La scuola tra gas e orari, quali sono i piani per la riapertura?

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 3 Min.

Quasi terminata l’estate, ci si avvia alla riapertura delle scuole. Da metà Settembre docenti e alunni torneranno nelle aule, ma ci dovrà essere forse qualche accortezza in più.

L’Italia si avvia verso una stagione autunno-inverno in cui sarà molto sentito il concetto di “risparmio energetico“; l’UE si dice pronta per lo stop del gas russo e l’Italia cerca di capire come affrontare i prossimi mesi. La crisi russo-ucraina continua a imperversare sull’Europa, la quale potrebbe essere costretta a dover fare i conti con un aumento del 60% del prezzo del gas, come annunciato dalla compagnia russa Gazprom. Ad oggi il prezzo si ferma a 2500 dollari per mille metri cubi, ma se la situazione continuerà a deteriorarsi, l’aumento potrebbe portare il prezzo finale a 4mila dollari per metro cubo.

La scuola in tutto questo?

Fonti di governo escludono che la scuola possa essere colpita dalle strette qualora queste si dovessero rendere necessarie per l’emergenza. A seguito di diversi dibattiti su come agire, si è escluso il ritorno alla Didattica a distanza nelle scuole, previsto per il Sabato. “La scuola deve essere l’ultima” sostiene Bianchi, Ministro dell’istruzione del governo Draghi, in quanto essa deve avere una presenza chiara che non può essere soggetta all’andamento del gas. Si è esclusa anche l’idea dell’accorpamento degli orari per il consumo di meno energia.

“Stiamo investendo sui tempi prolungati, sui tempi pieni, stiamo dando risorse per le mense e per le palestre ma questo è un altro piano” ha aggiunto poi il Ministro, sostenendo che il risparmio si debba attuare in altri ambiti.

“Al momento il gas c’è, non sono previsti razionamenti o misure drastiche di altro tipo. Al limite, se la Russia dovesse chiudere i rubinetti, si dovrà ragionare su misure ‘draconiane’ da adottare, anche sul sistema pubblico. Ma non si è parlato di scuola. La nostra dipendenza da Mosca sul gas è per lo più scesa dal 40% al 18%, dunque anche nello scenario peggiore l’Italia si troverà in condizioni di poter fronteggiare l’emergenza”

Pare che il ritorno quest’anno possa ritenersi “normale” e per ora la scuola non subirà le conseguenze della crisi.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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