Imran Khan, l’ex premier ferito in un attentato

di Emanuele Lo Giudice
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Ferito ad un comizio, l’ex premier Khan sembra essere fuori pericolo. Nell’aumento delle proteste contro l’attuale governo, sul Pakistan incombe una crisi più grave.

E’ fuori pericolo e in condizioni stabili Imran Khan, l’ex premier pakistano che ieri si è trovato coinvolto in un attentato durante un comizio a Wazirabad, nel Punjab pakistano. Wazirabad è una delle tappe della marcia che Khan sta portando avanti in protesta contro l’attuale governo Sharif.

Uno dei sostenitori di Khan è rimasto ucciso nell’attentato, come riportano notizie sia nazionali che estere. Feriti invece cinque dirigenti del partito di Khan, presenti al comizio.

L’attentatore, fermato dalla sicurezza presente al comizio, ha sostenuto di aver agito da solo perché contrario al modo in cui “Khan inganna la gente”. Sembrerebbe, comunque, che sul posto ci fosse in realtà un secondo attentatore, il quale però non è stato fermato. Tale informazione non è stata però confermata.

Eletto Primo Ministro nel 2018 con il partito nazionalista e populista “Movimento per la Giustizia del Pakistan”, ha lasciato il proprio incarico dopo la sfiducia parlamentare a causa della mala gestione dell’economia e di attriti con le forze armate del paese.

Dopo la sfiducia di Aprile, Khan ha ricevuto l’interdizione dagli uffici pubblici perché incolpato di non aver dichiarato alcuni doni ricevuti da funzionari esteri e di averne venduti altri.

La “marcia di Khan” ha avuto inizio il 28 Ottobre, con comizi in diverse città fino all’11 Novembre, data del comizio conclusivo ad Islamabad, nel quale si sarebbero richieste elezioni anticipate; ferito non gravemente, Khan ha lasciato il comizio e, di conseguenza, ha interrotto la propria protesta contro quel governo “imposto al Pakistan da una cospirazione”, come sostiene lui stesso.

L’attentato a Khan rischia ora di peggiorare la crisi che il Pakistan sta affrontando, soprattutto per l’aumento delle proteste portate avanti dai sostenitore dell’ex premier. Le proteste, “violente” a detta dei giornalisti presenti, potrebbero degenerare in poco tempo. Nel frattempo è arrivata la condanna delle Presidente pakistano Alvi, che ha chiesto l’apertura delle indagini sul caso.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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