È morto Michail Gorbačëv, lo annuncia la Tass russa.

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Aveva 91 anni l’ultimo Segretario generale del Partito Comunista sovietico, dopo di lui lo sfaldamento dell’URSS e l’indipendenza delle Repubbliche Sovietiche. L’ “artefice” della fine della Guerra fredda era malato da tempo.

Michail Sergeevič Gorbačëv

Noto da fonti russe che fosse ricoverato in ospedale, è morto pochi minuti fa il padre della Perestrojka sovietica. Dal 1985 al 1991 è stato il Segretario generale del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), protagonista degli ultimi anni di vita dell’URSS prima del crollo del comunismo sovietico. Gorbačëv, considerato un importante riformista, tanto da allontanarsi dal modus operandi del vecchio totalitarismo stalinista, nel 1990 è stato insignito del Premio Nobel per la pace.

Chi era Gorbačëv?

Nato a Privol’noe nel 1931, Gorbačëv si è laureato alla facoltà di legge di Mosca nel 1955, anno dell’istituzione del Patto di Varsavia, che aveva la funzione di contrastare la NATO, nata sei anni prima. Ha iniziato la propria carriera politica nel 1970, come Primo Segretario del Comitato del Partito nel territorio di Stavropol; da lì la sua carriera politica è andata crescendo. Nel 1979 il trasferimento a Mosca lo ha portato a diventare membro titolare del Politburo del Comitato Centrale del PCUS. Si sono moltiplicati da lì i viaggi all’estero come delegato del partito, dal Canada fino all’Italia, in occasione dei funerali di Enrico Berlinguer, Segretario del Partito Comunista italiano, tenuti a Roma il 13 Giugno 1984. Alla morte di Konstantin Černenko, Segretario generale del PCUS dal 1984 al 1985, ha assunto la massima carica nella gerarchia del partito: era l’11 Marzo 1985. A lui si deve la grande spinta riformista che l’URSS ha affrontato a partire dalla metà degli anni ’80 sotto il nome di Perestrojka e Glasnost’. Era infatti per Gorbačëv la liberalizzazione e la ricostruzione ciò che serviva all’Unione Sovietica per una riorganizzazione economica efficiente.

La repulsione per il regime stalinista, considerato da Gorbačëv “crudele e rigido”, lo ha portato a non ritenere il totalitarismo un modello da seguire per il futuro dell’Unione Sovietica. A 54 anni, ormai Segretario generale del PCUS, ha portato avanti l’idea riformista su cui l’URSS avrebbe dovuto basarsi per allontanarsi dai dogmi del passato, come ha scritto nel proprio libro Riflessioni sulla Rivoluzione d’Ottobre. Da Gorbačëv è nel tempo arrivata anche la condanna della dittatura del proletariato, una dittatura, secondo lui, di un gruppo dirigente e della sua struttura gerarchica. Se all’estero ha portato l’URSS a stringere relazioni con gli Stati Uniti di Ronald Raegan e con il Regno Unito di Margaret Thatcher, a Mosca si è dovuto confrontare con le ostilità di chi lo considerava erroneo per il ruolo che deteneva.

Ha rassegnato le proprie dimissioni il 25 Dicembre 1991, lasciando il proprio posto a Boris Él’cin, primo Presidente della Russia. Aveva poco prima subito un tentato golpe che rese Él’cin, già sindaco di Mosca, ancora più popolare. Negli anni immediatamente successivi all’ascesa di Él’cin ha promosso la nascita del Partito socialdemocratico unito della Russia, il ROSDP, poi abbandonato per dissidi, mentre nel 1999 ha appoggiato l’ascesa al potere di Putin, che ha poi invece criticato per la lentezza nei confronti della democratizzazione del paese.

L’annuncio della TASS russa

A seguito di una malattia profonda e duratura, Gorbačëv si è spento questa sera al Central Clinical Hospital di Mosca, dopo aver passato gli ultimi mesi in dialisi. Protagonista della scena mondiale negli ultimi anni della Guerra fredda, la storia mondiale saluta l’ultimo fautore della fine del mondo sovietico dopo Reagan e la Thatcher.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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