Ieri trasporti in tilt: quali sono le motivazioni?

di Giorgia Lelii
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Nella giornata di ieri è stato indetto uno sciopero nazionale generale e intercategoriale, riguardante principalmente i settori del trasporto, scuola, logistica e sanità. Numerose sigle sindacali, locali e nazionali hanno partecipato, includendo anche Sgc, Al-Cobas, Lmo, Soa, Adl Varese, Cib-Unicobas, Cobas Sardegna, Conf. Cobas, Cub, Sgb, Si-Cobas, Usb, Usi-Cit e Usi (Unione sindacale italiana): “Venerdì saremo in piazza e uniremo le lotte per i lavoratori, per la pace e per l’ambiente. Partiremo da Piazza XX Settembre, attraverseremo Piazza VIII Agosto fino alla zona dell’Università, per arrivare sotto il palazzo della Città Metropolitane, la Camera di Commercio e infine il Comune di Bologna“.

Ma come mai tutta questa movida? Perché rischiare di provocare grandi disagi alla popolazione delle città? Il Cobas (Confederazione dei Comitati di Base) ha spiegato che la mobilitazione è stata indetta per richiedere il rinnovo dei contratti e l’adeguamento automatico dei salari al costo della vita “con recupero dell’inflazione reale”, l’introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora, interventi per congelare e calmierare gli aumenti del costo di energia e dei beni primari e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Inoltre, altre richieste sono state il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito a disoccupati e sottoccupati; fermare le stragi di lavoratori, introducendo il reato di omicidio sul lavoro; fermare la controriforma della scuola, cancellando gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati, e l’alternanza scuola-lavoro.

Le morti bianche vanno fermate e il tema si allarga anche all’alternanza scuola-lavoro e gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati, che hanno già visto due vittime in poco tempo.”

Fabio Perretta di USB.

Le varie grandi città hanno manifestato in maniera diversa, a diversi orari e non allo stesso modo: precisamente alcune hanno scioperato in specifiche fasce orarie per permettere lo spostamento dei pendolari. Per coinvolgere gli altri settori, sono stati chiamati a partecipare personale docente, educativo e personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) delle scuole di ogni ordine e grado: dai nidi alle scuole superiori, passando per infanzia, elementari e medie, la didattica non è stata del tutto garantita.

Un altro motivo per cui si è protestato è stata proprio la gestione di questo nuovo governo, infatti:

Le sigle di base porteranno in piazza anche la contrarietà a quanto sta emergendo relativamente al Def (Documento di economia e finanza) del Governo, che sembra attaccare i settori popolari e i lavoratori, in perfetta continuità con le politiche del Governo Draghi. E il fatto che il corteo si chiuda sotto Palazzo D’Accursio non è casuale, perché il Comune dovrebbe fare molto di più su questa crisi e invece tace, anche perché, al netto della propaganda, ci pare in sintonia con molte politiche portate avanti prima e ora. I bilanci di Comune e Regione non rispondono alla crisi, anzi sono molto in linea con le politiche del Governo Draghi, senza contare che molti contratti regolari ma poveri, che costringono i lavoratori a sopravvivere con al massimo 1.000 euro al mese, riguardano proprio appalti degli enti pubblici.”

Massimo Betti, SGB

Frabboni attacca anche le nuove riforme del Governo Meloni: “Favoriscono i ricchi e l’evasione fiscale, come dimostrano i provvedimenti sulla flat tax e la scelta di alzare da 30 a 60 euro la soglia sotto la quale gli esercenti possono rifiutare il pagamento con carta”. Frabboni difende, inoltre, il reddito di cittadinanza, senza il quale “moltissime persone saranno condannate a morire di fame”. 

Scritto da Giorgia Lelii


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