Elezioni 2022, riassunto completo: vince FdI al 26%, delude il Pd sotto il 20%

di Francesco Cocco
7 Min.

Stamattina, 26 Settembre, i risultati delle Elezioni Politiche del 2022 sono stati ufficializzati, delineando in modo definitivo la composizione del nuovo Parlamento. Ma cosa è successo? Quali sono questi risultati? Chi ha vinto? Chi ha perso?

Risultati delle elezioni politiche 2022:

  1. Fratelli d’Italia: 26,4%
  2. Partito Democratico: 19.1%
  3. Movimento 5 Stelle: 15.2%
  4. Lega per Salvini Premier: 9%
  5. Forza Italia: 8.3%
  6. Terzo Polo (Azione + Italia Viva): 7.7%
  7. +Europa: 2.95%
  8. Sinistra Italiana / Verdi : 3.6%
  9. Impegno Civico: 0.6%
  10. Italexit: 1.9%
  11. Noi Moderati: 0.9%

Fratelli d’Italia primo partito, ma la Lega crolla.

I risultati di questa tornata elettorale sono eclatanti per il centrodestra che ottiene la maggioranza parlamentare: secondo i dati, avrà circa 115 senatori e 235 deputati, una maggioranza solida in entrambre le camere, ma lontana dai due terzi necessari per approvare riforme costituzionali senza il referendum confermativo.

A fare il grande exploit è stato il partito di Giorgia Meloni che è riuscito a concretizzare il risultato del 26% di preferenze che i sondaggi assegnavano già da tempo. Adesso la leader diventerà di conseguenza capo di coalizione e la principale indicata per il ruolo di premier nel prossimo governo che sarà con molta probabilità a guida Centrodestra.

“Gli italiani hanno scelto un governo di centrodestra a guida Fratelli d’Italia” ha dichiarato Giorgia Meloni in nottata

Il grande sconfitto della coalizione è certamente Matteo Salvini che ha visto ridursi il consenso fino al 9% contro il 34% delle Europee 2019. La Lega del Capitano ha lasciato anche il suo storico fortino di voti (il Nord) all’alleata di coalizione. Sarà tempo di cambiamento per il Carroccio? Lo vedremo.

“Per l’italia oggi è una bella giornata perchè ha 5 anni di stabilità davanti” – Matteo Salvini

Per Forza Italia, invece, l’unica certezza è Silvio Berlusconi, che alla veneranda età di 85 anni, è ancora leader del suo partito e che è riuscito a tenere testa agli avversari e agli alleati stessi aggiudicandosi un 8.3%.

PD grande sconfitto, sotto il 20%. Dimissioni per Letta?

Il grande sconfitto di queste elezioni è sicuramente il Partito Democratico, reduce di una delle più disastrose campagne elettorali della sua storia.

Il PD, alla fine della fiera, è rimasto sotto la soglia del 20% arrivando appena al 19.1%. Il leader Enrico Letta non ha fatto commenti per tutta la notte. Solo alle 11 del mattino, in conferenza stampa, ha dichiarato:

“Oggi è un giorno triste per l’Italia, per l’Europa, ci aspettano giorni duri”.

Il segretario dem ha poi annunciato che traghetterà il partito fino al Congresso, che intende aprire il prima possibile e dove verrà indicato il nuovo leader, ufficializzando quindi la sua non intenzione di ricandidarsi

Movimento 5 Stelle al 15% in rimonta e primo partito nel Sud

Dato per morto agli inizi di luglio, il Movimento 5 Stelle di GIuseppe Conte è riuscito a risollevarsi e in rimonta è riuscito a portare a casa il 15.2%. Niente in confronto 32% delle politiche 2018, ma decisamente un buon risultato rispetto ai sondaggi che lo davano al 13%.

Reddito di Cittadinanza come cavallo di battaglia per un’ottima campagna elettorale per Giuseppe Conte che ha portato che a spada tratta ha sottratto il Sud Italia a Fratelli d’Italia diventando primo partito in molte regioni.

Il Terzo Polo esiste, ma non sfonda. Calenda sotto il 10%

Grande amarezza anche per il Terzo Polo guidato da Carlo Calenda che non riesce a superare la doppia cifra e si attesta al 7.7%.

Il leader centrista, in conferenza stampa, ha espresso la sua delusione dopo lo spoglio delle schede:

“Il nostro era un obiettivo molto ambizioso e per farlo avevamo bisogno di un risultato sopra la doppia cifra che non è stato purtroppo raggiunto”

I grandi esclusi e le new entry

Come per ogni tornata elettorale, ci sono anche coloro che non riescono a superare la soglia di sbarramento o ad entrare in Parlamento.

È il caso di +Europa che non è riuscita a superare lo sbarramento del 3% e della sua leader Emma Bonino che non ha ottenuto abbastanza voti per l’elezione.

Oltre a lei, ci sono anche altri volti noti della politica che non verranno (ri)eletti al Parlamento: Simone Pillon (Lega), Luigi Di Maio (IC), Vittorio Sgarbi, Luigi De Magistris (UP), Giuseppe Civati (Possibile), Sara Cunial (Vita), Gianluigi Paragone (Italexit).

Ma nella XIX legislatura della storia repubblicana, novità e vecchie glorie stanno per fare il loro ingresso in Parlamento: Silvio Berlusconi torna in Senato dopo quasi 10 anni, Carlo Cottarelli è stato eletto al proporzionale con il Pd, Ilaria Cucchi entra in Parlamento dopo aver vinto all’uninominale di Firenze.

Astensionismo record: oltre 1 italiano su 3 ha scelto il “non voto”

Al di là dei grandi numeri dei partiti, il vero numero preoccupante è l’astensionismo: solo il 64% degli aventi diritto si è recato alle urne, -9% rispetto alle politiche del 2018 quando al voto andò il 73%. È il risultato più basso nella storia repubblicana.

Nonostante le code e la buona affluenza delle prime ore, il tracollo è arrivato in serata in tutte le regioni. In Lombardia si arriva al 70%, dato in netto calo rispetto al 77% del 2018 . A trascinare giù la partecipazione è stato il Sud Italia: la Campania rimane ferma al 54%, mentre la Calabria e la Sardegna arrivano appena al 50%.

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