Elezioni 2022: crisi, programmi e prospetti.

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 11 Min.

La Repubblica Italiana si avvia alle urne il 25 Settembre. Dopo 523 giorni si conclude l’era Draghi e si rimette nelle mani dell’elettorato il potere decisionale nei riguardi della rappresentanza parlamentare. L’Italia vacilla nell’instabilità in un momento storico delicato.

Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della firma dei decreti, oggi 21 luglio 2022. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

In un periodo di profonda precarietà politica, sia a livello europeo che internazionale, l’Italia abbandona il modello Draghi e vede sciogliersi le proprie Camere tramite decreto presidenziale, affacciandosi ad una campagna elettorale che terminerà solo a spoglio concluso tra poco più di un mese. L’inizio di una nuova legislatura presuppone l’applicazione del referendum indetto nel 2020 per la riduzione del numero dei parlamentari che, con un taglio di una parte dei componenti, vedrà la sfida tra i partiti su un numero totale di seggi pari a 600: 400 deputati e 200 senatori.

Entrambe le Camere prevedono un sistema elettorale misto, caratterizzato da una componente proporzionale e da una componente maggioritaria. La legge n. 51 del 2019 prevede i 3/8 dei seggi assegnati in collegi uninominali con criterio maggioritario, mentre la restante parte ripartita secondo criterio proporzionale in collegi plurinominali per le liste o coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento (3% per le liste, 10% per le coalizioni); i collegi uninominali sono 147 per la Camera e 74 per il Senato. È da tenere a mente che, a seguito della Legge costituzionale 18 Ottobre 2021 n. 7, l’età per l’elettorato attivo è stata eguagliata per entrambe le Camere, fissata quindi a 18 sia per la Camera dei Deputati che per il Senato.

La premessa alle elezioni: perché si va al voto?

Le “dimissioni irrevocabili” di Mario Draghi del 21 Luglio hanno posto fine al Governo d’unità nazionale insediatosi il 13 Febbraio 2021, ormai rimasto senza il supporto di gran parte della maggioranza. Ufficialmente iniziata il 14 Luglio, la crisi di governo si è protratta fino alle ore 20 del 20 Luglio, momento in cui Draghi ha raccolto i suoi ultimi esigui voti in seno al Senato. Mercoledì 14 Luglio il M5S ufficializza la crisi non votando la fiducia sul Decreto Aiuti, azione che ha spinto Draghi a rassegnare le dimissioni. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inizialmente rifiutato la proposta del Presidente del Consiglio, dissuadendo quest’ultimo a passare al vaglio del legislativo, essendo esso il diretto rappresentante della volontà popolare. Si apre una settimana di trattative al fine di evitare la crisi, ma questa culmina nella caduta del governo Draghi in quanto le divisioni e le frammentazioni partitiche, soprattutto all’interno del M5S, hanno reso difficile il trovare una soluzione. Dopo il distaccamento di Luigi di Maio dal Movimento, coloro che sono rimasti al fianco di Conte rientrano in un’ala moderata che risulta essere poco favorevole al Premier uscente, nonostante questo abbia a più riprese ribadito che non governerebbe senza il Movimento nel proprio esecutivo. Con la fine dell’esecutivo Draghi, Mattarella scioglie le Camere e indice elezioni anticipate, con data confermata per il 25 Settembre 2022.

Coalizioni, divisioni e programmi

CENTRODESTRA (FdI, Lega e FI)

Come nelle ultime elezioni, il centrodestra si presenta in coalizione anche se rimane suddiviso per simboli e liste. Berlusconi, leader di Forza Italia, parla di 8 punti fondamentali, tra i quali una riforma delle pensioni; Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, auspica invece all’eliminazione del Reddito di Cittadinanza. Il programma del centrodestra, suddiviso in 15 punti e intitolato “Per l’Italia, accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra“, contiene diversi temi già affrontati numerose volte dalla destra: flat tax, immigrazione, riforme istituzionali e pace fiscale.

CENTROSINISTRA

Letta si avvia alle elezioni senza alleanza con il M5S, cercando supporto in quei partiti che avevano sostenuto Draghi. Si é sfaldata l’idea di un’alleanza anche con Azione di Calenda, che ha portato quest’ultimo ad avvicinarsi a Italia Viva di Renzi, ormai terzo polo su cui ruotano le elezioni del 25 Settembre. Nella coalizione di centrosinistra si trovano, al fianco del PD, +Europa di Emma Bonino, la sinistra italiana di Fratoianni in alleanza con i Verdi e Impegno Civico di Di Maio, casa di molta parte dei secessionisti del Movimento. Nelle 44 schede tematiche che compongono il programma elettorale, i temi proposti puntano ad un’Italia democratica e progressista basata su 3 pilastri principali: diritti e cittadinanza, lavoro e giustizia sociale e, infine, sviluppo sostenibile; dallo Ius Scholae, appoggiato anche dal Movimento e da Calenda, fino alla legge sul fine vita. Vi si aggiunge, inoltre, il pacchetto “Un paese per i giovani“, con cui Letta auspica a mettere in moto la parte giovane del paese.

Movimento 5 Stelle

È con grande probabilità che il M5S si presenterà solo alle elezioni di Settembre, dato l’allontanarsi progressivo di ogni possibilità di alleanza con PD e LEU. “Dalla parte giusta, cuore e coraggio per l’Italia di domani” è il nome del programma del Movimento in cui si ricalcano le richieste su cui si è ampliata la crisi di governo. Differenti sono le proposte sui temi economici, sociali e ambientali: dal cashback fiscale sino al salario minimo.

Azione e Italia Viva

Con un programma presentato da poco e in via di sviluppo, Azione e IV si ripromettono impegno sul completamento del PNRR, uno dei due punti centrali dell’operato Draghi, e nell’aiuto all’Ucraina, ormai quasi al suo settimo mese di guerra. Uno dei punti nel programma di questa piccola unione è il salario minimo, richiesto a gran voce anche dall’opinione pubblica.

Previsioni?

Si susseguono i sondaggi e le percentuali variano di settimana in settimana, tra chi perde un punto o chi cresce di due. Fratelli d’Italia e il Partito Democratico si attestano le prime due posizioni nelle preferenze nazionali, mentre chi continua ad essere insicuro sul voto ha ancora un mese per capire chi votare. Il centrodestra è avanti, nonostante la Lega di Matteo Salvini abbia perso qualche preferenza attestandosi un 12-13%. Con il centrodestra a tali percentuali, la previsione che questo possa vincere le elezioni si fa sempre più concreta, tanto che Noto sondaggi prevede una possibilità di vittoria dell’80-90%. A seguire Fratelli d’Italia al 24-25% vi è subito il PD che, con un 21-22%, si allontana di quasi 10 punti dal Carroccio (terzo in successione di preferenze) e dal Movimento 5 stelle, che eguaglia la Lega per risultati. Il “Terzo polo” rimane su un 7-8%, che risulta promettente anche se lontano dai colossi nazionali.

Nel mese che rimane i sondaggi potrebbero (difficilmente) variare di parecchio, rimane infatti una grande parte dell’elettorato che preferisce l’astensionismo perché ancora indeciso o confuso.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati