Mondiali 2022, chi ha vinto? L’umanità non di certo

di Chiara Caruso
7 Min.

Con la vittoria dell’Argentina si chiude questa controversa e dibattuta edizione dei Mondiali 2022. Dallo sfruttamento dei lavoratori al Qatargate, sono forse più gli scandali ad aver animato la competizione rispetto alle stesse partite di calcio.

Le prime volte dei Mondiali 2022

La prima Coppa del Mondo in Medio Oriente, un territorio che storicamente non gode di una grande tradizione calcistica. La prima svoltasi in inverno, costringendo anche i maggiori campionati internazionali allo stop. Otto stadi, di cui sette costruiti negli ultimi dieci anni, raggruppati in un raggio di meno di 50 km per un paese, il Qatar, che conta meno della metà della superficie della Lombardia e uno dei più alti redditi pro capite al mondo.

Senza addentrarsi nelle sue dinamiche più profonde, sono molti i dubbi e sospetti che sorgono riguardo un paese che sembrerebbe voler sfruttare lo sport per modernizzare la propria immagine agli occhi del mondo.

La tecnologia innovativa utilizzata all’interno degli impianti, però, sembra aver messo tutti d’accordo. Vediamo insieme qualche esempio.

974 Mondiali

Stadium 974, un LEGO formato gigante

974 è il numero di container navali utilizzati per dare vita a questo stadio ma +974 è anche il prefisso da digitare se vuoi chiamare una persona con numero qatariota. Pensato nei minimi dettagli per essere completamente smontato a conclusione dei mondiali, lo Stadium 974 è una delle strutture di cui si è più parlato perché un vero e proprio gioiello dal punto di vista ingegneristico, tanto da aver ricevuto 4 stelle dal Global Sustainability Assessment System (GSAS), un sistema che valuta la sostenibilità di edifici ed impianti.

Inoltre, degli 8 stadi realizzati per i Mondiali 2022 appena conclusosi, lo Stadium 974 è l’unico a non presentare sistemi di condizionamento. Secondo i progettisti, infatti, la particolare conformazione dell’edificio permetterà da sola una ventilazione adeguata.

Stadium 974 Mondiali
Vista dello Stadium 974, Doha

Lusail, una nuova città nel deserto

Agli occhi di molti sembrerebbe fantascienza, eppure i Mondiali 2022 hanno dato vita a una nuova città nel bel mezzo del deserto: Lusail. Anche se i piani del suo sviluppo erano stati annunciati già nel 2005, solo dopo la selezione del Qatar come paese ospitante per il torneo è stato dato nuovo input alla costruzione di questa città avveniristica.

Vista della città di Lusail, Qatar
Vista interna Lusail Stadium, Lusail

A circa 23 km a nord della capitale Doha, proprio lo sfarzoso Lusail Stadium è stato teatro della consacrazione dell’Argentina come vincitrice. La struttura, progettata dallo studio britannico Foster + Partners, ha una capienza di 80 mila posti e per ultimarlo in tempo negli ultimi due anni la costruzione è andata avanti giorno e notte.

A conclusione del torneo, il Lusail Stadium si trasformerà in uno spazio per la comunità locale con scuole, negozi e molto altro. Infatti, una delle domande infatti più frequenti poste ai direttori di queste enormi strutture sportive costruite per l’occasione è stata il loro utilizzo in futuro. La risposta è riuscita a mettere a tacere ogni polemica: tutti gli stadi sono stati progettati come strutture flessibili.

Ma davvero questa edizione è così sostenibile, come mostrato dalle strutture tecnologicamente avanzate, da essere definita la prima Coppa del Mondo carbon-neutral?

Le emissioni di gas serra per i Mondiali 2022

Secondo il Greenhouse gas accounting report pubblicato dalla FIFA, le emissioni prodotte dal Mondiale in Qatar equivarrebbero a circa 3.63 milioni di tonnellate in un periodo compreso tra il 21 aprile 2011 e il 25 giugno 2023, quasi un anno dopo l’inizio del torneo.

Per capire l’entità allarmante di questo dato possiamo fare un paragone con la precedente edizione dei Mondiali, ospitati in Russia nel 2018. In quell’occasione, le emissioni di gas serra dichiarate dalla FIFA si aggiravano intorno ai 2 milioni di tonnellate. Inoltre, un valore che sfiora di 4 milioni è ben superiore a quanto un paese come l’Islanda produce nel corso di un intero anno.

Ma c’è di più. Secondo un rapporto pubblicato dall’azienda no profit Carbon Market Watch, il valore delle emissioni dichiarato dalla FIFA sarebbe stato ampiamente sottostimato: si pensa che esso sia 8 volte superiore senza tenere conto dell’intero ciclo di vita dei nuovi stadi dato che no, purtroppo un impianto non è sostenibile solo perché una volta costruito consuma poco o niente.

Le critiche sollevate da questa edizione dei Mondiali sono molteplici e le conseguenze vanno ben oltre la nostra giurisdizione. Messi ha potuto finalmente alzare la tanto agognata coppa alata, ma a quale prezzo per l’umanità?

Scritto da Chiara Caruso


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