A discapito di quanto riportato in precedenza riguardo un potenziale stop di fornitura di energia all’Italia per i prossimi due anni, l’EDF (servizi Électricité de France) ha confermato che le voci sono false.

Il governo transalpino, attraverso il Ministero della Transizione Energetica, «riafferma l’impegno alla solidarietà reciproca con l’insieme dei nostri vicini europei in tema di elettricità e di gas». «Interconnessioni elettriche pienamente funzionanti – prosegue la nota – sono una priorità per la sicurezza collettiva delle forniture», nonostante la Francia sia incorsa in alcuni problemi riguardanti l’energia elettrica a causa della manutenzione più duratura del previsto di circa la metà dei reattori nucleari presenti nel territorio; il paese, infatti, è rimasto costretto a farsi importare l’energia, anche se solitamente esso sia un esportatore. Nel 2022 sarà «nella parte bassa della forchetta tra 280 e 300 Terawattora (TWh)», il minimo da oltre trent’anni. La stima dell’impatto finanziario sul bilancio è salita a ben 29 miliardi di euro per l’esercizio in corso. EDF – che si ritrova tuttora con 32 reattori fermi su 56 – ha ribadito di puntare alla completa riattivazione della flotta entro febbraio 2023. Tuttavia, ad aggravare la già difficile situazione, si è aggiunto il vertiginoso aumento dei prezzi del gas provenienti dalla Russia, che ha di conseguenza ridotto le forniture in tutta Europa, a causa dell’invasione in Ucraina.
L’Italia dipende dalle importazioni di energia per il 13% e la Francia ne ricopre il 5%, con importazioni nette per 22 TWh nei primi sei mesi di quest’anno, secondo un recente studio di EnAppSys: nostro maggiore fornitore è stata la Svizzera con 9,7 TWh mentre dalla Francia abbiamo importato 6,7 TWh.
Scritto da Giorgia Lelii
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