Il giudice delle indagini per la morte di Stefano Cucchi: “versione carabinieri confezionata per non rovinare carriere”

di Costanza Maugeri
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Roma, 4 Ottobre 2022il giudice monocratico di Roma delle indagini per la morte di Stefano Cucchi nelle motivazioni del processo depistaggi scrive:

La versione ufficiale dell’Arma dei Carabinieri sulla morte di Stefano Cucchi era “stata ‘confezionata’ escludendo ogni possibile coinvolgimento dei militari così che l’immagine e la carriera dei vertici territoriali e, in particolare, del comandante del Gruppo Roma, Alessandro Casarsa, non fosse minata”.

Queste parole sono parte della sentenza con la quale otto carabinieri sono stati condannati l’Aprile scorso con l’accusa di depistaggio dopo la morte di Stefano Cucchi nell’ottobre del 2009, dopo una settimana dal suo arresto.

“un’attività di sviamento posta in essere nell’immediatezza della morte di Stefano Cucchi, volta, ad allontanare i sospetti che ricadevano sui carabinieri per evitare le possibili ricadute sul vertice di comando del territorio capitolino”.

Andiamo indietro nel tempo: il caso Stefano Cucchi

Stefano Cucchi ragazzo romano 31enne fu arrestato la sera de 15 Ottobre 2009 da una pattuglia dei carabinieri per possesso di circa 20 grammi di hashish, 2 grammi di cocaina e due pastiglie di ecstasy. La sera stessa andò per l’ultima volta a casa dei genitori per la perquisizione, dalla quale non emerse nulla.

Quella sera i genitori videro per l’ultima volta loro figlio Stefano in vita e in buona salute, aspetto che solo in seguito assumerà un ruolo centrale nelle indagini.

La notte del suo arresto fu chiamato il 118 per verificare il suo stato di salute, secondo la versione ufficiale Stefano avrebbe rifiutato di sottoporsi alla visita medica.

Il 16 Ottobre giorno dell’udienza per la convalida dell’arresto, Cucchi fu affidato alla polizia penitenziaria. Da questo momento in poi la versione ufficiale non torna.

Gli agenti lo avrebbero obbligato a sottoporsi a una visita medica che avrebbe portato alla luce gravi lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori.

Cucchi, dopo la convalida dell’arresto fu trasferito a Regina Coeli dove, in seguito alla seconda visita, venne richiesto il ricovero presso l’ospedale Fatebenefratelli, che Stefano avrebbe rifiutato, fu dimesso quindi con la diagnosi di diverse fratture e vari ematomi.

A questo punto la domanda sorge spontanea: “se la sera dell’arresto i genitori lo vedono in ottima salute, cosa o chi ha provocato fratture ed ematomi?”

Secondo la versione ufficiale le lesioni e gli ematomi sarebbero stati provocati da una caduta dalle scale

Il giorno seguente fu ricoverato al Pertini di Roma. Le sue condizioni furono considerate precarie. La mattina del 22 ottobre 2009, Stefano muore

Come è morto Stefano Cucchi? E’ veramente caduto dalle scale?

Per arrivare alla risposta di queste domande sono serviti 14 gradi di giudizio, 15 con quello previsto in Cassazione, 150 udienze e 13 anni di straziante attesa della famiglia.

La verità iniziò a venire a galla nel 2018, anno in cui vennero riaperte le indagini.

Lunedì 4 aprile scorso, la sentenza più recente, la Corte di Cassazione ha condannato per omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro a 12 anni di reclusione.

A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di coloro che l’hanno portato via

La sorella Ilaria Cucchi

Scritto da Costanza Maugeri


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