CubeSat: il futuro è qui! Ecco come sarà la pubblicità del domani

di Francesco Alessandro Balducci
3 Min.

La pubblicità guarda al futuro e strizza l’occhio alle nuove tecnologie. Si chiama CubeSat, potrebbe essere l’innovazione di questo mondo.

Si tratta, in sostanza, di portare la pubblicità nei cieli delle più grandi città del mondo. Anzi, per essere precisi, nello spazio. Uno studio diretto dallo Skolkovo Institute of Science and Technology e del Moscow Institute of Physics and Technology (MIPT), ha dimostrato come questa situazione sia realizzabile. Ma, soprattutto, sostenibile economicamente.

I CubeSat sono dei satellini più piccoli della norma, che possono pesare dai 10 g ai 500 kg, che permettono un accesso nello spazio. L’idea è di utilizzarli a flotte, per usuffruire della loro capacità di riflettere la luce del Sole, producendo messaggi. Infatti, spiegando una vela orientabile, i CubeSat sono in grado di produrre luminosità. E, posti in un determinato ordine, anche di comporre delle scritte.

Tenendo conto di molti fattori decisivi per la scelta e l’adozione di tale decisione, gli scienziati sono giunti alla conclusione che, per essere sostenibile economicamente, una flotta ideale dovrebbe comprendere circa 50 minisatelliti con dimensioni 34×20 e con una vita media di 3 mesi. Converebbe scegliere, poi, un orbita che attraversi i cieli di grandi città e mostrare la pubblicità per circa un minuto in ogni logo, prima di passare ad un altro.

Inevitabilmente, sono arrivate anche numerose e pesanti critiche per la decisione. In particolare, si discute su due ambiti: quello di un possibile aumento dell’inquinamento luminoso e la proliferazione di detriti spaziali. Ma anche la possibilità che il patrimonio celeste della popolazione possa essere invaso da messaggi, che facilmente potrebbero cambiare genere. Dalla pubblicità, non è da escludere che si possa arrivare al marketing vero e proprio o, addirittura, alle campagne elettorali politiche o sociali.

La risposta degli scienziati a queste critiche si smuovono attraverso due concetti. Il primo è che i CubeSat avrebbero bisogno ddel buio per rendersi visibile. Quindi, gli orari più indicati per l’utilizzo sarebbero quell nei pressi di alba o tramonto. Il secondo, è che si muoverebbero in grandi città: zone in cui il cielo notturno già da anni è stato depredato da innovazioni terrene.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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