Cambiamento climatico, le ragioni che ci spingono a rifiutarlo

di Dudnic Radu
10 Min.

IPCC – Pannello intergovernativo sul cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è una realtà scientifica innegabile, ma sorprendentemente, sono ancora in molti ad esitare o a riconoscerlo come un vero e proprio problema. Gli studi sono moltissimi, le prove schiaccianti, gli scien­ziati concordi e le conseguen­ze già visibili. Eppure, nonostante la sempre più chiara l’evidenza scientifica, e gli avvertimenti dell’IPCC (Panello intergovernativo sui cambiamenti climatici), molte persone sembrano rimanere apatiche di fronte a questa emergenza reale? Perché alcuni sembrano rifiutare questa realtà? Cosa ci impedisce di agire con la tempestività necessaria? 

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Sistema neurale

Il nostro sistema neurale è uno dei principali colpevoli dietro questa percezione distorta della realtà. In un recente studio , del National Institute of Health (2021), condotto sulla memoria e l’auto-riferimento, gli scienziati hanno scoperto che il cervello reagisce in modo diverso quando pensiamo a noi stessi nel futuro rispetto al nostro “sé” attuale. In particolare, alcune regioni del cervello – il ventromedial prefrontal cortex – sembrano trattare il “futuro io” in modo simile a come si trattano persone estranee, fuori dalla nostra cerchia emotiva. Questa cosa suggerisce che potremmo non prestare la stessa attenzione alle informazioni legate al nostro futuro, facendocele percepire come entità distanti.

Effetto distanza sul cambiamento climatico: “Non io”

Nell’opinione collettiva intuiamo quanto possa essere grave la situazione – almeno coloro che non sono in preda alla negazione del cambiamento climatico – ma qualcuno può sentirsi incapace di agire adesso per salvare il nostro futuro domani. Le emissioni di anidride carbonica raggiungono ogni anno che passa livelli da record, eppure la percezione del cambiamento climatico per alcuni individui rimane evanescente, facendolo sembrare un problema distante. L’illusione di essere al sicuro da questi effetti può portare ad una falsa sicurezza. “Non è un problema che mi riguarda direttamente” o “Non è un problema per la mia generazione“.

Sono in molti infatti ad accusare una distanza dall’impatto attuale del cambiamento climatico e gli stessi credono che questi non abbiano un impatto diretto sulle loro vite. Atteggiamento che è spesso radicato nella prospettiva a breve termine, che può portare a sottovalutare la gravità e soprattutto le vere conseguenze del problema. Le conseguenze a lungo termine, come l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione degli oceani e l’aumento delle temperature, possono sembrare remote e poco urgenti.

Politica e ideologia: Dati

Una recente indagine condotta dal Pew Research Center su 10.237 adulti negli Stati Uniti, tra il 24 e il 30 gennaio 2022, ha rivelato che:

  • il 69% degli adulti statunitensi ha come priorità lo sviluppo di fonti di energia alternative, come il vento e il solare, anziché l’espansione della produzione di petrolio, carbone e gas naturale.
  • Lo stesso 69% è a favore degli sforzi degli Stati Uniti per diventare carbon neutral entro il 2050, un elemento chiave dell’agenda politica di energia e clima del Presidente Joe Biden.
  • Il 31%  ritiene che gli Stati Uniti dovrebbero eliminare completamente l’uso di petrolio, carbone e gas naturale
  • Il 67% affermano che il paese dovrebbe utilizzare una combinazione di combustibili fossili e fonti di energia rinnovabile.

Un’ulteriore sondaggio, svolto su un numero analogo di adulti, aveva lo scopo di rispondere al “Perché alcuni americani non percepiscono l’urgenza dei cambiamenti climatici?”. I sondaggi hanno evidenziato che:

  • Il 46% ritiene che l’attività umana sia la ragione principale del riscaldamento globale.
  • Il 26% crede che il riscaldamento sia principalmente causato da modelli naturali nell’ambiente.
  • Il 14% non ritiene che ci siano prove che la Terra si stia riscaldando affatto.

Tasso di sconto sociale

Un’articolo pubblicato sulla “Harvard Business Review” ha tracciato una misura economica chiamata “tasso di sconto sociale”. Questo tasso quantifica quanto valorizziamo il futuro rispetto al presente, ed è un indicatore di quanto ci preoccupiamo del futuro. Un tasso di sconto sociale elevato suggerisce una minore preoccupazione per il futuro economico. L’amministrazione Trump ad esempio ha utilizzato un tasso di sconto annuale del 7% per valutare il costo sociale delle emissioni di CO2, un valore molto più alto rispetto a quello dell’amministrazione Obama, e così anche ora con il Governo Biden.

Interessi economici dietro il cambiamento climatico

Gli interessi economici rappresentano un’altra motivazione dietro il rifiuto del cambiamento climatico. Settori economici legati all’uso di combustibili fossili o ad altre attività ad alta intensità di carbonio spesso cercano di negare o minimizzare l’impatto ambientale delle loro attività per proteggere i propri profitti. Il denaro e il potere possono esercitare una forte influenza sulle opinioni e sulle decisioni politiche.

Il modello economico basato sull’estrazione di risorse naturali – ma non rinnovabile- , come i combustibili fossili, è fortemente radicato in molte economie presenti. La transizione verso un’economia verde e sostenibile potrebbe minacciare questo modello, portando alcune élite economiche a opporsi al cambiamento. Ci sono evidenze di lobby negazioniste del cambiamento climatico, finanziate da aziende legate ai combustibili fossili e da organizzazioni conservatrici, che hanno influenzato la percezione pubblica e la politica, creando un ambiente in cui il negazionismo può prosperare.

Paura del cambiamento

Forse sta iniziando la realtà dove si gettano le basi per costruire un futuro in cui non dobbiamo più fingere che il nostro pianeta non stia avendo una crisi d’identità climatica. Un futuro in cui le nostre azioni riflettono la consapevolezza del problema e la determinazione a risolverlo. Un futuro in cui possiamo finalmente goderci le stagioni senza sorprese meteorologiche. Quindi, perché aspettare? Il cambiamento climatico è reale, così come la speranza per un futuro migliore e più propositivo da parte di ognuno di noi.

                                                                                                                                                                                           di Radu Dudnic


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