La vera storia del ristorante a Gubbio: dall’intossicazione al fake

di Giorgia Lelii
7 Min.

Ancora una volta protagonista della vicenda è il ristorante Federico da Montefeltro, nel centro storico di Gubbio, in Umbria: il titolare del posto, Massimiliano Casoli, è stato più volte costretto a fronteggiare domande del tipo: “Ma servite pesce crudo?”, dopo gli accadimenti di un pranzo nella domenica del 2 ottobre: era stato organizzato dall’associazione di pescatori Ikuvium Big Game Fishing per sostenere il tesseramento annuale. Del cibo era stata portato da alcuni iscritti della stessa associazione, ovvero pesce pescato nel mare Adriatico: un parte del bottino è stata cucinata nelle cucine dello stesso ristorante dove si è tenuto il pranzo, mentre la parte di crudité era stata invece trattata in un altro ristorante di Gubbio.

Il pranzo di Gubbio non è stato così tragico

Facciamo un passo indietro. I fatti sono davvero andati così? No, a quanto pare no. Allora di cosa si è trattato? Semplicemente, di molte, ma molte esagerazioni provenienti da un singolo ragazzino che probabilmente aveva voglia di scherzare: ha iniziato a mandare audio dove raccontava di persone (circa una ventina), hanno iniziato ad accusare malori riconducibili a un’intossicazione alimentare. Negli audio si parla di attacchi di dissenteria incontrollabili e svenimenti, commensali con forti spasmi a causa del dolore, altri stesi a terra fuori dal locale o in cerca di un posto dove vomitare, e nei titoli è stato spesso citato un passaggio che parla di «scene apocalittiche»: in realtà questi dettagli sono stati inventati. I malori ci sono stati, ma non sono stati eccezionali; molte persone sono semplicemente tornate a casa e i problemi si sono risolti nel giro di poche ore. Tuttavia, è stato richiesto l’intervento del 118 in alcuni casi, e forse è stato proprio questo ad indurre le persone a continuare a credere a questa fandonia. Dopo qualche ora dall’accadimento, al massimo giorno, sono arrivati tre post sui social a smentire tutto; il primo è stato ovviamente il ristorante stesso con un post su Facebook:

«In questi giorni si stanno divulgando nella nostra città alcune voci in merito ad una presunta intossicazione che avrebbe colpito alcuni clienti del ristorante, durante un pranzo tenutosi domenica 2 ottobre scorso nel nostro ristorante . In un primo momento, sperando che le suddette voci, del tutto infondate, si sarebbero placate da sole, ho ritenuto più sensato non intervenire in alcun modo. Ad oggi, purtroppo, dopo aver constatato che a distanza di giorni tali supposizioni (perché di questo si tratta, solo di “chiacchiere”) vengono ancora alimentate da mere voci di popolo, senza che nessuno conosca realmente i fatti, mi trovo costretto, mio malgrado, a replicare in proposito per precisare quanto segue. Corrisponde a verità che il giorno del pranzo sia intervenuto, presso il ristorante, personale medico del 118, tuttavia, tale intervento si è reso necessario per problemi personali di salute che hanno afflitto due avventori, ma che nulla hanno a che vedere, in alcun modo, con la qualità e/o tipologia del cibo somministrato presso il ristorante, con la preparazione dello stesso o con i metodi di cottura utilizzati, come a qualcuno piacerebbe far credere. Pertanto, poiché quel che ha avuto inizio come un semplice “sparlare” si sta protraendo nel tempo e soprattutto, considerato che la divulgazione di notizie false e diffamatorie sta arrecando un danno all’immagine del ristorante, anche ben oltre i confini della città, invito chiunque a cessare simili comportamenti. Certo di aver chiarito l’accaduto, pur non avendone alcun onere, spero di aver messo fine a questa spiacevole situazione e, soprattutto, auspico di non dovermi trovare di fronte a pubblicazioni su noti social, dove spesso dilaga ogni informazione possibile, pur se non veritiera, perché a quel punto ci troveremmo costretti a dover tutelare, ai sensi di legge, l’immagine dell’attività e di chi con me lavora duramente tutti i giorni per offrire ai clienti un servizio onesto e di qualità, come sempre avvenuto negli anni. Ristorante Federico da Montefeltro. La direzione»

In seguito, anche l’associazione che ha organizzato tutto il pranzo:

«In merito al pranzo sociale svoltosi in data 2 Ottobre si tiene a precisare che le informazioni divulgate in stampa, radio e varie piattaforme social sono totalmente prive di fondamento. In primis ribadiamo non sono state riportate intossicazioni alimentari di nessuna forma, nessuna delle persone partecipanti al pranzo si è recata presso autorità sanitarie ed ha avuto necessità di alcun intervento sanitario. Le due ambulanze accorse sul luogo hanno trasportato per accertamenti due pazienti dimessi nel tardo pomeriggio non evidenziando alcuna intossicazione alimentare nei referti tanto che non ha fatto seguito nessuna segnalazione alle autorità di competenza. Teniamo anche a ribadire che tutto quello che sta girando in merito all’incidente stradale avvenuto nel pomeriggio al nostro associato viste le foto e audio di cattivo gusto è infondato. La società ha già raccolto tutto il materiale audio/video inoltrato in questi giorni che sarà passato al vaglio dei suoi legali»

Infine è arrivato il comunicato dall’Usl, l’azienda sanitaria dell’Umbria:

«In riferimento agli eventi riconducibili ad un pranzo collettivo a base di pesce che sarebbe avvenuto lo scorso 2 ottobre a Gubbio – ha reso noto la Usl Umbria 1 -, il pronto soccorso dell’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino ha registrato tre accessi di persone che hanno partecipato al suddetto convivio ma con sintomatologie non riconducibili a tossinfezioni alimentari, tra cui una persona che è stata visitata per aver riportato una lieve ferita dopo un incidente stradale e che, dopo gli opportuni controlli, è stato dimessa. Nessun caso di malattia infettiva o di intossicazione alimentare è stata segnalata, neppure in via ufficiosa, al servizio di igiene e sanità pubblica della sede di Gubbio dell’Usl Umbria 1»

Una delle foto circolate assieme agli audio, che ritrae una persona con il retro dei pantaloni imbrattati di diarrea, è peraltro presa da un post di alcuni anni fa su Reddit. Inizialmente gli audio sono circolati in alcuni gruppi WhatsApp locali, ascoltati da persone consapevoli della loro origine. In seguito alla diffusione a livello regionale e poi nazionale, il ragazzo si è presentato al ristorante per chiedere scusa. 

Alcune delle persone citate, tuttavia, hanno deciso di rivolgersi a un avvocato e potrebbero presentare una denuncia per diffamazione. Anche la direzione del ristorante, pur ammettendo di aver commesso un errore consentendo all’associazione di portare e poi mangiare pesce pescato e quindi non tracciato, sta valutando di presentare una denuncia.

Scritto da Giorgia Lelii


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