Decolonizzazione, di cosa parliamo?

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Iniziata negli anni ’50, la decolonizzazione ha portato allo sfaldamento degli imperi coloniali. Nuovi paesi e nuovi confini sono nati, cambiando radicalmente il volto della comunità internazionale.

Con “decolonizzazione” si intende il “processo attraverso cui un territorio sottoposto a regime coloniale acquista l’indipendenza politica, economica e tecnologica dal paese ex-colonizzatore.”

Non si intende dunque solo un’indipendenza fisica dal potere coloniale, ma anche la completa liberazione dal soft power dei Paesi colonizzatori. Si intende, infatti, l’eliminazione di ingerenze politiche ed economiche esterne e la completa sovranità dal potere di Stati terzi. Sebbene si indichi generalmente la fine della Seconda guerra mondiale come inizio, la decolonizzazione data molto prima, retrocedendo (sebbene con caratteristiche diverse) fino alla rivoluzione americana.

Stati Uniti, Haiti e i territori ispanoamericani hanno dato il via ad eventi che si sono trascinati fino alla fine del XX° secolo, i quali hanno reso indipendenti una moltitudine di Stati.

La decolonizzazione, che ruolo le Nazioni Unite?

Le Nazioni Unite, nate nel 1945, hanno avuto un ruolo fondamentale nel processo di decolonizzazione.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato diverse risoluzioni, promuovendo il principio di autodeterminazione dei popoli e sostenendo i movimenti indipendentisti. Nel 1960, per esempio, è stata approvata la risoluzione 1514, con la quale l’ONU si pronunciavano ufficialmente sulla fine in tempi brevi del colonialismo. L’anno successivo, con la risoluzione 1654, l’Assemblea Generale ha istituito il Comitato di Decolonizzazione, il quale aveva il ruolo di monitorare l’applicazione della risoluzione.

Negli anni ’70, durante i quali diversi Stati ottennero l’indipendenza, le Nazioni Unite ribadirono nuovamente il proprio impegno nel supportare la decolonizzazione. Venne infatti adottata la “Dichiarazione relativa ai principi di diritto internazionale concernenti le relazioni amichevoli e la cooperazione fra gli Stati“, la quale prevede l’impegno di ogni Stato nel rispetto del principio dio eguaglianza e dell’autodeterminazione dei popoli.

Qualche esempio?

Sono molti gli eventi cui si può fare riferimento quando si parla di decolonizzazione. L’India è uno di questi, essendo tra i casi più importanti. L’India ha acquisito la propria indipendenza nel 1947, dopo che il movimento di resistenza di Gandhi e lo scoppio della Seconda guerra mondiale hanno portato i territori indiani a distaccarsi dall’impero britannico e a dividersi in India e Pakistan. L’Algeria è un altro caso importante, essendosi liberata dall’esperienza coloniale francese dopo 150 anni, nel 1962. Otto anni di violenta guerra di liberazione, iniziata nel 1954 e conclusasi nel 1962 con gli Accordi di Evian, hanno portato alla fine dell’impero coloniale francese in Africa.

Un caso interessante e controverso è quello di Hong Kong, colonia inglese dagli anni della prima guerra dell’oppio, al termine della quale Hong Kong venne ingiustamente (Trattati Ineguali) ceduta alla Gran Bretagna “in perpetuo”. Hong Kong non ottenne l’indipendenza completa, bensì nel 1997 tornò sotto la sovranità della Repubblica Popolare Cinese con status di regione amministrativa speciale. Ad oggi la questione rimane aperta, non essendo la realtà hongkonghese pronta ad una riunificazione completa con la Cina.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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