Deviare gli asteroidi è possibile: DART ha colpito l’asteroide Dimorphos!

di Giorgia Lelii
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All’1:14 del 27 settembre 2022 (ora italiana) si è compiuto un fatto a dir poco rivoluzionario: la sonda kamikaze DART (Double Asteroid Redirection Test), lanciata dalla NASA, ha colpito, a 17 metri dal centro l’asteroide Dimorphos, distante circa 13 milioni di chilometri dal pianeta Terra.

Perché DART è stato lanciato? Nel novembre 2021, la sonda è stato spedita nello spazio per raggiungere Dimorphos, un asteroide largo 160 metri, che ruota attorno ad uno ancor più grande, Didymos: lo scopo di DART era quello di deviare leggermente l’orbita del piccoletto di qualche minuto, per verificare se un veicolo spaziale fosse in grado di deviare la rotta di eventuali asteroidi in rotta di collisione con la Terra. 

In fin dei conti, non c’è nemmeno da preoccuparsi: Dimorphos e Didymos sono stati scelti con attenzione dagli studiosi. Infatti, nessuno dei due rappresentava un rischio per la Terra prima della missione, e una piccola alterazione orbitale non aumenterà in alcun modo la loro pericolosità.  

«È come se danneggiassimo un orologio da polso e questo iniziasse a girare più velocemente, ma di poco. Potreste non accorgervi dell’errore nel primo giorno o nei primi due ma dopo alcune settimane iniziereste a notare che non segna più correttamente l’ora»

Nancy Chabot

Inoltre, si pensa che un oggetto come il piccolo asteroide entri in rotta di collisione con il pianeta Terra una volta ogni 20.000 anni: se qualcosa del genere dovesse davvero toccare il suolo terrestre, creerebbe un cratere largo un chilometro e profondo circa 200 metri, con conseguenze letali semmai dovesse cadere in aree densamente popolate. 

Inoltre, l’Italia ha contribuito in maniera importante a questa missione-esperimento: visto che le riprese fornite da DART si sono interrotte con l’impatto, insieme ad essa è stato mandato un micro-satellite made in Italy, realizzato da Argotec con il finanziamento e il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana: il CubeSat italiano LICIACube (acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids) è riuscito a riprendere la scena a distanza di 50 km, e nei prossimi giorni dovrebbe mandare foto e dati preziosi utili ad analizzare forma e struttura di Dimorphos. 

Già incorrono nuove notizie su questo campo: dopo Dart, nel 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di DART e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con DART e LiciaCube, Hera fa parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid Impact and Deflection Assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.

Google, come suo solito, ha voluto rendere omaggio al grandissimo successo: provate a digitare “DART” o “DART Didymos”, o altre chiavi di ricerca correlate. Un trucchetto è pronto all’impatto!

Scritto da Giorgia Lelii


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