Il mondo della molestia (dal catcalling allo stupro) è un prodotto socio-culturale che varia a seconda del periodo storico o della cultura di appartenenza.
In occidente, è diventato un problema su cui porre attenzione, a seguito di battaglie sociali per diritti, uguaglianza e accettazione del prossimo.

La radice del problema: il victim blaming rovesciato
E’ qualcosa che, purtroppo, accade ogni giorno e in ogni luogo della vita pubblica: per strada, in discoteca o in altri luoghi pubblici, e che spesso si tramutano in stupri.
Ma non solo, possono prendere vita anche all’interno di contesti “sicuri”, come quello domestico e familiare.
Ciò accade perché la società non è sufficientemente educata al problema, data la cultura maschilista in cui la nostra società è immersa.
Le violenze di genere (anche) sessuali sono sempre accompagnate da ragioni ideologiche e culturali.
La cultura come costrutto sociale e la normalizzazione della violenza
La cultura non è qualcosa di fisso e immutabile che deriva dalla Natura: essa piuttosto è un costrutto artificiale e sociale in continuo cambiamento.
In altre parole, essa crea il senso della società, ma è essa stessa una creazione sociale. Le molestie sessuali trovano il loro contesto all’interno di tale circolarità.
Tale violenza è arrivata a produrre costumi e regole sociali con atteggiamenti dominanti che giustificano e promuovono le violenze di genere.
In sintesi: gli abusi sono episodi che fanno parte di un sistema dove entrano in gioco ruoli di genere costruiti culturalmente.

Stereotipi, costrutti, ruoli: dal carnefice alla vittima
E’, dunque, ancora forte la cultura patriarcale, con stereotipi di genere che creano i presupposti per una cultura della violenza e sopraffazione così pervasiva da essere data a volte per scontata dalle donne stesse!
«Vittima e maltrattante non hanno – soprattutto in alcuni contesti – gli strumenti per riconoscere che quella è violenza, perché stanno dentro automatismi inconsapevoli intrisi di cultura patriarcale», commenta sulla questione Marco Chiesara, Presidente di WeWorld (Organizzazione No profit italiana a difesa di donne e bambini).
Scritto da Alessia Giurintano
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