E’ morto Don Michele Basso, il Prete del Mistero

di Alessio Pio Pierro
3 Min.

La Chiesa, pur essendo la rappresentazione della dottrina cristiana nel mondo, come ben sappiamo tutti, nasconde moltissimi misteri. Recentemente, con la morte di Don Michele Basso ne sono emersi nuovi riguardo la sua preziosa collezione di reperti preziosi.

Chi era Don Michele Basso?

Don Michele Basso era un anziano canonico vaticano, studioso, religioso e abile collezionista d’arte. E’ stato trovato morto il 6 gennaio scorso nel suo appartamento.

Pare che soffrisse di malesseri da tempo e si ipotizza quindi che abbia accusato un malore.
Da tempo nel contesto vaticano veniva associato ad una figura misteriosa per via della sua collezione di reperti archeologici e artistici di una certa rilevanza. Il Messagero afferma che nascondesse ben trenta bauli contenenti ricchezze.

Non sono ancora chiari i motivi per cui nascondesse le casse a cui nessuno può accedervi e come gli siano giunti i beni. Aveva dichiarato di averne acquistati alcuni e altri di averli ricevuti come regali.

Il mistero celato nella sua collezione

La sua collezione comprende numerosi pezzi di materiale archeologico, statue, dipinti e tavole incise su rame provenienti dalla scuola di Mattia Preti, da bozze di Pietro Da Cortona, da tavole del Guercino mischiate tra tele autentiche e false.
All’interno della collezione anche parecchi vasi etruschi e romani non autentici, oltre alla copia del vaso di Eufronio, attorno a cui si cela il mistero.

Il cratere di Sarpedonte, questa un’altra denominazione, è un calice modellato dal ceramista Euxitheos e dipinto da Eufronio nel 515 a.c.
Rimase esposto, per via di uno scavo clandestino e di un’esportazione illecita, al Metropolitan Museum di New York dal 1972 al 2006 e poi, a seguito di una disputa diplomatica, venne portato a Roma presso il Museo nazionale cerite.

Il Cratere di Eufronio

E allora, qual é il mistero?

Il mistero sorge perchè la copia di Monsignor Basso risale ai primi anni del ‘900 e ciò mette in dubbio il vero ritrovamento del cratere, che pare fosse avvenuto nel 1971 a Cerveteri.
Ad inizio secolo, venne aperta anche un’inchiesta dalla Procura di Roma, ma venne archiviata poiché il monsignore donò tutto al Vaticano.


Le domande sorgono senza troppi sforzi. Come faceva ad esistere una copia prima del ritrovamento della versione originale? Don Michele Basso non se n’era accorto o nascondeva qualcosa?
Ma soprattutto, è veramente possibile che il Vaticano non fosse minimamente informato della faccenda?
Le risposte non accennano ad arrivare, ma è certo che si tratti di un giallo che contribuisce all’indebolimento della reputazione della Santa Sede, già in un momento difficile dopo la scomparsa di Papa Benedetto XVI.


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Scritto da Alessio Pio Pierro

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