Gian Maria Volonté rientra senza ombra di dubbio nell’olimpo degli attori italiani, figurando tra i più duttili e poliedrici. Dotato di grandissime doti interpretative, Volonté, grazie anche ad una grande intelligenza e cultura, ha donato numerose interpretazioni indimenticabili, che hanno contribuito a rendere grande il cinema italiano tra gli anni ’60 e ’70. Dopo Marcello Mastroianni, oggi vediamo 5 film per scoprire questo grandissimo attore.
Per qualche dollaro in più (1965)
Secondo capitolo della trilogia del dollaro, firmata dalla regìa di Sergio Leone e dal volto di Clint Eastwood, Per qualche dollaro in più è anche la seconda (ed ultima) collaborazione tra il leggendario regista romano e Gian Maria Volonté, presente anche nel primo capitolo della trilogia, Per un pugno di dollari (1964). Come per il film precedente, Volonté veste i panni dell’antagonista, El Indio, riuscendo, con un’eccellente espressività ed una magnifica interpretazione, a portare sul grande schermo tutti quei connotati tipici del “cattivo”.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di cui abbiamo già parlato in diversi articoli precedenti, risulta una delle opere più importanti del cinema politico italiano e, in esso, troviamo una delle migliori interpretazioni dello stesso Gian Maria Volonté. Nel film, infatti, l’attore dà dimostrazione della propria versatilità interpretativa, riuscendo a trasmettere moti psicologici decisamente non facili, sia nei momenti di enfasi che nei momenti di silenzio. La cura ai dettagli è, però, ciò che rende indimenticabile questa interpretazione, ed è ciò che ha sempre contraddistinto Volonté dagli altri attori.

La classe operaia va in paradiso (1971)
Per comprendere al meglio l’ecletticità attoriale di Gian Maria Volonté, abbiamo scelto il secondo capitolo della trilogia del potere, nata proprio con il film precedentemente indicato. Ne La classe operaia va in paradiso viene rappresentata un’Italia completamente diversa e, conseguenzialmente, con personaggi diversi: Volonté non è più il potente questore dall’accento meridionale ma un operaio milanese che ha a che fare con sfruttamento ed alienazione. In entrambi i casi, la prova attoriale di Gian Maria Volonté è sorprendente. L’attore riesce a fare proprio il personaggio che interpreta, portando lo spettatore quasi a pensare che sia impossibile che i personaggi dei due film siano interpretati dallo stesso artista.

Il caso Mattei (1972)
Altro pilastro del cinema politico italiano, stavolta diretto da Francesco Rosi, uno dei registi, con Elio Petri, più “affezionati” a Volonté. In questo film l’attore milanese interpreta Enrico Mattei, in un film inchiesta riguardo una delle morti più misteriose, per importanza e dinamiche, della storia repubblicana. In questo film troviamo l’interpretazione di un personaggio sicuramente difficile, cinico ma dinamico, e Volonté riesce, anche in questo caso, a centrare l’obiettivo.

Todo Modo (1976)
Terminiamo con un altro capolavoro del cinema italiano: Todo Modo. Diretto da Elio Petri, il film vanta un cast stellare. Todo Modo è un ritratto distopico e critico del mondo politico dell’Italia di allora, in cui vengono messe a nudo tutte le “perversioni”, le meschinità che si celano dietro il potere democristiano. Tutto nel film è un rimando indiretto al mondo reale e Gian Maria Volonté interpreta qui quello che dovrebbe essere Aldo Moro, allora segretario della DC. Ancora una volta l’interpretazione di Volonté lascia a bocca aperta, in quanto egli porta sul grande schermo un personaggio molto controverso, con modi di fare quasi distanti dal potere assunto. Todo Modo, oltre a confermare l’immensa bravura dell’attore, risalta per l’ennesima volta la perfezione del connubio Volonté-Petri.

Scritto da Emanuele Fornito
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