Perché l’Italia è uno dei paesi più sicuri in Europa?

di Giorgia Lelii
6 Min.

Nuovo anno, ma vecchie statistiche: oggi scopriamo che l’Italia è uno dei paesi più sicuri in tutta Europa, seconda solo a Norvegia e Svizzera. I dati emergono da un rapporto pubblicato dalla polizia italiana su crimini, latitanti e arrestati in Italia.

Il basso tasso di omicidio è subito notabile: considerando il numero di omicidi ogni 100mila abitanti. In Italia il tasso è dello 0,6, in Germania dello 0,9, nel Regno Unito dell’1,2 e in Francia dell’1,4. In termini di dati assoluti, a Roma quest’anno ci sono stati 26 omicidi e a Milano 19. Molti di meno rispetto a Bruxelles (179) e Parigi (100). Con un grosso divario riguardo il numero di abitanti: 4,2 milioni a Roma, contro i 2,1 di Parigi e i 1,2 di Bruxelles.

Il 2022 ha fatto registrare 309 omicidi, con un aumento del 3% rispetto al 2021. Una diminuzione si rileva, invece, per i delitti commessi in ambito familiare o affettivo, che da 146 scendono a 137 (-6%). Rispetto allo stesso periodo del 2021, risulta in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 77 scendono a 65 (-16%), sia le relative vittime donne, che passano da 69 a 59 (-14%). Tuttavia, arriva un segnale d’allerta in merito alle violenze sessuali. Rispetto al 2021, si rileva un aumento del 15,7%. Con una diminuzione delle denunce del 10,3% per lo stalking e del 3,9% per i maltrattamenti domestici.

Dopo l’impennata dei reati informatici (come il phishing, gli spyware, i ransomware e il social engineering) registrata nel 2021, si assiste ad una loro prima lieve flessione (-15%). Dato che, però, dovrà essere confermato. con il consolidamento dei dati. Fattore che significherebbe il rafforzamento delle strutture informatiche e dell’attività di contrasto delle forze di polizia. Rispetto al 2019, si registra un aumento del 14,3% dei minori denunciati e arrestati. Da quanto emerge, i furti sono diminuiti rispetto al periodo pre-pandemia. I numeri parlavano di 887.905 episodi nei primi dieci mesi del 2019, di 782.391 nello stesso periodo del 2022. Analizzando i primi dieci mesi dell’anno, si registra un aumento del 20% circa dei furti rispetto al 2021, mentre le rapine crescono del 18,2%.

Da gennaio a fine novembre 2022 sono stati arrestati 1.369 latitanti in 64 nazioni diverse. Di questi, 654 erano latitanti attivi, vale a dire ricercati dalle autorità giudiziarie italiane in 40 Paesi. In ambito europeo, il 22% dei soggetti è stato arrestato in Romania, il 18% in Spagna, il 14% in Germania, il 12% in Francia. Mentre, fuori dall’UE, spicca l’Albania per numero di arresti (36 persone complessivamente).

A questo propositito, l’Italia, con Interpol (Organizzazione internazionale della polizia criminale) ha avviato, nel 2020, il progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta). Si tratta di un progetto che ha fatto registrare importanti risultati operativi in questo senso. 37 latitanti catturati complessivamente, 11 nel 2022, tra cui Vittorio Raso, Mario Palamara (il cosiddetto broker delle ‘ndrine) e Luciano Camporesi. La cooperazione internazionale di polizia e la rete promossa da I CAN ha reso possibile questi risultati. Basandosi anche sulla collaborazione di ben 13 Paesi, al progetto: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay.

Nella prospettiva di scongiurare la minaccia della ‘ndrangheta a livello globale, su input della Direzione centrale della polizia criminale, il Centro di Ricerca e Analisi Informazioni Multimediali sta collaborando con Leonardo Spa. L’obiettivo è costruire un software che consentirà un’analisi documentale, capace di correlare le informazioni di polizia con quelle raccolte sul web, da fonti aperte. L’obiettivo è quello di arrivare, come ultimo stadio di evoluzione, a un software dotato di capacità predittive

Inoltre, nel 2023 partirà il progetto Identity, realizzato insieme ad Interpol, che si propone di aumentare la capacità di raccolta e condivisione dei dati biometrici, riferiti a profili criminali conosciuti. Con i Paesi dell’Africa occidentale maggiormente interessati dai flussi migratori diretti ai Paesi europei. Al fine di una loro tempestiva identificazione nel corso delle procedure di controllo messe in atto negli hot spot.

Scritto da Giorgia Lelii


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati