Destino cieco (1987): la vita come scelta del caso

di Emanuele Fornito
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Trama

Witek è un giovane studente di medicina che, alla morte del padre, decide di trasferirsi a Varsavia. In ritardo per la partenza, la sua vita dipenderà dal riuscire a salire su quel treno o meno.

Recensione di Destino cieco

Scritto e diretto da uno dei più importanti artisti dello scorso secolo, Krzysztof Kieślowski, Destino cieco non ha avuto di certo vita facile: soggetto alla censura dell’URSS per i coinvolgimenti politici che interessano il protagonista nel corso della storia, il film abbraccia in realtà una riflessione molto più ampia. Difatti, Kieślowski decide di mostrare quanto un’azione o un avvenimento all’apparenza banale, come quello di perdere un treno, possa cambiare radicalmente la propria vita. Un destino, per l’appunto, cieco.

destino cieco

Ciò che il regista polacco ci suggerisce è che l’uomo non ha nessun potere decisionale sul susseguirsi degli eventi che compongono la sua vita, ma egli è vittima di un destino che si muove secondo logiche a lui incomprensibili, ammesso che di logica si possa parlare. In questo senso, Kieślowski si rifà alla concezione machiavelliana del fiume in piena, verso cui l’uomo può limitarsi solamente a contenerne gli straripamenti, senza però avere potere diretto su di esso. Ed è proprio questo quello che emerge dalle tre storie che Witek vive:

  • nella prima, riuscendo a salire su quel treno per Varsavia, dove incontra un anziano militante comunista che lo convince ad entrare nel Partito, finisce per divenire ostaggio di gruppi sovversivi, ai quali appartiene anche il suo amore giovanile, che reincontra e frequenta brevemente fino ad essere lasciato proprio per la sua militanza politica;
  • nella seconda, perdendo il treno e scontrandosi con il capostazione, Witek viene arrestato e, al suo rilascio, aderisce ai gruppi anti-comunisti, si converte al cristianesimo ed inizia a frequentare Vera, sorella di un suo vecchio amico d’infanzia. Nel tentativo di scappare in Francia il ragazzo viene tuttavia intercettato dalla polizia sovietica e obbligato a fare i nomi dei suoi complici, che nel frattempo sono stati già arrestati, condannado Witek alla totale solitudine;
frame film di Krzysztof Kieślowski
Bogusław Linda e Marzena Trybała in una scena del film
  • nella terza, invece, Witek perde il treno ma incontra Olga, una compagna di università, con la quale si sposa e ha un figlio. Ella lo convince a riprendere gli studi in medicina e, divenuto medico, si fa strada nei reparti ospedalieri, ottenendo l’offerta del primario di partire al suo posto per tenere delle lezioni in Libia. Witek, tuttavia, perde la vita a causa dell’esplosione in volo dell’aereo su cui era salito, partito il giorno dopo rispetto al previsto proprio perché Witek non voleva perdere il compleanno della moglie.
frame film di Krzysztof Kieślowski

Kieślowski dissemina nel film vari elementi che evidenziano proprio la radicalità dei cambiamenti che il destino può portare: in uno scenario Witek è comunista, nell’altro dissidente al regime; in uno diviene cristiano, in un altro resta ateo. E, come accade spesso nei film del regista (basti pensare al finale del suo ultimo film, Tre Colori: Film Rosso del 1994), i percorsi dei peronaggi che compongono le varie storie finiscono per incrociarsi, direttamente o indirettamente.

In Destino cieco il regista varsaviano dimostra ancora una volta tutta la propria maestria, attraverso non solo una sceneggiatura profonda e ben articolata ma anche attraverso inquadrature di una bellezza estetica e di una carica emotiva che davvero pochi registi, nella storia, sono riusciti a portare sul grande schermo.

Scritto da Emanuele Fornito


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