che quando si evoca la storia e Monza in un unico ricordo, in un unico respiro, è impossibile non menzionare la Ferrari, la scuderia più trionfante nel terzo autodromo più antico del mondo. É inevitabilmente la protagonista assoluta, oltre alle numerose vittorie vanta anche diversi mondiali conquistati proprio nel tempio della velocità. Parliamo di quelli di Juan Manuel Fangio nel 1956, Graham Hill nel 1961, Niki Lauda nel 1975 e Jody Scheckter nel 1979.

Le Emozioni del Kaiser
Nel bene e nel male la rossa è sempre stata protagonista, tra vittorie emozionanti e un po’ di immancabile sfortuna con cui la scuderia di Maranello è spesso andata a braccetto. Tra le vittorie indelebili della Ferrari a Monza c’è sicuramente quella di Ludovico Scarfiotti, che nel 1966 conquista il suo primo e unico successo in Formula 1 ed è, tutt’oggi, l’ultimo pilota italiano ad essere riuscito tagliare per primo il traguardo a Monza.

30 anni dopo sarà Michael Schumacher a far emozionare i tifosi della Rossa, conquistando uno strepitoso primo successo a Monza con lo stemma del cavallino rampante. Le emozioni travolgenti non appartengono, però, solo ai tifosi. Se nel 1996 l’emozione più grande fu provata dai fan della rossa, nel 2000 l’emozione fu tutta del Kaiser, Michael. In conferenza stampa, in seguito alla sua vittoria, scopre di aver eguagliato Senna – 41 vittorie – e scoppia a piangere nel ricordo del campione scomparso. Il pilota tedesco ha spesso regalato emozioni a Monza, come nel 2003, in quello che è stato definito il GP dei record grazie ai diversi primati stabiliti proprio dal Kaiser. Nel 2006, dopo una vittoria da brividi, annuncia il suo addio alla Formula 1 e Ferrari. Tornerà a correre poi con Mercedes nel 2010 tra la gioia e la commozione dei tifosi.
Tra le gare a Monza che non si possono dimenticare abbiamo senza dubbio quella del 1970. Nel corso delle qualifiche Jochen Rindt purtroppo perde la vita a causa di un tragico incidente, l’austriaco era leader del campionato e clamorosamente a fine stagione si laureò campione del mondo post mortem, i suoi avversari non riuscirono a colmare il gap.
Il miracolo del Drake, Enzo Ferrari

Nel 1988 Monza è stata teatro del miracolo di Enzo Ferrari. La McLaren, dominatrice incontrastata di quel mondiale, rinunciò ad una sola vittoria quell’anno, proprio nel tempio della velocità. La scuderia di Maranello poté dedicare una strepitosa doppietta con la vittoria di Berger e al secondo posto di Alboreto. I tifosi del cavallino rampante sono convinti che il Drake, scomparso poche settimane prima, ha spinto i suoi piloti verso il successo.
La fortuna non sarà dalla parte della Rossa però nel 1995. Sempre a Monza, Jean Alesi e Gerhard Berger si ritrovano in testa. Dalla vettura del francese però si stacca una telecamera che colpisce la sospensione della Ferrari del numero 28 che è costretto al ritiro. L’amaro della sconfitta è doppio quando anche al francese si rompe il cuscinetto della sua vettura e a pochi giri dal termine è costretto a rinunciare alla sofferta vittoria. Gran Premio d’Italia da dimenticare, quello del 1995, per i ferraristi.
Monza è sinonimo di passione, anche per chi non guida la rossa
Monza, però, rappresenta molto più di lacrime e sfortuna. É un luogo che incarna il concetto di casa, dove la velocità diventa un sussurro e il rombo delle auto batte all’unisono col cuore dei piloti. Dove le curve si susseguono come pennellate di un pittore innamorato che rende eterna la bravura dell’audace pilota.

Questo aspetto è ben conosciuto dalla Ferrari, dai piloti che varcano le porte del mondo del cavallino rampante – il sogno di ogni bambino – e ancor di più dai tifosi appassionati. Monza rappresenta passione e sorpresa, elementi che si legano indissolubilmente alla scuderia rossa, ma non solo. Perché non è solo la Ferrari che considera Monza un posto speciale. Un esempio e momento indelebile risale al 2008, quando il maltempo ha definitivamente consacrato il talento di Sebastian Vettel. Seduto al volante di una modesta Toro Rosso, dopo una qualifica memorabile, domina la griglia di partenza e trionfa, suscitando lo stupore generale. Diventa il pilota più giovane di sempre a conquistare una pole position.
Si ritorna alla rossa nel 2010 con l’hat-trick di Fernando Alonso. Pole, vittoria e giro veloce per lo spagnolo, che dopo la seconda sosta, conquista la testa della corsa resistendo agli attacchi di Jenson Button, infiammando la telecronaca di Gianfranco Mazzoni. Brividi per tutti gli spettatori in ascolto.

Per rivivere un’emozione dello stesso calibro, i tifosi del cavallino rampante dovranno aspettare ben 9 e lunghissimi anni, nel 2019. L’eco dei motori riecheggia tra gli alberi rigogliosi del circuito, un richiamo primordiale che risveglia l’anima dei tifosi in una fiamma indomabile. La bandiera a scacchi sventola come un vessillo di gloria, mentre un giovanissimo Charles Leclerc ci regala una vittoria che difficilmente verrà scordata. Il numero 16 della rossa, alla sua seconda vittoria in Formula 1, si guadagna con passione infuocata il titolo di “predestinato”, resistendo per tutta la gara alle Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. Il pubblico esulta in una melodia di urla e applausi, la marea rossa è un fuoco sotto al palco che ospita il monegasco dal cuore italiano.
Gli ultimi folli anni
Abbastanza folli i Gran Premi del 2020 e del 2021, che hanno visto trionfare rispettivamente Pierre Gasly e Daniel Ricciardo. Sicuramente non tra i piloti favoriti, ma gli appassionati ricordano con piacere queste due edizioni grazie alle sorprese che hanno regalato.
Il 2021, sotto al sole lieve di settembre, trasforma la pista di Monza in un teatro di imprevedibilità. La tensione nell’aria è tangibile e come un plot twist inaspettato, la rivalità tra Hamilton e Verstappen arriva al limite.
Monza 2022 ci regala ancora un podio Ferrari, sempre con Charles Leclerc, il monegasco dal cuore italiano. Con la sua tuta gialla – per omaggiare l’originale colore Ferrari nel suo 75° compleanno – accompagna dal secondo posto il campione del mondo Max Verstappen. Dal gradino più alto, l’olandese guarda una marea rossa forse troppo maleducata, ma nella quale si scorgono occhi un po’ troppo delusi.
Nella terra d’Italia, il Gran Premio di Monza diventa poesia. La passione fluisce nelle vene, battito dopo battito. Le tribune si tingono del rosso intenso dell’amore, di quell’amore che «non importa di sapere se uccide o se fa bene» per citare la canzone di Bresh. Nuvole colorate che sfrecciano sulla pista mentre scrivono la storia ad ogni curva, ad ogni rettilineo.
Monza è un’ode alla velocità e al talento, un canto d’amore alla Formula 1 e ai suoi piloti. È un’esperienza che avvolge in una morsa di adrenalina, dove il suono dei motori si fonde con quello del cuore e ogni istante è un tripudio di emozione pura. Per tutti.
Di Carola Antonucci in collaborazione con Mauro Cafasso di Storie di F1.
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