La “bidenomics”, l’economia secondo Joe Biden

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Un pizzico di protezionismo, forte intervento statale e aumento della spesa pubblica: la ricetta del presidente americano per l’economia

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto un discorso a Chicago poche settimane fa, nel quale ha presentato la “bidenomics“, ossia la sua visione della politica economica. Dopo ormai più di due anni di presidenza abbiamo potuto vedere all’opera questa visione, ma in cosa consiste?

La bidenomics tra critiche ed elogi

Il termine “bidenomics” nasce dalla crasi tra il cognome del presidente ed economics, gioco di parole già adottato per indicare la reaganomics, la politica economica adottata da Ronald Reagan. Originariamente usato da giornalisti e avversari politici, oggi il termine è stato adottato anche da Joe Biden in vista delle elezioni presidenziali del 2024.

La bidenomics, l'economia secondo Joe Biden

Come spiegato dallo stesso Biden, questa politica economica si basa su due teorie economiche conosciute come “bottom up” e “middle up“, contrapposte alla teoria detta “trickle down“.

Secondo le prime due teorie, il benessere e la ricchezza di una società dipendono dal benessere delle fasce medie e basse della popolazione. Infatti, se queste classi presentano un buon livello di benessere e vengono supportate dallo stato, saranno più inclini a sostenere la domanda di beni e servizi, favorendo la prosperità delle aziende.

Quest’ultime, arricchite dai consumi di queste classi sociali, saranno più inclini ad assumere nuovi lavoratori, riducendo la disoccupazione. Di conseguenza, il ruolo dello stato sarebbe quello di garantire livelli ottimali di istruzione e servizi pubblici per favorire le classi medio-basse.

La visione opposta, detta “trickle down“, si basa su presupposti diversi. Secondo questa teoria, è necessario aumentare il benessere dei più ricchi affinché siano più propensi a investire.

Ciò porterebbe alla nascita di nuove imprese in grado di offrire nuovi posti di lavoro e, in generale, di stimolare la crescita economica, i cui risultati benefici si diffonderebbero a cascata sulle fasce medio-basse.

Un successo a metà?

La bidenomics, l'economia secondo Joe Biden

La teoria “trickle down” è stata alla base della politica economica prevalente negli Usa fin dagli anni ’80, trovando ampi consensi tra tutti i presidenti repubblicani. L’intenzione di Biden, fin dall’inizio del suo mandato, è stata quella di invertire questo paradigma, puntando su tre pilastri.

Questi pilastri comprendono ingenti investimenti pubblici, dalla sanità alle infrastrutture, la formazione dei lavoratori e nuove politiche attive per il lavoro, oltre alla promozione della concorrenza tra aziende per ridurre i costi di produzione.

Tutto ciò implica un forte intervento statale nell’economia. Negli ultimi anni, infatti, sono stati spesi più di 3.800 miliardi di dollari per tre delle maggiori misure promosse dall’amministrazione Biden.

Tra queste, l'”American Rescue Plan” è considerata la più grande misura di welfare degli ultimi decenni, avendo mobilitato 1.9 trilioni di dollari nel 2021 per contrastare la crisi causata dalla pandemia. Nel 2022, invece, va mezionato l'”Inflation Reduction Act“, che ha stanziato 740 miliardi di dollari per favorire la transizione energetica.

Tra Cina ed Europa

La bidenomics, l'economia secondo Joe Biden

Infine, di importanza vitale sono stati l'”Infrastucture Investment and Jobs Act” e il “Chips and Science Act“. Il primo sono ha stanziato fondi per strade, ponti, trasporti pubblici e altre infrastrutture. Col secondo si è fatto un passo in avanti nella guerra economica con la Cina per i semiconduttori.

I giudizi su queste politiche sono divisi. Da un lato abbiamo un’oggettiva ripresa dell’economia americana dopo la crisi causata dal Covid, con la ripresa del Pil e la disoccupazione ai minimi storici. Dall’altro ci sono state ripercussioni negative sul bilancio statale. In particolare, i critici sostengono che la bidenomics abbia causato un forte aumento del deficit e la peggiore inflazione dagli anni ’80.

Inoltre, queste politiche economiche avrebbero un carattere protezionista per nulla gradito ai partner degli Usa. Tra questi, in primis c’è l’Unione Europea, la quale vede minata la competitività delle proprie aziende.

Fonti: Il Post, Cnn, The Economist, Ansa

Scritto da Mirko Aufiero


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