Crimini contro l’umanità: l’ONU accusa la Cina dopo anni di tensioni

di Elisa Quadrelli
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Secondo un rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani la Cina ha privato della loro libertá, commettendo violazioni dei diritti umani, persone appartenenti alla minoranza uigura dello Xinjiang. Pechino rigetta le accuse come infondate e ribadisce la pericolosità della regione in termini di terrorismo.

L’accusa

Il rapporto riferisce di una repressione sistematica e detenzione di gruppi etnici di religione musulmana, specialmente la minoranza uigura. Sono un milione gli uiguri internati in campi di rieducazione e ridotti ai lavori forzati. Il rapporto ONU parla di “crimini internazionali, contro l’umanità” e invita al rilascio dei prigionieri nell’immediatezza.

Si tratterebbe non solo di torture, reclusioni e maltrattamenti, ma anche di violenze sessuali e sterilizzazione forzata sulle donne uigure. Gli USA ed altri paesi hanno usato il termine “genocidio” per descrivere la situazione, denunciata dalla Commissaria delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet

La risposta di Pechino e la situazione a livello internazionale

Pechino tratta la questione come una faccenda di terrorismo e minaccia alla stabilitá, che sarebbe rappresentata dalla radicalizzazione delle minoranze vittime di abusi. La Cina inoltre rifiuta le accuse come false e si ritiene vittima stessa di un attacco da parte degli USA e degli altri paesi ed enti che denunciano la situazione

Le fondamenta di queste accuse della Cina nei confronti della “minoranza regionale all’interno di uno stato multiculturale” sono da ricercarsi a partire dalla fine del 900, ma anche negli ultimi avvenimenti che vedono protagoniste le due superpotenze.

Gli Uiguri vivono nello Xingjang da generazioni e spesso sono stati accusati di essere coinvolti nei movimenti separatisti della regione, sottoposta al controllo del governo cinese, che reprime duramente tali manifestazioni. Nella regione dello Xingjang infatti si sottopongono da anni gli abitanti a schedature di massa ed altre misure atte al controllo sistematico ed alla sorveglianza della popolazione

I campi di rieducazione e le violenze sono solo l’estremizzazione di questo controllo discriminatorio delle minoranze, considerate pericolose e bisognose di una nuova educazione ideologica.

Inoltre, negli ultimi anni molti marchi occidentali hanno rimosso dalla loro catena produttiva il cotone prodotto nella regione dello Xingjang, per via dello sfruttamento della popolazione uigura nella produzione del materiale. La situazione attuale a livello internazionale è di grande tensione, soprattutto tra Washington e Pechino.

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