Furti d’arte: quadri rubati e dove (non) ritrovarli

di Gaia Vetrano
18 Min.

Quando pensiamo all’FBI, ossia al Federal Bureau of Investigation, immaginiamo persone vestite in giacca e cravatta che vanno in missione per indagare su loschi affari con la licenza di uccidere. Pensereste mai che si occupino anche di andare a caccia di… quadri?

Proprio così. Non ci si occupa soltanto di inseguire malvagi criminali e i loro traffici illegali, ma anche di recuperare preziose opere d’arte rubate nel corso della storia. Sono stati molti gli eventi che hanno provocato lo smarrimento di importanti quadri: a partire dai vari Sacchi di Roma, verificati in più momenti dall’antichità fino al Rinascimento; il Falò delle vanità, voluto da Girolamo Savonarola, 1492-97; le due Guerre Mondiali, considerando in particolare la spoliazione nazista e le perdite dovute in Russia dalla Rivoluzione Russa; tutti i terremoti e incendi verificatosi nei castelli seicenteschi e infine i furti ai danni dei musei.

Due volontari dei Monuments Mencorpo speciale di soldati incaricati di recuperare le opere d’arte rubate dai nazisti – ritrovano il ritratto di Rembrandt nella miniera di sale a Heilbronn

Proprio per rispondere a questa problematica una società commerciale londinese ha creato l’Art Loss Register, un database internazionale in grado di acquisire informazioni su oggetti d’arte smarriti o rubati.

L’FBI ha ritrovato qualche quadro, come “La spiaggia di Scheveningen durante un temporale” e “L’uscita dalla chiesa protestante di Nuenen“, due dipinti di Van Gogh sottratti dal museo di Amsterdam nel 2002 da due ladri che si erano introdotti di nascosto approfittando di una scala che dal tetto entrava all’interno dell’edificio. Le due opere, dal valore di 100 milioni di dollari, sono state trovate a Castellammare di Stabbia il 25 settembre 2016, esattamente 14 anni dopo, a casa del boss del narcotraffico Raffaele Imperiale, oggi latitante a Dubai.

Le ricerche però non si fermano. Dal 2002 l’FBI pubblica annualmente la top ten dei quadri più ricercati e del loro valore. Dal 2016 non è stata aggiornata, quindi presenta ancora al decimo posto i due di Van Gogh. Eccola di seguito riportata:

Re Entenema

1) Non solo quadri: I tesori sumerici dell’Iraq

Nel 2003 i siti archeologici iracheni hanno subito gravi saccheggi, soprattutto nei mesi di marzo e aprile. Si tratta di uno dei periodi più complessi della storia medio-orientale. Molte statue sono state depredate e probabilmente vendute al mercato nero. Si stimano ancora 10.000 reperti dispersi.

Tra i pochi pezzi ritrovati abbiamo la statua sumerica in diorite del re Entemena di Lagash – datata 2400 a. C., è uno dei più antichi esempi di statua regale – recuperata nel luglio 2016, come ha annunciato la Ice, Immigration and Customs Enforcement.

2) Da Rembrandt a Degas: le 13 opere rubate all’Isabella Stewart-Gardner Museum

Per il mondo dell’arte, il 18 marzo è una data nera. È il 1990 quando, mentre nel mondo esterno si festeggia la festa di San Patrizio, due ladri, vestiti da poliziotti (con tanto di baffi finti), si introducono nell’Isabella Stewart-Gardner Museum, Boston. In 81 minuti riescono a rubare ben 13 opere d’arte. Come? Legando le uniche due guardie presenti quella notte: il 23enne Rick Abath e il 25enne Randy Hestand (quest’ultimo presente quella sera per sostituire un collega).

Le opere rubate nel complesso hanno un valore di 500 milioni di dollari. Nonostante i due non indossassero nessun passamontagna, non li hanno mai trovati, così come i mandanti.

L’unica certezza è che si tratti della più grande violazione della proprietà privata della storia degli Stati Uniti.

