Margaret Thatcher: l’Iron Lady di Downing Street

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 8 Min.

Nata Roberts, Margaret Thatcher è rimasta nella storia come una delle figure più importanti degli ultimi decenni. Prima donna Primo Ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990, insieme a Reagan fu l’esponente più importante della politica neoliberista.

Nata il 13 Ottobre 1925 a Grantham, Lincolnshire, in una famiglia protestante metodista, si laureò in Chimica ad Oxford. Fu, sin da giovane, molto legata al mondo della politica, tanto da diventare presidente di un’associazione conservatrice universitaria, conseguì successivamente anche la laurea in legge; la passione per la politica emarginò infatti il mondo della chimica, che la Thatcher poi lasciò per prendere posto tra i bachi della House of Commons di Westminster.

Margaret Thatcher si trasferì negli anni ’50 nel Kent per sviluppare al meglio i suoi impegni politici, fino a quando non si candidò alle elezioni del 1950 e 1951, dove però non vinse. La perdita delle elezioni non significò un venire meno della popolarità che aveva acquisito, raccolse invece parecchio sostegno, con il quale minò l’equilibrio che il Partito Laburista deteneva in quell’area.

Venne eletta alla Camera dei Comuni ne 1959, nel collegio londinese di Finchley e, solo due anni dopo, divenne Segretario parlamentare al Ministero delle Pensioni. Da conservatrice, fu una dei pochi parlamentari del suo partito a votare a favore dell depenalizzazione dell’omosessualità e dell’aborto, votando invece a favore della pena di morte durante le votazioni indette per abolirla. Nel 1967 divenne ministro dello Shadow Cabinet (governo ombra d’opposizione che viene istituito per il controllo del governo reale). Dopo le elezioni del 1970, dove i conservatori sconfissero i laburisti a livello nazionale, venne nominata da Heath Segretario di Stato per l’istruzione, ruolo che manterrà fino all elezioni del 1974, che i conservatori persero.

Da leader dell’opposizione a Primo Ministro.

Margaret Thatcher divenne leader del Partito Conservatore nel 1975, prima donna a detenere tale potere, mantenendo parte del precedente governo Heath nel governo ombra (formatosi dopo le elezioni del 1974), ma si allontanò dall’apertura che il vecchio Primo Ministro aveva fatto nei confronti dell’indipendentismo scozzese. Fu un discorso tenuto nel 1976 contro l’Unione Sovietica che le valse la nomina di ”donna di ferro”, dopo che un giornale russo la battezzò ”Zheleznaya ledi”.

Cavalcando le debolezze e gli squilibri economici del ventennio 1960-1980, all’indebolirsi del Governo Callaghan, incapace di far fronte alla crisi economico-sociale inglese, i conservatori arrivarono alla vittoria delle elezioni del 1979; Margaret Thatcher, allora ancora leader del Partito Conservatore, divenne di conseguenza Primo Ministro del Regno Unito, prima donna a detenere tale incarico.

«Where there is discord, may we bring harmony. Where there is error, may we bring truth. Where there is doubt, may we bring faith. And where there is despair, may we bring hope.»

Nonostante la poca esperienza da leader, Margaret Thatcher dimostrò sin da subito una grande tenacia, autoproclamandosi ”donna di convinzioni” e portando avanti principi saldi che la spinsero nel tempo a seguire la sua linea governativa in modo sicuro.

Un problema da affrontare nella seconda metà del ’900 era proprio quello del maschilismo, fortemente accusato anche nelle istituzioni, a cui la Thatcher rispose in modo ferreo nel perseguimento dei suoi obiettivi. Una delle mancanze che però le si attribuiscono è quella di non aver appoggiato i movimenti femministi, dato che solo una donna entrò a far parte dei suoi tre governi.

Le difficoltà del primo mandato, sotto il quale il Regno Unito visse in profondo squilibrio, non minarono comunque la stabilità della figura Thatcher, che vinse le elezioni anche nel 1983.

La guerra delle Malvinas

Uno degli eventi più ricordati dell’era thatcheriana, nonché del primo mandato dell’Iron Lady fu lo scontro con l’Argentina sulle isole Falkland. Nel 1982 la giunta militare dell’Argentina rivendicò le isole (britanniche) occupandole con l’esercito. La Thatcher inviò conseguentemente delle navi da guerra inglesi, mantenendo comunque il canale diplomatico aperto per una soluzione il più pacifica possibile. Il successo inglese fu dato dall’affondamento di un incrociatore argentino, il quale rimane comunque un evento controverso a causa della poca trasparenza con cui sono state rilasciate le dichiarazioni.

Il successo nella crisi delle Malvinas accrebbe il sostegno nei confronti del Primo Ministro, nonostante le situazione economica precedente e l’aumento del tasso di disoccupazione. Margaret Thatcher vinse facilmente anche le elezioni del 1983, che la riconfermarono alla guida del paese. Il perseguimento di una politica economica più austera venne affiancato da una riduzione dei poteri dei sindacati, che la Thatcher promosse varando delle leggi che lasciavano più spazio ai lavori iscritti e diminuendo il potere sindacale.

Nel 1987 divenne per la prima volta il Primo Ministro ad essere rieletto per un terzo mandato consecutivo, l’ultimo dell’era thatcheriana. All’insegna della lotta alle questioni ambientale, il Governo Thatcher mise fine anche all’era degli hooligans, promuovendo una storica riforma degli stadi alla fine degli anni ’90. Fu una riforma altamente impopolare (Poll Tax) a far cedere il supporto nei confronti del PM, oltre che alle sue idee anti-europeiste poco condivise. Margaret Thatcher si dimise nel 1990, ritirandosi poi lentamente anche dalla scena politica fino alla sua morte.

L’Alzheimer e la morte.

Dopo aver abbandonato la House of Commons nel 1992, divenne Pari a vita come Baronessa nella House of Lords. La figura complessa e contraddittoria che Margaret Thatcher rappresenta non elimina la considerazione mondiale che si ha di essa, ritenuta una delle donne più influenti della politica mondiale, non solo britannica. Già malata di Alzheimer, Margaret Thatcher morì a Londra nel 2013, dividendo il Paese tra chi la omaggiò alla veglia funebre e chi invece inondò le strade al grid di ”La strega è morta”. La Regina Elisabetta II, che pareva la “detestasse cordialmente” partecipò al funerale insieme ad altre 2300 persone provenienti da tutto il mondo.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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