Il Belpaese diventa sempre più caro per gli italiani che vogliono andare in vacanza; quali sono i luoghi più costosi?
Fare le vacanze in Italia sta diventando sempre più costoso, complici l’inflazione e la speculazione, con prezzi e tariffe in continuo aumento. Come evidenziato da Il Sole 24 Ore, i nuclei familiari composti da quattro persone dovranno rinunciare a uno o due giorni di vacanza a settimana.
Federconsumatori ha stimato che, rispetto all’estate precedente, ci sia stato un rincaro del 46% per i biglietti aerei, del 21% per le crociere, del 17% per le località balneari e del 9% per la montagna. Uno studio più recente del Codacons ha inoltre evidenziato come siano proprio i voli nazionali ad aver subito i rincari maggiori (+43,9%), rispetto a quelli europei (+42,6%) e internazionali (+36,8%).

A causare i rincari, parteciperebbero tre fattori: l’inflazione (al 6,4 il 17 luglio), la speculazione e la ripresa della domanda. Come mostrato da Skyscanner, a causare gli aumenti sui voli contribuisce anche un altro elemento: durante l’estate 2022 i prezzi dei voli sono stati abbassati artificialmente per attirare i viaggiatori, e ora starebbero tornando ai valori precedenti aggravati dalla contingenza storica.
Secondo lo studio del Codacons, i luoghi con rincari record sono le città d’arte e le località balneari. In cima alla lista dei rincari troviamo Firenze, dove si è verificato un aumento del 53% per hotel, B&B, e strutture ricettive.
Di seguito la top 5 delle località con rincari maggiori nelle strutture ricettive:
- 1) Firenze, 53%
- 2) Palermo, 35,9%
- 3) Milano, 27,7%
- 4) Olbia-Tempio, 27,2%
- 5) Venezia, 25,5%
Le località più costose
Assoutenti, in un’indagine sulle piattaforme online di prenotazione per alberghi e viaggi, ha proposto una stima delle mete più care in Italia.
Tra queste, le più costose si trovano in Sicilia e in Sardegna. La meta più cara in assoluto si trova in Sicilia, ed è Cefalù, mentre la seconda è San Teodoro, in Sardegna.
Per queste due destinazioni, infatti, il range di prezzo oscilla da un minimo di 1.063 euro a un massimo di 22.343 per la prima, e da un minimo di 1.331 a un massimo di 20.570 per la seconda.
Non solo voli e hotel

I rincari si fanno sentire anche sul fronte dei beni alimentari del periodo estivo. Sempre secondo lo studio del Codacons, fare un aperitivo alcolico costa in media il 10% in più, i gelati il 21,8%, la birra il 13,9% e le bevande gassate 20,7%.
Le cene a base di pesce, inoltre, sono aumentate in media dell’8,2%, fino a toccare il 15,6% in più se si considera quelle a base di pesce crudo.
Anche affittare ombrelloni e lettini in spiaggia costa di più. A causa dei rincari del canone per le concessioni balneari, dell’Iva al 22% e dell’inflazione, le tariffe sono del 20% più alte rispetto al 2022.
Le vacanze non si fermano

Nonostante i rincari, un italiano su cinque non rinuncerà alle vacanze estive, anche a costo di rivedere i propri piani.
Secondo l’Osservatorio EY Future Travel Behaviours, «i passeggeri in partenza o in arrivo negli aeroporti italiani, nel primo trimestre 2023, sono cresciuti del 56% rispetto al 2022 e hanno ormai raggiunto il 95% dei volumi pre-pandemia, con una percentuale da record di italiani che farà almeno un viaggio di vacanza nel 2023 (82%)».
Fonti: Codacons, Il Sole 24 Ore, Federconsumatori, Osservatorio EY Future Travel Behaviours, Corriere
Scritto da Mirko Aufiero
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