Elezioni USA: un anno e si va alle presidenziali

di Emanuele Lo Giudice
7 Min.

Il 5 novembre 2024 verrà eletto il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Com’è la situazione politica ad un anno dalle elezioni presidenziali?

Elezioni

Il 3 novembre 2020, negli Stati Uniti, Joe Biden conquistava 306 grandi elettori su 538, aggiudicandosi la Presidenza a discapito di Donald Trump. Nonostante l’attacco a Capitol Hill del gennaio 2021 e il rifiuto di Trump di riconoscerne la vittoria alle elezioni, Biden ha ricevuto la proclamazione la notte del 7 gennaio 2021. 

Donald Trump, nonostante mesi burrascosi, non ha mollato mai l’idea di ricandidarsi alle presidenziali e così è stato. Nel novembre 2024 c’è un alta possibilità che Trump concorri per la Presidenza, sfidando nuovamente Biden, che ha anch’esso annunciato la propria ricandidatura. 

Ma ad un anno dalle elezioni, qual è la situazione politica statunitense, su cui grava anche una crisi internazionale non di poco conto? Tramite sondaggi si può avere già da ora un’idea abbastanza sicura (sebbene non lo sia mai al 100%) di come potranno andare le primarie e, soprattutto, quali nomi arriveranno a scontrarsi la notte del 5 novembre 2024.

Elezioni primarie al via da gennaio, dem e gop pronti?

Ad oggi una delle certezze riguardo le presidenziali 2024 è il peso che avranno gli Swing States. Questi sono Stati federali nei quali nessun candidato ha un supporto storico ampio tale da assicurargli punti al collegio elettorale. Il prossimo anno, secondo gli analisti, questi Swing states potrebbero essere solamente 4, dunque un numero limitato di voti che però potrebbe cambiare di molto le iniziali proiezioni. 

I democratici

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Il Partito Democratico ha in testa Biden che, essendo il Presidente uscente, ha per prassi il via libera per la Convention del partito. Sebbene le sfide alle primarie ci saranno, è molto probabile che Biden sia il nome che andrà alle presidenziali, nonostante alcuni problemi con la sua candidatura. Kamala Harris risulta uno dei vicepresidenti meno popolari della storia statunitense e l’età di Biden non è un fattore da accantonare. Detto ciò, la vittoria in casa dem sembra altamente scontata, sia anche solo per gli sfidanti democratici che nei sondaggi rimangono quasi invisibili.

L’unico che poteva tenere testa a Biden è stato per qualche mese Robert Kennedy Jr, che però ha annunciato successivamente la sua candidatura come indipendente. È più probabile che questo rubi voti a elettori repubblicani delusi, considerando il grande spostamento ideologico verso destra che ha avuto negli ultimi tempi. 

I Repubblicani

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Il Gold old party è invece alle prese con un Trump nettamente in testa, cui fa seguito De Santis, rimasto però molto indietro di supporto. Nonostante il processo pendente, Trump guadagna terreno nei sondaggi, soprattutto a seguito della vittoria alla House of Representatives. L’elezione di Mike Johnson (sostenitore di Trump) a Speaker ha dimostrato quanto il former President sia ancora una figura valida all’interno del partito. 

Le proiezioni ad oggi lasciano poco a desiderare, le probabilità che siano nuovamente Trump e Biden a scontrarsi sono alte, ma c’è un elemento che potrebbe cambiare le carte in tavola: il processo di Trump inizierà un giorno prima delle primarie presidenziali americane. Si dovrà dunque attendere marzo 2024 per avere più chiarezza sul candidato gop.

Temi caldi e inizio della corsa presidenziale

Il 15 gennaio avrà inizio il caucus dell’Iowa, che apre definitivamente la campagna o residenziale. Come detto prima, la situazione degli stati è ad oggi politicamente polarizzata e i possibili 4 swing states potrebbero creare non pochi problemi si candidati. 

Sulla rielezione di Biden gravano sia la guerra russo-ucraina che la guerra Israele-Gaza. Quest’ultima specialmente ha portato Biden a mantenere posizioni forti, attirandosi l’antipatia di diversi liberali democratici, oltre che dei giovani, soprattutto di provenienza mediorientale. 

Lo scenario cui vanno incontro gli Stati Uniti sembra complicarsi sempre di più, soprattutto a causa del panorama internazionale dove Washington continua a giocare un ruolo centrale e non poco divisivo. Tra l’altro Biden risulta indietro a Trump in 5 dei 6 stati decidivi nelle prossime presidenziali. Sono infatti gli Stati con cui Biden ha vinto le elezioni 2020, ma dei quali solo il Wisconsin gli sta accanto, anche se per pochi voti. 

Nell’anno che ci attende potrebbero presentarsi eventi nuovi e decisivi per le presidenziali, per adesso l’unica certezza è che Biden risulta in bilico, soprattutto per il malcontento della gestione economica.

Le prossime tappe per le elezioni

Se il 15 gennaio i Repubblicani daranno il via alle primarie in Iowa, i Democratici lo faranno il 3 febbraio in South Carolina. Tutti i 50 stati procederanno poi alle primarie nei mesi successivi, tra cui spicca un giorno chiave, il « super tuesday » (5 marzo), importante perché si svolgeranno primarie in diversi Stati. 

Le Convention di ufficializzazione cui prenderanno parte i delegati votati alle primarie saranno il 15 luglio per i Repubblicani e il 19 agosto per i Democratici. Dopo queste due date, i candidati alle Presidenziali, con i loro candidati vicepresidenti, saranno ufficializzati.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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