Ignazio La Russa: chi è il nuovo Presidente del Senato?

di Emanuele Lo Giudice
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Con 116 voti Ignazio La Russa è stato eletto Presidente del Senato durante la prima seduta della XIX Legislatura. Il cofondatore di Fratelli d’Italia, nonché militante MSI, ha ottenuto la maggioranza assoluta, tra cui rientrano voti che sono arrivati dall’opposizione.

Ignazio Benito Maria La Russa, parlamentare dal 1992 (prima alla Camera, poi dal 2018 al Senato), è stato eletto alla Presidenza del Senato il 13 Ottobre con 116 voti su 206. Dopo il taglio dei parlamentari, il plenum di Palazzo Madama si è abbassato ad un totale di 206 senatori, di cui 6 Senatori a vita (1 di diritto, 5 di nomina). Nei 116 voti ricevuti da La Russa, considerando l’astensione di Forza Italia e il voto segreto, figurerebbero più di 20 voti favorevoli arrivati dall’opposizione; ad oggi non si sa ancora stabilire, almeno in maniera indicativa, da quale parte dell’opposizione siano arrivati. Superata la maggioranza assoluta necessaria (104 voti), La Russa ha preso il testimone dalle mani della Senatrice a Vita Segre, la quale poco prima aveva tenuto il discorso d’apertura della seduta. Chi è Ignazio La Russa? Perché ha creato tanta divisione e numerose critiche?

Nato in Sicilia nel 1947, ha militato nel MSI-Destra Nazionale e in Alleanza Nazionale, per poi confluire nel Popolo della Libertà e fondare, nel 2012, Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni e Guido Crosetto.

Figlio del segretario politico del Partito Nazionale Fascista (Antonino La Russa diventerà poi senatore con il MSI), si è laureato in Giurisprudenza ed è entrato nel Consiglio regionale della Lombardia con le elezioni del 1973. Avvocato (caso Ramelli) e consigliere regionale, La Russa è stato candidato nel 1992 sia alla Camera che al Senato con il MSI, elezioni che l’hanno poi portato a sedere alla Camera dei Deputati, per la prima volta, nella XI Legislatura. Dopo lo scioglimento del MSI, La Russa è confluito in Alleanza Nazionale, per poi essere rieletto nel 2006 e nel 2008 nelle liste del Popolo della Libertà. Assunse, inoltre, il ruolo di difensore dei poliziotti nel caso G8, scelta che generò diverse critiche.

Il IV Governo Berlusconi e il Ministero della Difesa.

Nel 2008 venne nominato Ministro della Difesa nel Governo Berlusconi IV, mantenendo l’incarico fino al 2011. Eletto all’europarlamento nel 2009, rinunciò al seggio per rimanere alla Camera, nonostante la percentuali di voti a favore fosse alta.

Sostenitore dell’intervento italiano in Libia (2011) per porre fine al regime di Gheddafi, si mostrò favorevole anche ad un intervento dell’Italia per il cessate il fuoco nella guerra dei cinque giorni (seconda guerra in Ossezia del Sud).

La nascita di FdI e l’entrata in Senato.

Fratelli d’Italia venne co-fondato da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto nel 2012; solo pochi giorni prima La Russa aveva annunciato l’uscito dal PdL. Eletto nel 2013 con Fratelli d’Italia alla Camera, passerà al Senato nel 2018 (XVIII Legislatura), dove è stato rieletto anche alle politiche del 2022.

La controversia quasi trentennale di La Russa, perché ha generato clamore la sua elezione?

Non poche volte La Russa è finito sotto accusa per le posizioni assunte durante la carriera parlamentare. Figlio di una politica attaccata a quello che era il PNF e al MSI (di cui sia il padre che il fratello facevano parte), ha mostrato la propria collezione di cimeli del ventennio, sostenendo, il 15 Settembre 2022, che “siamo tutti eredi del Duce”. L’elettorato dell’opposizione ha aspramente criticato La Russa, sostenendo l’importanza dei dettami costituzionali e della natura della Repubblica italiana. Parlamentare di una Repubblica nata dal rigetto del fascismo e che disciplina il reato di apologia del fascismo, La Russa si è fatto portavoce forte dell’opposizione ad una proposta di legge su tale reato (disegno di legge proposto dal deputato Fiano), concludendo il proprio discorso alzando provocatoriamente il braccio a mo’ di saluto romano (consigliato dal Senatore anche durante la Pandemia Covid-19 come modalità di saluto utile a evitare il contagio). Indagato per peculato e finito di nuovo al centro delle polemiche per la presenza del fratello ad un funerale di Alberto Stabilini (di cui erano cugini), dove ha partecipato al saluto romano rivolto al feretro, La Russa ha assunto la Presidenza in un paese politicamente diviso, parte del quale non lo reputa un nome adatto e idoneo a tale carica (la seconda dello Stato per importanza dopo la Presidenza della Repubblica). Al nome di La Russa si sono legate ulteriori polemiche, soprattutto per la mancata considerazione di un fair play alle camere, dove per prassi (almeno fino al 1994), la Presidenza di una Camera si lasciava ad un membro dell’opposizione. Nella considerazione del numero detenuto dalla maggioranza entrata al Parlamento e dell’abbassamento del plenum di entrambe le Camere, si auspicava ad una Presidenza d’opposizione, ma così non è stato.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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