I quadri rubati sono rispettivamente: dalla Sala Blu al primo piano: “Da Tortoni”, Manet. Dalla Sala Olandese, secondo piano: “Cristo nella tempesta sul mare di Galilea”, “Dama e gentiluomo in nero”, “Autoritratto”, tutti di Rembrandt. “Concerto a tre” di Vermeer (di cui possediamo solamente 36 tele) e “Paesaggio con obelisco” di Flickr. Persino un bicchiere della dinastia Shang. Poi “Studi di cavalieri a cavallo” di Degas e un ornamento di bandiera Napoleonica.

Tra i critici desta curiosità il motivo per cui non sia stato rubato il quadro più costoso dell’intera collezione del museo: “The Rape of Europa” di Tiziano.

Nel 2013 l’FBI pensò di essere vicina ai colpevoli. Soltanto due anni dopo, però, annunciò i possibili nomi dei due: George Reissfelder e Leonard DiMuzio, soci in affari del mafioso Carmelo Merlino. Qual è il problema? I due sono morti nel 91’, un anno dopo la rapina. Rimane il nome di Robert Gentile, ex mafioso, di cui però non si hanno prove certe.

Per chiunque dovesse essere in possesso di novità sul caso, il museo offre una taglia di ben 10 milioni di dollari, cifra disposta ad aumentare di centomila dollari per chiunque aiuti a trovare il pinnacolo napoleonico, di valore decisamente superiore.

Nel frattempo, chiunque giri dentro l’Isabella Stewart-Gardner Museum, troverà al muro cornici vuote.

3) La Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio

Caravaggio è senza dubbio uno degli artisti più rilevanti e amati della storia italiana. Evidentemente non sono soltanto i critici ad adorarlo, ma anche i trafficanti d’arte.

Il mistero della scomparsa della Natività va avanti da molti anni.

Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, qualcuno si introdusse nella chiesa di San Lorenzo a Palermo e decise di ritagliare la tela dalla cornice da cui era appesa da ben tre secoli all’interno dell’oratorio.

Sono interessanti le innumerevoli teorie che identificano la mafia come autrice di questo furto. Per le prime ipotesi il boss Gerlando Alberti avrebbe provato a vendere la tela ma, non riuscendoci, decise di seppellirla nelle campagne palermitane insieme a eroina e denaro. La nipote di Alberti, Vincenza La Piana, indicò anche un luogo, dove però non fu trovata la cassa con il quadro.

Poi arrivò il contributo del collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia. Quest’ultimo raccontò a Borsellino di aver compiuto lui stesso il furto e di aver danneggiato irrimediabilmente la tela, venendo così costretto a distruggerla. Fortunatamente le indagini confutarono le sue parole. Mannoia si riferiva infatti a un altro quadro rubato a una chiesa attigua.

Nel 1996 Giovanni Brusca riferì che il dipinto sarebbe invece stato sottratto in cambio di un alleggerimento dell’applicazione dell’articolo 41 bis, che lo Stato rifiutò. Stando invece alle parole di Salvatore Cancemi, un altro pentito, il quadro sarebbe stato esposto durante alcune riunioni della “Cupola mafiosa” come simbolo di prestigio.

In base a quanto raccontato da Gaspare Spatuzza, ex mafioso, la Natività sarebbe stata affidata alla famiglia Pullarà negli anni 80′. Questa non si era però preoccupata delle condizioni del luogo in cui venne riposto il quadro, che fu mangiato dai topi e dai maiali, trovandosi in una stalla. Bruciarono ciò che ne rimase.

Infine, secondo quanto affermato nel 2017 da Gaetano Grado, il mandante dovrebbe essere il boss mafioso Gaetano Badalamenti, che l’avrebbe fatto rubare per chiedere alla Chiesa il riscatto. Il Vaticano rifiutò, per cui la tela venne frammentata e rivenduta all’estero.

