Perché i mondiali sono stati assegnati al Qatar? (spoiler: tante mazzette)

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

È giunto il giorno dei mondiali in Qatar, l’evento sportivo più atteso dell’anno: è iniziata alle 15.40 la cerimonia di apertura che ha visto esibirsi numerose star internazionali. Alle 17, invece, ci sarà la prima partita, che vedrà proprio il Qatar affrontare l’Ecuador.

C’è lo zampino di Sarkozy

Non c’è dubbio che l’evento sarà sfarzoso e che attirerà l’attenzione degli spettatori da ogni parte del mondo, ma viene da chiedersi: come ha fatto un piccolo stato del Golfo ad aggiudicarsi l’evento calcistico più importante al mondo?

Nicolas Sarkozy

L’assegnazione dei mondiali al Qatar, infatti, mostra evidenti contraddizioni: parliamo di un paese la cui superficie è paragonabile a quella dell’Abruzzo, dalle temperature estreme, in cui i diritti umani non sono una priorità, e in cui vige una monarchia assoluta.

Ovviamente, però, c’è una variabile che fa sposta in secondo piano tutte le difficoltà: i capitali messi a disposizione dal paese mediorientale. E’ con questi che il Qatar è riuscito a costituire un giro di corruzione, favoritismi, tangenti e investimenti tali da vincere l’assegnazione della competizione ormai 12 anni fa.

Tamim bin Hamad Al Thani

Per ricostruire la vicenda è necessario però tornare al 23 novembre 2010: in quella data si tenne un pranzo all’Eliseo con protagonisti l’allora capo di stato francese Sarkozy, il principe ereditario del Qatar Hamad al-Thani, e Platini, presidente UEFA.

In questo pranzo sarebbero stati definiti accordi tra il capo di stato francese e l’emiro: Sarkozy si sarebbe impegnato a convincere Platini e 3 suoi colleghi a votare per il Qatar al momento dell’assegnazione dei mondiali. In cambio il qatariota avrebbe investito in modo consistente in Francia.

I sospetti

Tutto sembrò andare per il verso giusto: il Qatar ottenne i mondiali ed effettuò gli investimenti che culminarono nell’acquisto del PSG.

L’esito delle votazioni però sembrò sospetto fin dall’inizio e numerosi giornalisti iniziarono ad occuparsi del caso: nel 2013 un’inchiesta condotta da France Football scoperchiò il vaso di pandora portando a galla un vero e proprio giro di corruzione e intrecci politici.

Nel 2014 arrivarono poi i “Fifa files”, tramite un’inchiesta del Sunday Times, che svelò un giro di mazzette da 5 milioni.

Il principale indagato fu il qatariota Mohamed bin Hammam. Egli, allora presidente della Federazione calcistica Asiatica, era stato già radiato dalla Fifa ben due volte nel 2011 e nel 2012, per aver tentato di corrompere i dirigenti della federazione calcistica caraibica per ottenere i loro voti per la presidenza della Fifa.

In seguito emerse inoltre che tramite dei fondi avrebbe corrotto anche i presidenti di diverse federazioni per convincerli a votare per l’assegnazione dei mondiali al Qatar.

Scritto da Mirko Aufiero e Gloria Pessina

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