Oggi vi parliamo di quello che sta accadendo nel mondo del Food Porn sui social da ormai diversi mesi. Per farlo abbiamo contatto Matteo Di Cola, uno dei soci della community ItalyFoodPorn, nonché fondatore della corrispettiva realtà romana Italy Food Porn Roma.
Proprio lui più volte si è sfogato sui propri social in merito a i problemi che questo settore detiene. ItalyFoodPorn ad oggi è un network che comprende oltre 20 pagine (divise per regioni e in alcuni casi anche per città o categoria di cibo) e che conta ben 3.5 milioni di follower totali su tutte le loro piattaforme social. Fondata nel 2013 è definibile sicuramente tra le prime (se non la prima proprio) community legate al food porn nate in Italia. Ma ora torniamo a noi e parliamo insieme a Matteo di ciò che sta accadendo in questo mondo legato ai social!

Matteo ci ha raccontato come i format che lui ha iniziato a portare sono ispirati da TwoManOneKitchen, storico canale YouTube. Da lì ha poi iniziato a creare un format personale denominato “E se ti dicessi che puoi mangiare…” e poi ovviamente continua con il piatto forte del locale che Matteo sta sponsorizzando o semplicemente recensendo perché secondo lui è un posto che merita di essere condiviso e suggerito a chi lo segue.
La saturazione del mondo food porn sui social
In questi ultimi anni sono nati tantissimi food influencer/blogger che hanno iniziato ad utilizzare (ovviamente non tutti, ma una fetta non indifferente di loro) le frasi format usate da Matteo.
“Influencer” improvvisati che, spesso senza conoscenze in ambito culinario, hanno iniziato a sponsorizzare un po’ tutto quello che gli capita sotto mano senza riflettere alla qualità del contenuto o del cibo che si va a proporre. Il loro unico obiettivo? Avere un cospicuo ritorno economico o scroccare la cena.
Tutto ciò ha saturato parecchio il mercato e ha fatto si che i veri professionisti dell’ambito food si trovassero con cali di copertura e interazioni non indifferenti sui propri canali.
Food blogger e Food influencer, qual è la differenza tra loro? E come riconoscere i non professionisti?
Una domanda che ci è sorta spontanea ascoltando Matteo è stata: «ma qual è la differenza tra questi due professionisti del food?»
Lui ci ha risposto dicendo che i food blogger sono principalmente coloro che fanno video che hanno come focus la preparazione del piatto, ossia la ricetta di quest’ultimo. I Food Influencer, invece, vivono la cucina a 360° e quindi non solo la fase di preparazione del piatto.
Ma come si fa a riconoscere un food influencer professionista? Beh, per rendercene conto, ci spiega Matteo, basta avere un occhio sui contenuti che questa persona ha pubblicato. E’ importante sforzarsi di capire se si tratta di video/foto ben fatte e che comunque seguono i trend (e quindi si capisce che c’è un lavoro di ricerca dietro). Inoltre, si può anche fare attenzione allo stile e al linguaggio utilizzati.
Secondo il manager di ItalyFoodPorn ad oggi solo il 25% dei food influencer/blogger che vediamo online è formato da persone che “ne sanno”, mentre il resto è composto da individui che oltre “il mangiare” non hanno nulla a che vedere con i professionisti del food.
Ma qual è il rischio per noi utenti?
Il rischio per chi si imbatte ogni giorno nei video-collab di questi centinaia di influencer improvvisati – ci spiega Matteo – è quello di seguire il consiglio di chi ci porterà semplicemente in dei luoghi commerciali, instagrammabili ma che per il più delle volte non hanno nessun valore culinario da esaltare rispetto ad altri simili.
Altro “problema” (che più che problema è un “fastidio”) è che spesso vediamo sempre gli stessi posti fighetti, che solo perché sono già virali vengono continuamente ripresi nei contenuti di chi non intraprende una ricerca finalizzata a condividere dei locali-novità.
Come Di Cola ci ha spiegato, il problema non ricade solamente su noi utenti, ma – lo abbiamo già anticipato in precedenza – anche su chi con questo lavoro sta da anni costruendo una carriera. Nel caso di Matteo, per esempio, da quando il food sui social è diventato terra ambita le sue interazioni e la copertura dei suoi contenuti sono diminuiti di circa il 50% sulle storie.
Sui post invece, la riduzione si attesta anche del 70%. Tutto ciò anche a “causa” dell’algoritmo del nostro caro Instagram che, invece di dar credito a chi ha costanza ormai da anni, premia i profili nuovi, anche se non condividono contenuti di grande valore.
Cosa succederà nel mondo del food porn sui social?
Matteo, per ovviare a questa penalizzazione, cercherà nuove idee e nuovi format da portare sul proprio profilo e su quelli delle community, per non farli “morire”.
Ora la domanda è: come finirà un settore che sui social sta diventando sempre più saturo e ricco di inesperienza? Quali saranno le conseguenze per i ristoratori che solo perché i loro locali non vengono visti come posti instagrammabili continueranno ad essere scartati dalla maggioranza dei “food (in)expert”?
E quali saranno a lungo andare le conseguenze per noi utenti, che osserviamo ogni giorno decine e decine di influencer condividere sponsorizzazioni ingannevoli? Chissà quanti ristoranti interessanti visiteremmo se non fossimo suggestionati dalla loro poca obiettività.
Scritto da Daniele Schiappa
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