4) Il violino Davidoff-Morini di Stradivari

Nuovamente non solo quadri. Gli strumenti musicali sono portavoce non solo di note, ma anche di storie. Nella lista dell’FBI compare anche un violino dal valore di 3 milioni di dollari, scomparso nel 95’.

La sua legittima proprietaria era Erica Morini, nota violinista, che lo custodiva nella sua casa a Manhattan. Poco prima della sua morte un ladro riuscì a introdursi nella sua abitazione e a rubarlo. Stranamente nella teca non furono lasciati segni di scasso, ciò vuol dire che il rapinatore era in possesso delle chiavi.

Il violìno in questione è uno Stradivari del 1724. Il padre di Erica, Oscar, lo comprò a Parigi nel 1923 come regalo. Il nome deriva dall’abile violoncellista russo Karl Davydov, poi traslitterato come Davidoff, che ne fece uso per molti anni prima della Morini.

Erica morirà in ospedale senza mai venire a sapere del furto.

5) La veduta di Auvers-sur-Oise di Cézanne

A volte, il nuovo anno non porta a cose positive.

È il 31 dicembre 1999 quando un ladro si intrufola nell’Ashmolean Museum di Oxford, rubando il dipinto di CézanneLa veduta di Auvers-sur-Oise, dal valore di 3 milioni di dollari.

Non è la prima volta che il museo subisce dei furti: era già successo con dei vasi greci, dei quadri del XVI secolo e una collezione di gioielli del valore di 50 mila sterline.

6) Al posto di quadri, i murales di Maxfield Parrish al Gertrude Vanderbilt Whitney

È possibile rubare dei murales? Sì, se questi sono dei pannelli esposti all’Edenhurst Gallery in California.

Il furto si è verificato nel 2002: qualcuno, attraverso un buco aperto nel tetto, è riuscito a entrare nella galleria e a rubare due dei pannelli esposti di Maxfield Parrish, dal valore di 4 e 5 milioni di dollari, di proprietà del filantropo J. P. Bryan.

7) I quattro quadri del Museu Chacara do Céu di Rio de Janeiro

Ancora una volta, l’euforia dei festeggiamenti può provocare distrazioni.

24 febbraio 2006, primo giorno del Carnevale di Rio. Fuori dal museo Chacara do Céu sta sfilando un corteo mentre, al suo interno, si verifica un vero e proprio assalto eseguito da un gruppo armato di sei uomini. Questi, sfruttando delle bombe a mano, hanno minacciato di far saltare in aria l’intero edificio.

Spente le telecamere del circuito di sorveglianza, hanno rapinato i pochi visitatori e rubato i seguenti quadri: “Marine di Claude Monet, “I due balconi di Salvador Dalì,I giardini di Lussemburgo di Henry Matisse e “La danza di Pablo Picasso. Per un valore 10 milioni di dollari.

8) “Un Cavalier” della Gallery of New South Wales

Ennesimo quadro sottratto, ennesimo furto. Stavolta ci troviamo nella galleria di New South Wales di Sydney. È il 10 giugno del 2007 quando qualcuno ruba un quadro ma nessuno si accorge di niente per giorni.

Si tratta del Van Mieris intitolato “Un Cavaliere” di proprietà di James Fairfax, che nel 1993 lo aveva donato alla galleria.

Si pensa che il colpevole sia una degli addetti di sorveglianza del museo. Il furto si è verificato di pieno giorno. Ciò vuol dire che il ladro conosceva il sistema delle videocamere e di allarme e come disattivarlo. il bottino è di circa un milione di dollari.

9) Il Renoir rubato in un appartamento privato

Chissà che fortuna per un ladro trovare all’interno della casa che si vuole rapinare un quadro dal valore di 50mila dollari. Si tratta di un Renoir, rubato del 2011 a Houston.

Il quadro prende il nome di “Madeleine appoggiata sul gomito con il fiore tra i capelli”.

Il malintenzionato si è introdotto nell’abitazione con il capo coperto e una pistola.

Scritto da Gaia Vetrano


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