Primo anarchico al 41-bis, Alfredo Cospito è in sciopero della fame dal 19 ottobre 2022. Chi è e cosa ha fatto per arrivare al “carcere duro”?

Sono peggiorate sensibilmente le condizioni di Alfredo Cospito, ormai in sciopero della fame da tre mesi. La sua protesta, indirizzata contro il 41-bis e il carcere ostativo, è piombata pesantemente sul dibattito politico delle ultime settimane, accompagnandosi a diversi attacchi di matrice anarchica sia a Roma che all’estero.
Nato nel 1967 a Pescara, il 56enne è considerato uno degli elementi più importanti dell’anarchismo torinese, specialmente di natura insurrezionalista.
È il primo anarchico a finire nel regime del 41-bis, misura disposta lo scorso maggio per un periodo di 4 anni. I giudici, secondo l’avvocato di Cospito, hanno infatti considerato la Federazione Anarchica Informale (di cui Cospito fa parte) al pari di un’organizzazione di stampo mafioso, procedendo all’applicazione del 41-bis ritenendolo alla cima della scala gerarchica interna della Federazione. Il 41-bis servirebbe ad arginare la circolazione di messaggi verso l’esterno.
Perché il 41-bis?

Unica persona nel 41-bis per reati politici, dopo l’accusa di “strage contro la sicurezza dello Stato“. La strage riguardava l’esplosione di due pacchi bomba piazzati, nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006, davanti alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. La sentenza aveva attribuito una condanna a 20 anni di carcere a Cospito, già in detenzione per aver gambizzato nel 2012 il dirigente dell’Ansaldo Nucleare (azienda metalmeccanica). Cospito aveva ritenuto la condanna “assurda” perché quelli del 2006 erano attacchi “dimostrativi” che non hanno leso nessuno, essendo stati realizzati nella notte.
Nel 2022 la Corte di Cassazione ha riqualificato il reato secondo l’articolo 285 del Codice Penale, chiamando in causa la “sicurezza dello Stato”. L’ergastolo per Cospito veniva deciso a prescindere dal fatto che l’attentato avesse provocato o meno delle vittime. Lo stesso anno, il Ministero della Giustizia opta per il 41-bis, trasferendo Cospito nel carcere di massima sicurezza di Sassari.
Lo sciopero della fame di Cospito
Cospito ha iniziato nell’ottobre del 2022 uno sciopero della fame in risposta al regime sotto il quale è posto. Il regime duro, introdotto negli anni settanta per arginare pericoli interni ai carceri, è ad oggi utilizzato per impedire ai boss mafiosi di avere contatti con l’esterno. La previsione della sospensione dei normali trattamenti dei detenuti e il rigoroso controllo della polizia penitenziaria, oltre che la una ristretta limitazione di movimento, rendono il 41-bis un regime severo, chiamato a tale proposito “di carcere duro”. Lo sciopero della fame è anche in previsione dell’ergastolo ostativo, che eliminerebbe ogni ipotesi di successivo mutamento della pena. Sarà in mano alla Corte Costituzionale decidere se vi sia o no compatibilità tra l’ergastolo ostativo e la “strage politica senza vittime”.
Proprio nella giornata di oggi, il 9 febbraio 2023, il Ministro della giustizia Nordio ha rigettato l’istanza di revoca avanzata dall’avvocato di Cospito, Albertini. “Cospito deve restare al 41 bis”, ha sostenuto il Ministero della giustizia, contro la quale decisione la difesa di Cospito continuerà a ricorrere.
Perché il caso Cospito è importante? Rientrato nel dibattito politico con forte peso, il caso Cospito ha richiamato l’attenzione non solo del pubblico ma anche dei governanti, secondo i quali la questione potrebbe attirare l’avanzata e l’unione di frange antisistema. La protesta a a sostegno di Alfredo Cospito è infatti, per il Ministro degli Interno Piantedosi, “la bandiera unificante dei gruppi antisistema che agitano la società”.
Scritto da Emanuele Lo Giudice
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