La censura colpisce Agatha Christie: il politically correct è la soluzione?

di Costanza Maugeri
7 Min.

Nei 3 minuti di letteratura di oggi parleremo di attualità. Pochissimi giorni fa ci è giunta notizia che i romanzi di Agatha Christie, verranno censurati per “adattarli alla sensibilità moderna”.

La revisione avviata nel 2020 nel Regno Unito e curata dall’editore HarperCollins avrà come risultato la pubblicazione di edizioni censurate nell’uso lessicale, che potrebbe risultare offensivo, se letto all’interno di un’ottica moderna.

In particolar modo verranno eliminati dalle sue opere termini come, ad esempio, “nero”, “ebreo” , “orientale”, “zingaro”, la parola “nativi” sarà invece, sostituita con l’espressione ” del luogo”.

Ancor prima di scendere nel cuore della riflessione, poniamoci una domanda:

Chi è Agatha Christie?

Agatha Miller, meglio nota come Christie(cognome del primo marito che adotterà per ragioni editoriali) nasce a Torquay, Devon nel 1891, una vita lunghissima, appassionata e misteriosa che la consacrerà già prima della morte avvenuta nel 1976, come la regina del romanzo giallo.

La sua tecnica narrativa è magistrale. La Christie ci immerge in trame fitte di indizi e misteri, in cui a giocare un ruolo essenziale è la caratterizzazione psicologica dei personaggi e la stessa indagine si muove in una tensione spesso sottile e profonda che fuorvia il lettore, portandolo su piste che spesso non sono quelle che porteranno alla verità: perchè l’imperativo della Christie è delineare il colpevole nella personalità meno sospetta, in modo da creare una suspense quasi fittizia che trova la risoluzione nel finale che non ci saremmo mai aspettati.

Tra i suoi personaggi più celebri spiccano il dective Hercule Poirot e l’anziana signora Miss Marple con una travolgente passione per le indagini investigative. Nello specifico sono proprio i romanzi avanti come protagonisti questi due personaggi ad essere oggetto della revisione editoriale.

Il politicamente corretto

politicamente corretto

La censura lessicale di cui saranno oggetto le nuove edizioni dei romanzi della Christie è frutto del politicamente corretto.

Il politicamente corretto, calco dell’espressione inglese “politically correct” è l’orientamento culturale e ideologico secondo il quale ogni giudizio deve essere svuotato da ogni riferimento formale o sostanziale che possa apparire come un pregiudizio relativo al sesso, all’etnia, all’età, all’orientamento sessuale o alla disabilità di una persona.

L’espressione nasce negli Stati uniti d’America negli anni ’30 e successivamente verrà rivendicata dai movimenti sessantottini. Negli anni ’80 in Nord America verrà riconosciuta come una vera e propria corrente di pensiero. Molte università statunitensi hanno adottato, infatti, degli speech codes ossia dei codici di comportamento linguistico al fine di contrastare i frequenti episodi di razzismo.

In Italia, pur non avendo raggiunto una regolamentazione ufficiale, il politicamente corretto è una tematica attualissima e sempre più divisiva.

Le parole creano mondi

parole

Sapete cari lettori e lettrici in questi giorni, scrivendo questo articolo, mi sono più volte interrogata su come e se il politicamente corretto fosse la soluzione.

Così ho deciso di portare avanti una riflessione per riflettere insieme sulla vicenda.

Le parole non descrivono il mondo ma lo creano. Esse hanno creato arte e distrutto l’Umanità.

Pensiamo ai discorsi retorici di Hitler e Mussolini hanno creato un nemico, lo hanno ghettizzato e poi hanno tentato in ogni modo di distruggerlo senza alcuna pietà.

E ancora riflettiamo sugli episodi di bullismo, razzismo e omofobia e su ogni genere di episodio di intolleranza. Tutto ha inizio nelle parole. Le parole sono espressione del pensiero, le parole hanno la capacità di far sentire nulla la persona che abbiamo davanti o di farla sentire amata. Con le parole abbiamo il potere di far sorridere e di far piangere le persone a noi vicine.

Il politicamente corretto nacque proprio in contesti in cui vi era il bisogno di trovare nelle parole un atto d’amore e ad oggi in molti casi ha dei risultati positivi poichè crea e vivifica la sensibilità degli esseri umani.

Ma siamo sicuri che in questo caso sia la soluzione?


Le opere letterarie: espressione di un’epoca.

Umanità

Le opere letterarie come ogni altra forma d’arte sono espressione di un’epoca storica e per tale motivo il fatto che in alcuni casi non aderiscono alla sensibilità moderna è risultato del naturale processo storico.

La censura che sta colpendo le opere di Agatha Christie è frutto di una presunzione antistorica che trascura cioè il significato stesso della storia come testimonianza di un cammino intrapreso dall’Umanità fin dal principio dei tempi.

Noi uomini e donne moderni non abbiamo il diritto di appiattire ogni testimonianza, perchè di questo si tratta, facendola coincidere con il nostro pensiero contemporaneo.

Seguendo questo ragionamento dovremmo rifiutarci di studiare buona parte della storia poichè spesso gli eventi che la caratterizzano appaiono ai nostri occhi lontani sotto tutti i punti di vista.

Ma questo atteggiamento è quanto di più pericoloso possa esistere. Perchè? In questo modo tenderemmo a dare per scontato i diritti di cui godiamo e le libertà che possediamo, che sono risultato di lotte avvenute proprie nelle epoche che vogliamo “ripulire”.

Inoltre elevandoci a maestri di moralità ci sentiremmo arrivati e invece nel mondo, nel nostro mondo c’è ancora molto da fare per avere la piena sensibilità a cui ci appelliamo.

Cari lettori e lettrici se leggendo le opere di Agatha Christie e di molti altri ci sentiremo turbati dall’uso lessicale, ciò significa che la storia sta andando avanti e noi stiamo vivificando l’Umanità di cui questo mondo ha ancora tanto bisogno.

Scritto da Costanza Maugeri


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