Di giorno donna delle pulizie, di notte addesca pedofili fingendosi 13enne: la storia di Neila

di Costanza Maugeri
3 Min.

Questa è la storia di Neila, di giorno fa la donna delle pulizie, di notte addesca i pedofili e li fa arrestare.

Come è iniziato tutto?

E’ il 2019 e Neila sta guardando un documentario. Si intitola Zandvoort, le fichier de la honte” (Zandvoort, il Fascicolo della Vergogna) e racconta il caso di pedopornografia venduta online da un uomo di origine tedesca residente nei Paesi Bassi.

Quel giorno, all’apparenza identico al resto dell’anno e quel documentario le cambiano la vita per sempre, portandola ad agire in prima persona contro la piaga della pedofilia.

Neila, così, inizia a fare ricerche sull’abuso sui minori e trova in rete un uomo di nome Steven Moore, pseudonimo ispirato all’attivista e regista Micheal Moore, che ha dato il suo contributo alla lotta alla pedofilia creando semplicemente un finto profilo Facebook con i dati di sua figlia minorenne. Usa l’account come esca per “catturare” i pedofili e denunciarli alle forze dell’ordine.

La nascita del Team Moore

Dopo aver conosciuto la storia di Steven sceglie di collaborare, così nasce il team Moore (oggi conta 50 Membri da tutto il mondo) che creando centinaia di finti profili ha, ad oggi, condotto all’arresto e alla condanna 65 persone.

Neila e Lucie

Neila si finge Lucie, una tredicenne e utilizza un filtro per apparire 20 anni più giovane.

Ad oggi ha ricevuto migliaia di messaggi, foto e video pedopornografici da uomini che hanno in media 50 anni.

Secondo Neila esistono due tipi di pedofilo: chi appare, fin dal principio, violento e sessualmente esplicito e chi, invece, per conquistare la fiducia della vittima, la manipola apparendo in un primo momento dolce e innamorato, mostrando solo dopo la sua vera identità. Quest’ultimo è secondo lei l’approccio più pericoloso.

Neila screenshotta i messaggi e le foto a sfondo sessuale che riceve, li raccoglie in un fascicolo insieme ai dati salienti degli uomini che con lei interagiscono e successivamente consegna il materiale alla polizia, dando il via a delle vere e proprie indagini.

“Sono stata toccata in modo inappropriato da un amico di famiglia quando avevo soltanto 11 anni.
Oggi, preferisco essere la persona che deve sopportare queste foto esplicite al posto di una bambina”

Neila

Fonte: VICE

Scritto da Costanza Maugeri

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