Milano, teatro di paura per ciclisti e pedoni

Mezzi killer a Milano, molte vittime stradali sono ciclisti

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Milano negli ultimi mesi si è trasformato in un teatro della paura a cielo aperto. Mentre la bicicletta continua a guadagnare popolarità come mezzo di trasporto ecologico ed economico, la recente serie di incidenti mortali ha portato l’attenzione sulle sfide che i ciclisti affrontano quotidianamente sulle strade milanesi.

I dati: Milano tra le città con più vittime stradali dopo Amsterdam

La domanda che sorge spontanea a tutti è: perché stiamo assistendo ad un aumento così drammatico degli incidenti mortali che coinvolgono i ciclisti?

Il numero dei morti in bicicletta ammonta a 125 dall’inizio dell’anno, tra cui 108 uomini e 17 donne. A riportare questi dati è l’Asasp – Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale – che rivela che in Lombardia dall’inizio dell’anno fino ad agosto sono morti più di 27 ciclisti.

Secondo quanto dice l’INSP – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale – basandosi sui dati forniti dal Global Bicycle Cities Index 2022, il numero dei ciclisti deceduti è relativamente basso. Pochi ciclisti ma tante vittime.

A Roma la media è di 1,41 ciclisti morti ogni 100.000. A Milano 1,16, sopra si colloca solo Amsterdam con 1,77 con la media più alta.

Sono dati, infatti, che fanno preoccupare i cittadini, che annunciano che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Non basta solo monitorare, bisogna chiedersi cosa c’è che non va nei provvedimenti già assunti ed, eventualmente, applicare nuove norme per la tutela.

In cantiere un progetto a cura del Politecnico di Milano

Milano, vittime stradali, sono per lo più ciclisti
© Milano Repubblica

Ad indagare sugli ultimi avvenimenti tragici vi è Paolo Bozzuto – professore del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano – Fabio Monfredini insieme a Emilio Guastamacchia rispettivamente responsabile ed esperto GIS del laboratorio Mapping and Urban Data Lab. Al loro fianco le studentesse tirocinanti Benedetta Damiani, Micaela De Carlo e Ginevra Santomero.

Il loro progetto, intitolato Atlante italiano dei morti e dei feriti gravi in bicicletta, raccoglie i dati forniti sul tema e si pone come obiettivo quello di elaborare un database specifico sui sinistri che coinvolgono almeno un ciclista.

Paolo Bozzuto, professore del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
Paolo Bozzuto © Corriere Milano, Corriere della Sera

Da quest’atlante si evince come «solo il 24,9% di questi può essere ricondotto in modo esclusivo a imperizia nella guida della bicicletta o a comportamenti scorretti da parte del ciclista» e che la maggior parte dei sinistri avviene nei giorni feriali e spesso durante i consueti orari in cui si compiono tragitti casa-scuola o casa-lavoro e viceversa.

Paolo Bozzuto, intervistato dal Corriere della Sera, ha sottolineato come più si va avanti più il pericolo aumenta. Si vuole raggiungere in fretta il lavoro o l’appuntamento del giorno, che sia in bici o su un mezzo motorizzato, e questo porta all’assenza di una fondamentale componente: l’attenzione. Aggiungiamoci che le auto moderne sono sempre più arricchite da elementi tecnologici che distraggono ulteriormente e il dato è tratto.

Sono quattro i fattori che impattano sulla mobilità cittadina. Il primo, come detto, è l’attenzione: si fanno spesso appelli a “stare attenti” mentre si è alla guida, ma dobbiamo ammettere che non vale per tutti allo stesso modo. Se due pedoni si scontrano difficilmente ci esce il morto. Se invece un pedone e un’auto si scontrano, quasi certamente chi è a piedi muore. La soglia di attenzione deve crescere tanto è più potente e pesante il mezzo che guidi. E qui si inserisce il secondo fattore: le dimensioni e il peso del veicolo.

Paolo Bozzuto racconta al Corriere della Sera

E il terzo? Direi che è tecnologico: le auto contemporanee, e non solo quelle di lusso, enfatizzano un carattere che l’automobile ha acquisito, quello di essere una piccola casa che si muove nello spazio. E questa “casa” ha sempre più dotazioni.

Paolo Bozzuto racconta al Corriere della Sera

Anche i cittadini si mobilitano e protestano: il flashmob organizzato

Milano, previsto flashmob per protestare e ricordare le vittime stradali degli ultimi mesi.
ciclisti in piazza a Milano © Trend Online

Tra chi propone soluzioni amatoriali e drastiche, e forse utopiche, come quello di vietare l’uso delle auto nelle grandi città, c’è chi chiede qualcosa di più concreto. Illuminare i punti ciechi, quegli angoli che tra i palazzi della città impediscono la visuale ad autisti privati e pubblici.

Per il momento, e in attesa di provvedimenti, nella giornata del 21 settembre alle ore 19:00 la città di Milano verrà occupata in quattro punti strategici. Pedoni e ciclisti attraverseranno di continuo la strada con un flashmob da nord a sud, da est a ovest della città meneghina.

Tutto questo per denunciare, ancora una volta, la scia di morti in strada degli ultimi mesi, nella speranza che queste tragedie possano considerarsi concluse.

Di Carola Antonucci.

fonti: Corriere della sera, Repubblica, mi-tomorrow


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